I nonni italiani non possono chiedere di meglio: i loro più appassionati caregiver sono i nipoti. Lo dice uno studio pubblicato su International Journal of Care and Caring. Dall’indagine emerge che l’Italia è il primo su sei Paesi in cui i giovani di età compresa tra i 15 e i 17 anni che si occupano dei nonni, sono più felici. La percentuale è pari al 59,3%.
Gli adolescenti italiani primi per l’assistenza ai nonni. È questa la sintesi che emerge da uno studio che indaga sul benessere psicofisico degli adolescenti provenienti da Italia, Paesi Bassi, Slovenia, Svezia, Svizzera e Regno Unito. Utilizzando un sondaggio online – somministrato a 2.099 giovani assistenti – si sono acquisiti dati sull’impatto che le cure non retribuite a parenti anziani e disabili hanno sulla loro salute mentale. Non solo, anche sul benessere, sulla salute fisica e sull’istruzione. È stato chiesto loro anche la tipologia di supporto preferita, dal formale all’informale.
Il metodo di indagine
Lo studio nasce da un sondaggio realizzato online in sei Paesi, in due periodi distinti: da aprile 2018 a dicembre 2018 e da gennaio 2019 a luglio 2019. L’indagine comprende una sezione demografica e una a più ampio raggio per la valutazione multidimensionale delle attività di cura, di occupazione, salute e sostegno. In Italia e in Slovenia, l’indagine ha incluso un’ulteriore domanda qualitativa a risposta aperta sulle difficoltà incontrate nell’assistenza a un familiare più anziano. È bene precisare che lo studio è stato condotto in Paesi in cui esiste una scarsa consapevolezza della “cura dei giovani”. La ricerca, infatti, indaga la salute mentale e il benessere degli assistenti/cargiver di età compresa tra i 15 ei 17 anni.
I risultati dello studio
Per l’Italia, l’analisi pubblicata su International Journal of Care and Caring, ha preso in esame le risposte di 240 adolescenti che hanno dichiarato di essere anche “caregiver”. Nel 67% dei casi si tratta di femmine. Il campione italiano è risultato quello in cui prevale l’assistenza prestata ai nonni (59,3%); dopo di loro, ma a distanza, i ragazzi svizzeri (34,2%) e sloveni (37,8%). Al contrario, nel confronto tra i 6 Paesi, i ragazzi italiani sono quelli meno coinvolti nell’assistenza a un genitore o un fratello malato.
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