Con la stagione fredda alle porte il virus influenzale di turno non si farà attendere. Considerata da molti solo un malanno stagionale, l’influenza in realtà non va sottovalutata dal momento che, in alcuni casi, può portare a complicazioni molto serie. Tra i più esposti a questo rischio ci sono gli over 65.
A parlare sono i dati del Centro Europeo per il controllo delle Malattie: ogni anno, in Europa si verificano dai 4 a 50 milioni di casi di influenza e 15.000/70.000 cittadini europei muoiono per cause ad essa associate. In particolare, sembra che il 90% di tali decessi si verifichi in soggetti di età superiore ai 65 anni, soprattutto tra coloro che soffrono di patologie croniche.
In Italia, l’influenza e la polmonite sono tra le prime dieci cause di morte. Per questo motivo le campagne di prevenzione attuate ogni anno assumono un ruolo davvero decisivo. L’Istituto Superiore di Sanità, con il contributo del Ministero della Salute e il supporto di Regioni e Province Autonome, ogni anno si avvale di diversi sistemi di sorveglianza per monitorare l’andamento della sindrome influenzale. Grazie ai cosiddetti “medici sentinella” – pediatri e medici di famiglia volontari – ne rilevano l’andamento stagionale; inoltre, una rete di laboratori, coordinata dal Centro Nazionale Oms per l’Influenza, effettua un controllo virologico continuo nel periodo invernale, al fine di individuare i virus circolanti e i ceppi epidemici e vaccinali, contribuendo così all’aggiornamento annuale della composizione dei vaccini.
Già dal 2009 è stata avviata un’attività di controllo dell’andamento delle forme gravi e complicate di influenza stagionale. Le Regioni e le Province Autonome sono infatti tenute a segnalare al Ministero della Salute i casi confermati di influenza che necessitino di ricovero ospedaliero. Questi sistemi permettono di valutare diffusione, intensità, severità dei virus circolanti ed efficacia delle misure messe in atto a scopo preventivo, vaccini in primis.
In merito a questi ultimi, l’Organizzazione Mondiale della Sanità – per il triennio 2017-2019 – auspica come obiettivo minimo il 75% di copertura e, come obiettivo ottimale, il 95% negli ultrasessantacinquenni e nei gruppi a rischio. Nella maggior parte dei casi, infatti, il vaccino è in grado di scongiurare il contagio; in caso contrario, la sintomatologia risulta comunque più lieve e generalmente priva di complicazioni.
Ma allora, perché c’è ancora così tanta resistenza? A rispondere è il Censis che, con la nuova ricerca Generazione di… influenzati?, offre un quadro della percezione degli over italiani in tema di vaccinazioni. A fronte del picco massimo di over 65 vaccinati (68,3%), registrato nella stagione 2005/2006, negli anni successivi si è assistito ad una graduale riduzione sino ad arrivare al 53,1% della stagione 2018/2019.
Le motivazioni di questa tendenza al ribasso sembrano essere attribuibili al diverso grado di fiducia nel mezzo di prevenzione: solo il 32,7% degli over si fida molto del vaccino, mentre il 53,2% si fida abbastanza e il 14,1% poco o per niente. E se il 53,1% degli ultracinquantenni è consapevole del rischio di complicazioni della sindrome influenzale, soprattutto per over 65 e malati cronici, solo il 4,9% dei 64-74enni dichiara di averne paura mentre il 25,8% degli over 75 non la teme affatto.
Di contro, il 24,7% dei 65-74enni e il 24,2% degli over 75 in caso di influenza contattano subito il medico. Resta il fatto, però, che la maggioranza lo fa solo se non rileva un miglioramento dei sintomi (45,5%), il 22,7% si cura autonomamente e il 10,4% attende la guarigione senza assumere farmaci.
Emerge così un quadro di sottovalutazione del problema contro il quale molto può essere fatto potenziando ulteriormente le campagne di sensibilizzazione sui pericoli dell’influenza.
Nel frattempo, se non sussistono particolari controindicazioni, sarà bene recarsi dal proprio medico di famiglia e sottoporsi alla vaccinazione senza indugi.
Ma che cos’è esattamente l’influenza? Come si trasmette e si contrae? Quali accorgimenti si possono seguire per ridurre il rischio di ammalarsi? Vediamo di capirne qualcosa di più.
Descrizione
L’influenza è una malattia respiratoria acuta causata da virus. Alcune fasce di popolazione, tra cui gli anziani, sono maggiormente esposte a complicazioni. Tra i rischi c’è quello di contrarre una polmonite virale e/o batterica secondaria.
Stagionalità
In Italia l’attività dei virus influenzali inizia in autunno, raggiungendo il picco massimo nei mesi invernali – in special modo tra gennaio e febbraio – per poi ridursi inprimavera-estate.
Trasmissione
I virus influenzali si trasmettono per via aerea, attraverso le gocce di saliva. Attenzione quindi a tosse a sternuti, ma anche al contatto con mani contaminate.
Sintomi
Dopo un periodo di incubazione che varia da 1 a 4 giorni, insorgono febbre alta, tosse, dolori muscolari, naso che cola e spossatezza. Possono inoltre manifestarsi mal di testa, inappetenza e mal di gola. La guarigione avviene in genere entro 7/10 giorni.
Prevenzione
Il vaccino resta il modo migliore per prevenire e combattere l’influenza. Come accennato, è particolarmente raccomandato per alcune fasce della popolazione: bambini piccoli, persone con patologie croniche, over 65, donne in gravidanza e quelle categorie professionali che prevedono il contatto con il pubblico.
Alimentazione e norme igieniche
Una dieta equilibrata può contribuire a rafforzare il nostro sistema immunitario. Utile l’apporto di sali minerali come zinco (noci, funghi, cacao) e selenio (carni e cereali), di vitamine A (uova, latte, formaggi, verdure, ecc.), B (cereali, legumi e carne), C (kiwi, agrumi, peperoni e pomodori), D (olio di fegato di merluzzo) ed E (olive, germe di grano e semi).
Anche l’igiene non è da trascurare: è buona regola lavarsi le mani spesso, soprattutto dopo aver frequentato luoghi affollati. Infine, se si iniziano a percepire i primi sintomi, nessun atto eroico: sarà bene stare in casa; con il riposo la ripresa sarà più veloce e si eviterà di contagiare altre persone. Il buon senso è la prima forma di prevenzione.
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