“Chi sono, cosa fanno e cosa desiderano i silver? È possibile delineare un loro profilo?”. A queste ed altre domande ha risposto un’indagine demoscopica realizzata da Format Research per 50&Più ed Itinerari Previdenziali
“Che bella età, la mezza età. Tranquillità, serenità. L’età più bella del cammin di nostra vita, e tutta rosa sarà…”, così cantava Marcello Marchesi al principio di quel varietà di costume in onda sulla Rai, intitolato per l’appunto Il signore di mezz’età. Era il 1963 e Marchesi – autore, scrittore, sceneggiatore, regista, attore – nella sigla di quel programma girava per la città con bombetta, bastone e cappotto ad imitare i bambini e osservare gli adulti, cercando di assaporare la propria età di mezzo con lo stupore di un ragazzino.
Tempi lontani, quelli, quando i Baby Boomer d’allora non avrebbero certo immaginato che oggi gli appartenenti all’età matura, complici il progresso della medicina e il miglioramento della qualità della vita, sarebbero diventati circa un terzo della popolazione, mentre – secondo le stime delle Nazioni Unite – nei Paesi occidentali gli over 65 anni supereranno gli under 25 entro il 2050. Dati, questi, che hanno portato le grandi organizzazioni governative come l’ONU a prestare grande attenzione al processo d’invecchiamento dell’intera popolazione mondiale.
L’aumento costante dei senior sta determinando anche una crescente domanda dei servizi necessari a mantenere immutato il loro stile di vita, e risposte calibrate sulle loro necessità in campo sanitario, nei trasporti, nell’assistenza, da parte delle istituzioni. Tale constatazione è accompagnata dal riscontro che gran parte degli odierni over 65 hanno un’ampia capacità di spesa, determinata da entrate certe, e risultano detentori di patrimoni mobiliari e immobiliari. Secondo recenti dati del Censis, 8,9 milioni di over 65 sostengono economicamente le famiglie di figli e nipoti e 2,9 milioni lo fanno abitualmente; 6,8 milioni di giovani ricevono soldi da genitori e nonni, di cui 2 milioni regolarmente.
Chi sono i silver?
Ma, alla luce di quanto detto finora, viene da chiedersi: “Chi sono, cosa fanno e cosa desiderano gli over 65, i cosiddetti silver? È possibile delineare un loro profilo?”. A queste ed altre domande ha risposto un’indagine demoscopica – realizzata da Format Research per 50&Più ed Itinerari Previdenziali – condotta su un campione di oltre 5mila persone (uomini e donne) appartenenti alle diverse aree geografiche della nostra Penisola, suddivise in diverse classi d’età (50-64 anni; 65-74 anni; oltre i 75 anni), titolo di studio, reddito mensile.
Pandemia e dintorni
La pandemia ha colpito duramente persone e famiglie incidendo in maniera talvolta devastante sui redditi delle persone. Ma quanto, l’emergenza sanitaria, ha effettivamente inciso dal punto di vista reddituale? Alla domanda: “La pandemia da Covid-19 ha prodotto sul suo reddito complessivo….”, il 15% degli intervistati ha dichiarato che il proprio reddito ha subìto “una perdita molto forte”; il 45,2% “una riduzione contenuta”, mentre il 38,2% ha dichiarato “nessuna perdita”; una ventata di positività, invece, è arrivata dall’1,6% degli intervistati che ha affermato: “la pandemia mi ha aperto nuove opportunità” [Figura 1] . Su questo tema, però, l’indagine ha confermato ciò che è già emerso in questi ultimi anni di emergenza sanitaria ovvero che le donne sono coloro che hanno subìto una forte perdita del proprio reddito nel 16,6% dei casi, contro il 13,1% degli uomini.
A questo punto c’è da chiedersi se i problemi reddituali causati dalla pandemia persistano e quanto possa essere soddisfacente la propria situazione economica attuale.
Soldi, soldi, soldi…
Alla domanda: “È soddisfatto/a della sua situazione economica attuale?”, la percentuale di coloro che si ritengono “molto” o “abbastanza” soddisfatti è del 52,2% (il 9% “molto” e il 43,2% “abbastanza”) [Figura 2]. I più soddisfatti risultano gli over 65 (56,2%) seguiti dagli over 75 (55,1%), soddisfazione dichiarata soprattutto da chi è pensionato e da coloro che, pur essendo in pensione, ancora lavorano (55,5%).
C’è tuttavia una buona percentuale di intervistati che sulla soddisfazione circa la propria situazione economica attuale ha risposto “non molto” (34,1%) e per niente (13,7%) [Figura 2]; fra gli insoddisfatti spiccano le donne che, come abbiamo visto, hanno risentito in modo particolare degli effetti della pandemia sul lavoro. Esse presentano un punteggio più alto (16% contro il 10,9% degli uomini), insoddisfazione spiegabile con il tasso di occupazione femminile di 10 punti inferiore a quello maschile, e dal fatto che spesso il tipo di lavoro che viene offerto alle donne è di tipo part-time.
Ma, vista la situazione economica attuale, quali speranze vengono riposte nel futuro? Alla domanda: “Prevede che in futuro la sua situazione economica sarà…”, il 12,0% degli intervistati ha risposto “ migliore”; “uguale ad oggi”, secondo il 55,8%; “peggio sentenzia il 32,2% [Figura 3]. Tra coloro che hanno una maggiore fiducia nel futuro, i pensionati/lavoratori sono il 59%, gli over 75 sono il 40,7%.
Alla domanda: “Fatta eccezione per i beni strettamente necessari al sostentamento, a quali prodotti destina più attenzione e risorse?”, gli intervistati hanno risposto: “per la casa” (57%), “per una corretta alimentazione” (49%), “abbigliamento e affini” (39,9%), “giornali, libri e spettacoli” (28%), “prodotti di bellezza e di cura per il corpo” (28%), il 23,9% “per la salute fisica (device, prova pressione, battito, etc.)”, “per la domotica” (6,9%), “per la mobilità (ad esempio, moto, carrozzelle)” (5%) [Figura 4].
Una casa tutta mia
La pandemia ha portato con sé anche la quarantena e lo smart working mettendo in luce la necessità, per molte famiglie, di avere un appartamento più adeguato ai bisogni lavorativi, preferibilmente dotato di spazi all’aperto come giardini, balconi o terrazzi. Investire “nel mattone” è tornato quindi prepotentemente alla ribalta, essendo la casa storicamente il bene rifugio più amato dagli italiani. E i silver che rapporto hanno con la casa in cui abitano? Dall’indagine si evidenzia che l’82,3% dei 50-64enni ne possiede una, senza distinzione della zona geografica in cui abita e dell’attività che svolge [Figura 5]. E la dimensione dell’abitazione tende ad essere medio-grande: infatti, il 34,6% abita in una casa con tre stanze, oltre il bagno e la cucina, il 25,9% possiede quattro stanze, il 19,9% di stanze ne ha cinque. Soltanto il 5,5% degli intervistati vive in una casa con una sola stanza oltre il bagno e la cucina. Quest’ultima situazione cambia tra gli over 75, tanto che è l’8,8% a vivere in un monolocale.
E che il mattone sia da sempre il bene rifugio dei risparmiatori italiani è con fermato dalla domanda: “Oltre all’eventuale casa di abitazione, dispone di altri immobili di proprietà?”, alla quale il 21,6% degli intervistati ha risposto di avere almeno un secondo immobile di proprietà [Figura 5], numero elevato tra gli over 75 (26%) e tra chi risiede nel Nord-Ovest (24,9%).
Un ruolo attivo nella società
L’anziano seduto sulla panchina dei giardini del quartiere ormai fa parte del passato o di vecchi stereotipi duri a morire. I silver oggi sono dinamici, sportivi, viaggiano, si occupano dei nipoti, e molti ancora lavorano. Nel corso degli anni per gli over 50 sono cambiati stili di vita e responsabilità sociali. E allora, quali ruoli ritengono siano più giusti per se stessi all’interno della società? Questa volta le risposte degli intervistati sono piuttosto equivalenti: il 40% delle donne ritiene che gli over 50 debbano essere attivi nell’ambito del volontariato o del lavoro, mentre la percentuale di uomini che la pensano allo stesso modo sale al 44%. Nello specifico, alla domanda: “Quale ruolo sociale immagina per gli over 50?”, l’83,6% ha risposto “un ruolo attivo” e, nello specifico, il 41,5% ritiene che debba essere legato “alla sfera personale e culturale (lavoro, hobby, turismo, famiglia, ecc.)”; “alla sfera lavorativa” (25,7%); “all’impegno in attività di volontariato e di associazionismo” (16,4%). C’è invece una percentuale, il 16,4% degli intervistati, che ritiene che il ruolo di un silver debba essere “passivo, senza eccessivi impegni sociali e personali” [Figura 6].
Alla domanda: “Partecipa ad attività di volontariato?”, il 32,6% degli intervistati ha risposto affermativamente e, nello specifico, “faccio volontariato quasi a tempo pieno” l’1,6%, “regolarmente un giorno per settimana” l’8,7%, “ogni tanto, quando ho tempo” il 22,3%; c’è poi un 18% di over 50 a cui piacerebbe fare volontariato ma ancora non ha effettuato una scelta [Figura 7].
Invecchiamento e nuove generazioni
I progressi della medicina sono tra i fattori alla base della crescita del numero della popolazione over 50, eppure i senior hanno sempre dei timori che la fase più avanzata della vita, possa presentare un conto da pagare piuttosto salato. Alla domanda: “Cosa le fa più paura dell’invecchiamento?”, il 75% ha risposto “perdita di autosufficienza e problemi di salute”, il 44,3% “perdita di autonomia (gestione della casa, dei risparmi, etc.)”, 38,5% “morte o perdita degli affetti cari”, il 31% “la solitudine”, il 22,9% “la povertà”. C’è però l’8,2% degli intervistati che non ha paura d’invecchiare [Figura 8].
Ma quando gli anni avanzano, qual è il rapporto con le generazioni più giovani? Alla domanda: “Come considera il suo rapporto con le generazioni più giovani?”, il 70,5% ha affermato di avere un buon rapporto con i giovani in generale, il 14,1% ha riconosciuto che “ci sono sempre stati problemi e conflitti tra le generazioni che poi si risolvono da sé”, il 7,3% ha dichiarato di avere “un buon rapporto solo con i giovani della propria famiglia”. Sul fronte negativo, invece, il 6,7 degli intervistati dice che il suo rapporto con i giovani è scarso, mentre l’1,4% afferma categoricamente “non ci capiamo proprio” [Figura 9].
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