Siamo il Paese europeo con il maggior numero di over 65, ma non abbiamo ancora una normativa per affrontare questa incalzante dinamica demografica.
Non si trova una legge ad hoc neanche nella Carta Costituzionale, poiché nel dopoguerra il tessuto sociale era del tutto diverso da quello di oggi. Dopo il boom demografico degli Anni ’60, infatti, è iniziata una graduale inversione di tendenza, culminata con gli anni della crisi. Di fatto, si stima che tra 15 anni ai 14 milioni di over 65 attuali se ne aggiungeranno altri 4 milioni e mezzo.
“Giovani si diventa! Il diritto a una longevità di qualità”
La società italiana insomma sta cambiando, si evolve, invecchia. Da qui nasce la necessità di allineare il quadro normativo al contesto sociale. Ma non solo. Gli anziani sono una risorsa, sia dal punto di vista sociale che economico. È necessario assicurare loro una qualità di vita dignitosa ed attiva, per garantire la piena partecipazione nei diversi ambiti della comunità.
È su questi presupposti che si fonda l’Intergruppo Parlamentare “Longevità. Prospettive socio-economiche”, nato con l’obiettivo di raccogliere e attuare competenze ed esperienze sul tema della longevità. Lo ha annunciato il 23 marzo scorso la vicepresidente del Senato, Paola Taverna, nel corso della conferenza stampa “Giovani si diventa! Il diritto a una longevità di qualità”. All’incontro hanno partecipato, tra gli altri, il vicepresidente del Parlamento europeo, Fabio Massimo Castaldo, il sottosegretario alla Salute, Pier Paolo Sileri, e Monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Commissione per la riforma dell’assistenza agli anziani. Il messaggio è quello di un “progetto organico e trasversale”, che implica una “fattiva sinergia” tra le due Camere, tra i diversi gruppi politici, tra Parlamento e Governo, e tra Istituzioni nazionali ed europee.
La modifica dell’art. 31 della Costituzione e la delega per tutelare e valorizzare gli anziani
L’Intergruppo ha presentato due nuovi disegni di legge. Il primo riguarda una modifica all’art. 31 della Carta Costituzionale. Il testo attuale cita “La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi. Protegge la maternità, l’infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo”. L’obiettivo è aggiungere qui una esplicita tutela degli anziani, per la loro partecipazione attiva alla vita sociale e politica. Una modifica alla norma che impegna la Repubblica a impedire l’emarginazione dei longevi e a valorizzarne l’esperienza.
Il secondo disegno di legge chiede al Governo di individuare gli strumenti più idonei a tale scopo. Questo DDL, infatti, ha il fine di rivedere il modello dell’attuale organizzazione dei rapporti sociali, centrando l’esigenza di mantenere i meno giovani attivamente inseriti nel tessuto sociale. Un risultato da raggiungere, sottolinea la proposta, con la collaborazione di tutta la comunità, così che la vita dell’anziano resti integrata nell’ambiente circostante.
Art. 1 del Disegno di Legge per la tutela dell’anzianità
Nell’art.1 del DDL si chiede esplicitamente al Governo di adottare nuove disposizioni. Tra queste, progetti basati sulle tecnologie che tengano conto delle nuove abitudini nei consumi e negli stili di vita degli over 65. In pratica si vuole favorire un nuovo modo di abitare, di viaggiare, di acquistare e di comunicare. Tra le proposte, la creazione di centri residenziali per anziani autonomi che offrano servizi di base, per superare il vecchio concetto di RSA. Favorire il ripopolamento di borghi abbandonati che presentino le caratteristiche per accogliere popolazioni anziane. O assicurare sostegno ad attività e progetti per un’economia della longevità produttiva per la collettività.
L’utilità della Silver Economy e il bisogno di un futuro “attivo”
Nel corso della conferenza si è parlato anche di Silver Economy. Le previsioni la vedono in crescita del 5% annuo, fino a raggiungere i 5,7 miliardi di euro nel 2025. Un’occasione importante anche per l’occupazione dell’altra fascia debole, i più giovani.
Ma si è sottolineata anche l’importante ruolo dei più longevi come veri e propri “ammortizzatori” economici. Circa 7 milioni e mezzo di anziani erogano soldi a figli e nipoti e 1.700.000 di loro lo fa regolarmente. Un aiuto senza dubbio essenziale a sostegno delle famiglie.
E per loro, per gli anziani, non deve esistere solo il passato. Superata la soglia dei 60 anni, si deve poter continuare ad immaginare un futuro attivo. Un momento in cui sviluppare passione ed interessi. In sostanza, un tempo in cui dipingere, leggere, fare sport, prendersi cura di chi si ama e, perché no?, inseguire la felicità per una vecchiaia di qualità.
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