Nel suo ultimo webinar dal titolo “Vaccini: facciamo chiarezza”, il Professor Trabucchi ha trattato il controverso tema delle vaccinazioni.
«I vaccini rappresentano un argomento allo stesso tempo delicato ed entusiasmante! Delicato perché la vaccinazione delle persone anziane ha suscitato grandi incertezze sull’opportunità o meno di utilizzare una preparazione o un’altra; entusiasmante perché gli anziani vaccinati non muoiono più».
I risultati dei vaccini
Dopo la vaccinazione, gli anziani non muoiono più. Questo è il dato più importante. Non che gli altri siano irrilevanti, però dobbiamo essere consci che la morte, il fantasma che durante la pandemia ha sempre danzato davanti ai nostri occhi, si è sciolto. Molte RSA, che avevano assistito impotenti ai disastri causati dal virus, avendo una popolazione di età media superiore agli 85 anni, oggi non hanno più contagi. Peraltro, se avvengono, sono limitati a una percentuale degli ospiti che arriva al massimo al 5-7%. Inoltre, le manifestazioni cliniche sono molto ridotte, non richiedono interventi traumatici e non portano a morte.
Anche nel territorio, la vaccinazione ha ottenuto effetti rilevanti. Nel Lazio, ad esempio, negli ultraottantenni, la campagna vaccinale ha indotto una riduzione delle ospedalizzazioni da Covid-19 del 91%. Infatti, nel periodo tra febbraio e metà aprile, i ricoveri in ospedale sono stati 27 tra gli anziani vaccinati contro i 267 tra le persone non vaccinate. Questi dati vanno analizzati con attenzione, considerando che agli ultraottantenni è attribuibile il 28% di tutti i ricoveri della regione e oltre il 58% dei decessi.
Covid, un virus ancora poco conosciuto
Quindi l’azione del vaccino porta ad una radicale modificazione delle condizioni di salute e apre la strada ad un ritorno ad uno stile vita che si avvicina a quello precedente alla pandemia. Soprattutto è in grado di ridurre paure, angosce, chiusure, isolamento. Chiunque abbia contatti amicali o professionali con i molto vecchi apprezza i vantaggi sul piano del benessere psicologico che la vaccinazione ha indotto. Senza trascurare quelli riguardanti la salute somatica. Partendo da questi dati positivi è opportuno fare chiarezza su alcuni punti.
Il virus SARS-CoV-2 colpisce in modo diverso i singoli individui. Ancora non è stato chiarito il meccanismo per cui alcuni sono infettati e non hanno alcun sintomo, altri hanno solo sintomi lievi, altri ancora sintomi gravi, che possono richiedere anche il ricovero in terapia intensiva. Vi sono molti centri di ricerca in tutto il mondo impegnati nella definizione dei fattori che stanno alla base di queste differenze. Il dato sarà molto utile in futuro per definire i livelli di rischio e quindi di protezione necessaria per ciascun individuo.
Il Covid: sintomi e ricerca di una cura
I sintomi iniziano comunemente con tosse, febbre, cefalea, perdita del gusto e dell’olfatto. Poi possono evolversi, con la comparsa di stanchezza, dolori muscolari, diarrea e vomito, confusione mentale. Le complicazioni polmonari sono quelle più gravi e possono portare a morte. Su 1000 persone colpite, in media, in base ai dati fino ad ora noti, 5 rischiano di morire. Nelle persone con più di 75 anni, però, questa incidenza può arrivare a 1 su 10.
Non vi sono cure per il Covd-19 una volta che si manifesta clinicamente. Agli inizi della pandemia la medicina, colta di sorpresa e senza una specifica preparazione, ha provato diversi approcci, senza risultati. Oggi è chiaro che le terapie antivirali note non sono efficaci, se non in situazioni marginali, e che le indicazioni terapeutiche sono limitate a farmaci per il controllo degli eventi che possono essere provocati dal virus (vedi, ad esempio, gli anticoagulanti, gli antinfiammatori). Non vi sono cure dirette specificamente a combattere il virus per ridurne le capacità di danneggiare i tessuti. Anche la somministrazione di siero prelevato da persone che hanno avuto la malattia non si è rivelata efficace, nonostante in passato avesse suscitato molte attese.
Qualche speranza deriva dagli anticorpi monoclonali, soprattutto se somministrati nelle fasi inziali della malattia, cioè prima che si metta in moto la cascata di eventi che portano alle manifestazioni cliniche più gravi. Fortunatamente, migliaia di laboratori stanno studiando le terapie antivirali, che potrebbero rappresentare un’importante valvola di sicurezza per chi, nonostante le difese messe in atto, fosse colpito dalla malattia. Molto probabilmente, vista l’enorme mole di investimenti, entro meno di un anno avremo delle molecole efficaci in questo ambito.
Vaccinarsi per prevenire
Questo insieme di dati indica l’importanza della prevenzione, attuata attraverso la somministrazione di un vaccino. Attualmente non vi sono alternative serie e controllate per garantire un futuro sereno a ciascuno di noi. A questo proposito è importante avere uno sguardo retrospettivo. Le proposte “miracolose” per prevenire e guarire dal Covid-19, in questi mesi sono state centinaia, ma nessuna ha resistito all’esame del tempo! Però, purtroppo, nel frattempo hanno causato costi inutili, speranze distrutte, gravi danni alla salute, perché hanno dissuaso le persone dall’adozione di adeguati interventi di cura.
Non sappiamo quale sarà l’evoluzione dello scenario epidemico, per cui è ancora presto per definire l’evoluzione della malattia. È però, certo che solo l’associazione “mascherina, distanziamento, igiene delle mani e vaccinazione” permettere di affrontare il prossimo futuro senza angoscia. Fino a quando non si sa. Troppe, infatti, sono ancora le incertezze sulla possibilità che si instauri la cosiddetta immunità di “gregge”, cioè una condizione per la quale di fatto la diffusione del virus si riduce moltissimo. Non sappiamo, inoltre, per quanto tempo dura la protezione indotta dal vaccino e, quindi, se sia necessario fare dei richiami a intervalli stabiliti. Molti esperti ritengono, infatti, che dovremo far i conti con la presenza del virus nell’ambiente ancora per molto tempo, forse per anni. Dobbiamo quindi predisporci a una convivenza che dobbiamo poter gestire con serenità, sottoponendoci senza fretta a vaccinazioni programmate.
Vaccini: facciamo chiarezza
Oggi siamo colpiti dalla diffusione di mille voci incontrollate, e talvolta di parte, sull’efficacia e la sicurezza dei diversi vaccini che vengono proposti. in particolare, si discute molto sul vaccino prodotta dall’azienda farmaceutica AstraZeneca. In scienza e coscienza, mi sento di affermare che si tratta di un vaccino sicuro, che è stato vittima di una comunicazione confusa e ingenua, sia da parte dell’azienda stessa sia da parte delle autorità che avrebbero dovuto dare indicazioni precise. Chi scrive, infatti, ha ricevuto un vaccino AstraZeneca e non ne ha avuto alcuna conseguenza. Debbo dire al riguardo che non ho personalmente mai avuto alcuna incertezza, anche perché ho avuto la possibilità di compiere un’attenta analisi dei dati pubblicati dalla letteratura scientifica.
Tutti i tipi di vaccino talvolta causano qualche effetto indesiderato. Si tratta però di condizioni poco rilevanti sul piano clinico generale. Possono infatti causare lievi disturbi, come spesso avviene per molte medicine. Per un paio di giorni si può provare un lieve dolore, una sensazione di gonfiore nel braccio dove è avvenuta la vaccinazione, una sensazione di stanchezza, accompagnata da sonnolenza, alcuni sintomi che possono sembrare quelli dell’influenza. Si sono registrati nel nostro Paese anche eventi collaterali più gravi: nessuno però ha richiesto il ricovero ospedaliero.
L’insieme delle considerazioni soprariportate possono essere sufficienti per convincere anche chi è incerto sull’opportunità della vaccinazione. A tal proposito, ritengo che un colloquio serio e sereno con il proprio medico sia il modo migliore per cancellare i dubbi e le paure. In alcuni casi i dubbi hanno motivazioni ideologiche profonde. In questo senso la diversità di opinione va rispettata perché le persone che rifiutano la vaccinazione si impegnano a seguire alcune indicazioni di comportamento per evitare che la loro scelta induca danni alla collettività.
È possibile rivedere la registrazione del webinar “Vaccini: facciamo chiarezza” collegandosi al seguente link.
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