Velia Giovannini.
Procuratore di Agenzia Generale di assicurazioni ora in pensione. Partecipa al Concorso 50&Più da alcuni anni; nel 2012 ha ricevuto la Menzione speciale della Giuria per la prosa. Vive a Morbegno (So).
Io primogenita nata in una modesta famiglia in un piccolo paese di periferia dopo i primi anni della fine della seconda guerra mondiale dove era il poco o niente, tutto da fare, da ricostruire.
Non ricordo da bambina di avere avuto da Te carezze, dolci baci; nella mia infanzia e da ragazzina poi i tuoi sguardi severi silenziosi tutto mi facevano capire. Nemmeno una serena, spensierata adolescenza ho avuto: da me pretendevi che il mio corpo, le braccia e le forze sostituissero quel maschio non avuto e non c’erano né ma né se che tenessero. Ero con Te tutti i giorni al mattino presto a lavorare in campagna, poi lo studio, le faccende domestiche e quando pensavo di aver finito ancora volevi che ti aiutassi in altri lavori che con mano sapiente e precisione sapevi fare.
Mi spiegavi “Nella vita bisogna imparare a essere sufficienti e senza regole e costanza non si va da nessuna parte”. Io ero la tua giovane pianta che imparava, cresceva vicino al tuo tronco ma i lacci che mi tenevano stretta davvero erano troppi, mi facevano tanto male e le lacrime di sconforto scendevano dentro, non le volevi vedere non le avresti accettate.
Mi ripetevi spesso come se leggessi i miei pensieri “La Vita non regala nulla tutto va conquistato sul campo ma con onestà rispettando gli Altri”.
I Tuoi costanti sermoni venivano sempre più scolpiti nella mia mente, nel cuore e suonavano allora solo come parole “Ora non puoi capire ma un giorno capirai e mi ringrazierai”.
La Tua disciplina, il Tuo forte carattere, la Tua onestà, per il grande bene che mi volevi ma non dimostravi, erano volti a forgiarmi per quei venti futuri non favorevoli che poi da grande avrei incontrato.
…E ora che inizia la mia Terza Età mi fermo, con i ricordi vado a quel tempo e vorrei, anche se ormai è troppo che te ne sei andato, poterti io abbracciare per dirti “Grazie Papà” per la Donna che di me hai fatto, quella Donna che sono: sei proprio Tu che mia hai dato le ali per volare sicura nel mondo!