L’Iss ha presentato il primo rapporto del Centro Nazionale per la Sicurezza delle Acque (CeNSiA). L’acqua del rubinetto è sicura, ma un terzo degli italiani non si fida. E gli anziani bevono poco
L’acqua fa bene e non costa nulla, quando esce dal rubinetto di casa. Eppure, per quanto sia potabile e sicura quasi nel 100% dei casi, un terzo degli italiani non si fida. In generale, se ne beve poca, rispetto al fabbisogno: il 40% degli anziani, in particolare, non beve abbastanza. Sono alcuni dei dati messi in luce dal primo rapporto del Centro Nazionale per la Sicurezza delle Acque (CeNSiA) dell’Istituto Superiore di Sanità, appena pubblicato.
L’acqua è sicura: i dati di oltre 2,5 milioni di analisi chimiche, chimico-fisiche e microbiologiche
Dai controlli effettuati, risulta infatti che negli ultimi tre anni l’acqua sia conforme ai parametri indicati dalla legge in quasi il 100% dei casi. Il rapporto, realizzato sulla base dei dati prodotti dalle Regioni italiane insieme al Sistema Nazionale per la Protezione Ambientale e coordinato dal Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità, ha esaminato i risultati di oltre 2,5 milioni di analisi chimiche, chimico-fisiche e microbiologiche condotte in 18 Regioni e Province Autonome, corrispondenti a oltre il 90% della popolazione italiana, tra il 2020 e il 2022.
Dal punto di vista territoriale tutte le Regioni hanno mostrato percentuali di conformità medie molto alte, superiori al 95%.
Spiega Rocco Bellantone, presidente dell’Iss: “Dai dati che abbiamo raccolto emerge che l’acqua potabile è sicura e controllata capillarmente nel tempo in tutto il Paese, conforme quasi nel 100% dei casi ai parametri di legge e con una gestione sicura delle non conformità. È importante che si ribadisca questo concetto, visto che secondo l’Istat quasi un terzo degli italiani non si fida dell’acqua dei propri rubinetti”.
Caldo, acqua e anziani: le otto regole
L’acqua è essenziale per il benessere del corpo e per la nostra salute. Secondo gli studiosi, le donne dovrebbero berne 2 litri al giorno, gli uomini 2,5 litri. Pochi però osservano questa regola fondamentale, specialmente tra gli anziani: oltre il 40% di loro non beve la quantità di acqua che sarebbe necessaria per il loro benessere fisico. Lo ha riferito il coordinatore della segreteria scientifica dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), Graziano Onder, proprio in occasione della presentazione del rapporto del CeNSiA. Un intervento particolarmente attuale e utile, in questi giorni di temperature estive altissime: “Bisogna bere molto, anche in assenza di stimolo della sete – ha detto Onder -. Il mio consiglio è quello di riempire una bottiglia di due litri, la mattina, e sapere che bisogna averla finita entro la sera. Può essere poi utile rivalutare le terapie farmacologiche con il proprio medico, prestando particolare attenzione alle terapie anti-ipertensiva e diuretica, che possono contribuire alla disidratazione”.
C’è anche una terza regola, raccomandata dallo specialista: “Assumere cibi ricchi di liquidi, come frutta e verdura. Bisogna invece evitare bevande zuccherate o alcolici, che favoriscono lo stato di disidratazione”. Per Onder, inoltre, non bisogna smettere di fare attività fisica, “ma occorre farlo nelle ore più fresche della giornata, tenendo conto che il moto deve essere proporzionato alle capacità dell’anziano”. Poi, naturalmente, occorre “privilegiare gli ambienti freschi e vestire comodi e leggeri con indumenti che consentano di non sudare eccessivamente”. Ottava e ultima regola: “Non trascurare la compagnia a la socialità: quando si vive in compagnia, avere una sufficiente idratazione e una buona alimentazione è più facile che se si vive da soli”.
© Riproduzione riservata