Giuseppe ce l’ha fatta, si è laureato. Nel pomeriggio di mercoledì davanti ad un numero ristretto di parenti, in pieno rispetto delle misure di prevenzione Covid, ha discusso la tesi. Un momento emozionante e unico che rimane impresso nei ricordi di tutti. A maggior ragione quando accade a quasi 97 anni.
Dottore da 110 e lode
Il dottor Paternò, infatti, ha conseguito il titolo in Storia e Filosofia con una votazione di 110 e lode all’Università degli Studi di Palermo. Il suo percorso universitario è iniziato tre anni fa, ma la voglia di studiare e apprendere affonda le sue radici molto prima. «Da ragazzo ho dovuto convincere mio padre a lasciarmi andare a scuola: a casa avevamo bisogno di soldi», ha raccontato al Corriere della Sera. «Ho fatto il fattorino e, dopo avere preso il titolo, sono stato anche geometra per le Ferrovie dello Stato, poi c’è stata la pensione». E nel momento in cui il lavoro non occupava più gran parte della sua giornata, Giuseppe Paternò ha deciso di ricominciare a studiare. «Ho cominciato con due corsi di teologia, ho letto tanti libri. Poi ho deciso di scriverne uno mio sulla storia dei ragazzi di via Papireto, il quartiere in cui sono nato. La storia parla di me e di tanti personaggi della mia città, ma voglio aggiornarla e riscriverla subito dopo la laurea».
Una mente brillante
Dopo la discussione della tesi sui luoghi dell’anima della sua città, Fabrizio Micari, il Rettore dell’Università di Palermo, ha consegnato la corona d’alloro e la pergamena al neodottore Paternò. «Il signor Paternò ha una media strabiliante, costellata di 30 e 30 e lode», ha esordito il Rettore prima della proclamazione. «È una cosa eccezionale per qualunque ragazzo e oggi, in effetti, ci troviamo alla presenza di un ragazzo». Un riferimento alla lucidità e alla freschezza intellettuale di questo novantasettenne palermitano.
La perseveranza del dottor Paternò
«Quando c’è la volontà di fare qualcosa, è necessario andare fino in fondo. Non bisogna lasciarsi scoraggiare dagli ostacoli perché quelli si incontreranno sempre. Lo dico specialmente per i giovani: il futuro è davanti a loro, possono fare tutto ciò che desiderano», ha sostenuto il signor Paternò prima della proclamazione. E quando gli chiedono se proseguirà gli studi risponde: «Non escludo la magistrale, anche se l’idea di laurearmi a 99 anni mi sembra bizzarra». Un progetto che non si sentono di escludere nemmeno i figli, Nunzio e Marcella.
«Mio padre ha scoperto la sua natura a Chianciano, il luogo in cui ha trascorso le sue estati per 45 anni. Lì ha conosciuto un filosofo di Torino che gli ha consigliato di intraprendere questa strada: “Giuseppe, lei è uno storico e un filosofo. Quando torna a Palermo cambi vita”. Questa laurea è la fine di un percorso in cui abbiamo sempre creduto, ma che abbiamo affrontato giorno dopo giorno a causa dell’età di mio padre. Sono stati tre anni e ventotto esami – di cui gli ultimi cinque sostenuti online a causa dell’emergenza sanitaria – vissuti a pieno», racconta Nunzio a Palermo Today. «Vivere questa giornata è stata un’emozione incredibile».
Un record che fa commuovere e spinge a ripensare tutti i limiti che ci poniamo ogni giorno.
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