Parte l’edizione numero 106 della celebre Corsa tra ricordi di campioni del passato, salite massacranti e volate al cardiopalmo
Li vediamo pedalare per chilometri, affrontare pendii, tornanti e discese, sfidare il vento e ogni tipo di clima. Sono uomini di ferro, per qualcuno addirittura eroi, i ciclisti che partecipano al Giro d’Italia, uno degli eventi sportivi più seguiti e amati. Quella di quest’anno è l’edizione numero 106, che partirà dall’Abruzzo e arriverà a Roma dopo 21 tappe e 3.489 km di percorso.
Da vivere soli o in gruppo, il Giro d’Italia è anche, e soprattutto, una festa popolare che coinvolge ogni anno milioni di appassionati che, lungo le strade, seguono con entusiasmo i loro beniamini, per incoraggiarli nelle salite più dure e nelle volate più emozionanti. È proprio nella passione del pubblico che si manifesta il significato più profondo della competizione: da gara diventa un simbolo di unità nazionale, capace di celebrare la diversità e la ricchezza delle regioni italiane, mostrando al mondo le loro bellezze e le loro tradizioni. Perché il Giro oltre che prova fisica è anche una splendida vetrina per il nostro Belpaese.
Si parte sabato 6 maggio con la cronometro individuale sulla Costa dei Trabocchi, in provincia di Ortona. Nella storia del Giro, dopo quella del 2001, questa è la seconda partenza dalla regione abruzzese. Dopo aver attraversato il Sud Italia – con tappe a Napoli, Salerno e Melfi -, si salirà verso il Centro con l’arrivo al Gran Sasso, in una delle salite più lunghe e impegnative d’Europa, per poi proseguire verso l’Emilia-Romagna con una cronometro da Savignano sul Rubicone a Cesena, dedicata all’indimenticabile Marco Pantani.
Durante la seconda settimana sarà la volta della sfida sulle Alpi Occidentali, con tappe a Rivoli, Crans Montana (in Svizzera) e Cassano Magnago. Qui ci sarà un altro momento-omaggio dedicato ad Alfredo Binda, il primo grande campione del ciclismo italiano e vincitore di cinque edizioni tra gli Anni ’20 e ’30. Ma le dediche non finiscono qui perché il Giro scenderà poi verso la Lombardia, con tappe a Bergamo e Sabbio Chiese, dove si celebrerà il ricordo di Felice Gimondi che rese epiche le sue sfide con Eddy Merckx.
Per gli appassionati non ci sarà tempo di tirare il fiato, perché nella terza ed ultima settimana si decideranno le sorti del Giro, con le tappe dolomitiche che metteranno alla prova i migliori scalatori. Sperando in un tempo clemente per i corridori (e il pubblico in strada), si aspetterà la “tappa regina”: quella da Longarone alle Tre Cime di Lavaredo e le cinque salite da affrontare, con una pendenza media del 7,6% e punte del 15%. Una lotta contro sé stessi e la fatica di un Giro che volge al termine, fino alla cronometro individuale da Tarvisio al Monte Lussari: è qui che si deciderà il vincitore finale del Giro edizione 2023, prima della passerella conclusiva a Roma con arrivo ai Fori Imperiali. Non sappiamo chi sarà il vincitore che otterrà la gloria e un nome impresso negli Albi. L’unica cosa di cui siamo certi è che tutto il mondo avrà fatto il Giro dell’Italia.
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