Anche se è ormai acclarato che il Coronavirus colpisca indistintamente chiunque, ad ogni età, le persone anziane sono quelle che rischiano maggiormente. I medici ribadiscono che sono più esposte al rischio di gravi infezioni. Non solo a causa della senescenza del sistema immunitario, ma anche per la presenza di malattie croniche, come diabete o scompenso cardiaco.
Gli anziani e il lockdown: cosa pensano oggi?
Fin dall’inizio sono stati inondati di raccomandazioni e notizie che spesso hanno generato confusione e alimentato timori, seppure giustificati. Ora, a distanza di mesi dal lockdown generale e in una situazione ancora difficile, come stanno reagendo? Cosa pensano delle strategie per affrontare l’epidemia? Un sondaggio condotto da Senior Italia FederAnziani su un campione di 645 over 65 ha portato alla luce i timori e le difficoltà affrontate durante la pandemia. Ma mostra anche come – nonostante tutto – gli anziani non si siano arresi e non abbiano perso la fiducia nelle Istituzioni e nella Politica.
Il timore della malattia
Quasi tutti gli intervistati (l’80%) si sono dichiarati spaventati dalla malattia. La paura più diffusa è quella di infettare i propri familiari o essere infettati da loro (38,6% del campione), seguita dal timore di essere intubati e ricoverati in ospedale.
Uno su cinque soffre una generica incertezza riguardo il proprio futuro e teme lo sconvolgimento delle abitudini di vita e la solitudine.
Un lockdown “permanente”
È stato l’inizio della pandemia a segnare il momento più difficile. Per il 57% del campione la vita si è cristallizzata in un lockdown permanente. Molti – secondo il sondaggio – hanno accusato l’impossibilità di continuare a viaggiare, di fare vita sociale, di frequentare le sale da ballo. Il 28,4% invece ha sofferto soprattutto per l’impossibilità di vedere i propri cari.
Il ricorso alla tecnologia
In questa situazione a rischio solitudine, la tecnologia ha giocato e gioca ancora un ruolo essenziale. Per comunicare con parenti, amici (e persino col proprio medico) hanno mostrato di saper stare al passo. Oltre al telefono fisso e cellulare (70,5%) e a WhatsApp (63,4%) – per sentirsi ancora più vicini – sono ricorsi alle video chiamate (44,3%) e ai Social Network (11,2%).
La salute tra visite rimandate e patologie croniche
Le maggiori problematiche di questo periodo sono però legate alla salute. Il 38% ammette la difficoltà nel mantenere i contatti col proprio medico di base. Il 6% lamenta di aver trovato intoppi e complicazioni per accedere ai farmaci. Solo il 19,5% del campione è riuscito ad effettuare le visite e gli esami già programmati allo scoppio della pandemia. Il 35,2% è riuscito a effettuare le visite ma con difficoltà e gravi ritardi, l’11,8% non c’è quasi mai riuscito, l’8,7% sta ancora aspettando di essere ricontattato. Un quadro complesso, soprattutto considerando che il 65,3% di loro dichiara di soffrire di patologie croniche, per la maggioranza cardiovascolari e reumatologiche.
La fiducia nel futuro passa attraverso la prevenzione…
Nonostante le difficoltà riscontrate in pratica nel Sistema Sanitario, la fiducia nelle cure e nella prevenzione non è mai venuta meno. Il 96,9% degli intervistati dichiara, infatti, di essere consapevole dell’importanza della vaccinazione antinfluenzale e antipneumococcica per gli over 60. Tanto più in questo momento. Il 12,7% ha già effettuato il vaccino ad inizio stagione.
… e le Istituzioni
La quasi totalità degli intervistati (il 72,4%) dimostra stima e considerazione per le azioni e le politiche messe in atto dal Governo, giudicate corrette ed utili da più della metà del campione. Lo stesso affidamento è peraltro riposto negli atti e nelle decisioni prese a livello locale dalle Regioni.
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