Il vaccino contro l’Alzheimer potrebbe essere più vicino. I ricercatori di Stati Uniti e Germania, infatti, hanno completato con successo una serie di sperimentazioni che sembrano invertire la perdita di memoria nei topi. E ora potrebbero passare in tempi brevi ai primi test sulle persone.
L’immunizzazione agirebbe nel bloccare l’accumulo di un tipo di proteina beta amiloide che tende a crescere nelle persone affette da demenza impedendo la comunicazione tra i neuroni. Un processo già attivato da alcuni farmaci mirati al contrasto dell’Alzheimer. Eppure, in alcuni casi, questi medicinali hanno mostrato scarso successo nel ridurre i sintomi, innescando effetti negativi.
Il vaccino contro l’Alzheimer: la sperimentazione
Nelle cavie, invece, il vaccino ha attivato la risposta immunitaria e ha contribuito a ripristinare la funzione dei neuroni, aumentando il metabolismo del glucosio nel cervello. Si tratta di una procedure che bloccherebbe la perdita di memoria e ridurrebbe la formazione di placche della proteina beta amiloide. “Se questi risultati dovessero essere replicati negli studi clinici sull’uomo si aprirebbe la possibilità di vaccinare contro la malattia prima che compaiano i sintomi”. A dichiararlo è Mark Carr, ricercatore dell’Istituto di biologia strutturale e chimica dell’Università di Leicester.
“Le condizioni neurodegenerative possono avere un impatto devastante sulla vita delle persone. Mi impegnerò a garantire che si faccia tutto il possibile per combattere queste malattie e sostenere le persone colpite”. Sono le parole di Sajid Javid, Segretario di Stato alla salute nel Regno Unito. Proprio pochi giorni fa, infatti, il Governo britannico ha annunciato un investimento di 375 milioni di sterline per la ricerca sulle malattie come l’Alzheimer e altre forme di demenza.
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