Mentre la guerra non accenna a fermarsi, gli anziani in Ucraina soffrono per la fame, la solitudine e le malattie. E hanno bisogno della solidarietà di tutti.
Una foto su un quotidiano mostra una coppia in un rifugio di Kiev. Raccontano di avere 85 anni e stringono in braccio i loro cagnolini. Sono infreddoliti e quasi si aggrappano a quel poco che sono riusciti a portare via con loro fuggendo. E ci sono altre immagini di anziani, soli nelle loro abitazioni o sfollati nei rifugi, spaventati dalle bombe e dall’avanzare del fronte. Molti rivivono l’incubo della Seconda Guerra Mondiale, quando sopravvivevano mangiando erba sotto la minaccia dei soldati. Tra le vittime di questo conflitto annunciato, assistono impotenti al crollo di tutto ciò che hanno costruito nella loro vita. E sperano nella pace.
Anche gli anziani in Ucraina sono pronti a combattere
Ma da entrambe le parti del conflitto separatista ci sono anche uomini e donne, alcuni ben oltre l’età della pensione, che hanno scelto di combattere. La volontaria più celebre dell’Ucraina è Valentyna Kostyantynovska, 79 anni, diventata famosa per un video in un campo di addestramento che la riprendeva con in mano un Kalashnikov. All’agenzia Reuters racconta di volersi impegnare come infermiera, ma di essere pronta anche ad affrontare la morte “al posto di tanti giovani”. C’è poi chi ha scelto di combattere sul fronte filo russo, come il 71enne Vladimir Radkevich che imbraccia il fucile accanto ai suoi figli, Roman and Denis, di 45 e 34 anni.
I volontari ucraini della terza età
Le Nazioni Unite affermano che finora oltre 1 milione e mezzo di persone sono fuggite dall’Ucraina, ma alcuni degli anziani del Paese si rifiutano di partire per fornire cibo e aiuti a chi è costretto a rimanere. Sono gli oltre 1500 volontari, tutti over 60, della onlus Turbota pro litnikh v Ukraini, che consegnano cibo e medicine, e gestiscono un telefono amico per i loro connazionali in tarda età. La direttrice, Galina Poliakova, 65 anni, è tra coloro che sono rimasti a Kiev. La signora Poliakova afferma che, sebbene alcuni degli anziani siano fuggiti con la famiglia o si siano rifugiati negli scantinati, molti altri sono isolati, nell’impossibilità di spostarsi. “Gli anziani sono molto legati alle loro case. Se donne e bambini lasciano il Paese loro scelgono invece di rimanere, isolati e affamati”, è il suo appello a Sky News.
Invecchiare sul fronte di guerra
Per molti di loro il conflitto è caratterizzato dall’attesa nei villaggi minacciati dal fuoco nemico, all’interno di vecchie case fatiscenti, con l’unica compagnia degli animali domestici. Ogni giorno lottano per rimanere al caldo, al sicuro e in salute. Compiti di per sé già gravosi con il passare degli anni. I combattimenti hanno tagliato le linee di collegamento ed è sempre più difficile riuscire a ritirare la pensione o accedere all’assistenza sanitaria. I giovani sono fuggiti ma loro sono rimasti intrappolati, nell’impossibilità – spesso fisica – di muoversi. Mancano i dispositivi di assistenza come bastoni, sedie a rotelle, deambulatori. Lo stress continuo e prolungato aumenta il livello di ipertensione e le malattie croniche. Troppi, denunciano le associazioni umanitarie, semplicemente aspettano solo di morire lì, nei luoghi dove hanno sempre vissuto.
“La crisi umanitaria più anziana del mondo”
Un sondaggio dell’organizzazione internazionale HelpAge su oltre 1.500 persone anziane nei territori bombardati di Donetsk e Luhansk (nell’Est del Paese) fotografa i bisogni e le criticità di questa fascia di popolazione. Impegnata in Ucraina dal 2014, l’Associazione collabora da tempo per dare supporto a 4800 anziani, fornendo viveri, medicinali e supporto psicologico. “È la crisi umanitaria più anziana al mondo”, così gli organizzatori in una nota riassumono quanto sta accadendo nel Paese. Secondo i dati dell’ufficio nazionale di statistica, infatti, lo scorso anno, oltre 10 milioni di ucraini avevano 60 anni e più: circa un quarto dell’intera popolazione.
Il sondaggio di HelpAge
I risultati del sondaggio sono preoccupanti: il 99% degli intervistati dichiara di non voler abbandonare la propria abitazione. Nove persone su dieci hanno bisogno di aiuto per mangiare, perché hanno problemi di mobilità o vivono soli. Il 79% non ha accesso all’acqua potabile e oltre il 90% degli intervistati è senza energia elettrica, con temperature esterne ancora molto rigide. Il 75% chiede articoli per l’igiene personale e il 34% farmaci per le malattie croniche. Per questo HelAge Italia ha lanciato un appello di raccolta fondi. Se c’è una gerarchia di attenzione durante una guerra, non è forse eccessivo pensare che la popolazione più anziana – lasciata indietro, intrappolata e isolata – si trovi in fondo a quella lista.
© Riproduzione riservata