Anna Galiena e Franco Nero portano nelle sale cinematografiche una storia toccante di amore e malattia, vita e morte, scritta e diretta da Simone Petralia. Nonostante siano rimasti divisi per tanto tempo la malattia di Margherita farà in modo che i due riescano a ritrovarsi.
I giorni felici per due persone che sono state insieme, e che poi per molti anni si sono allontanate, possono essere anche quelli che li porteranno a scrivere insieme il finale della loro vita, grazie alla forza dell’amore. Anna Galiena e Franco Nero portano nelle sale (dall’11 dicembre con Europictures, dopo la presentazione all’ultimo Festival del Cinema Europeo) una storia, scritta e diretta da Simone Petralia, toccante di amore e malattia, vita e morte, all’Amour di Haneke.
Margherita è un’attrice di fama internazionale con alle spalle una carriera ricca di successi e riconoscimenti. Antonio, il suo ex compagno, è un regista insoddisfatto e padre del loro figlio Enea. Quando alla donna viene diagnostica una Sla fulminante, l’uomo decide di tornare nella casa dove ha vissuto con la sua famiglia per assisterla. Nonostante siano rimasti divisi per tanto tempo, la malattia di Margherita farà in modo che i due riescano a ritrovarsi.
«Margherita è una donna che inizialmente indossa un’armatura, che dà una grande importanza a se stessa con il rischio di soverchiare gli altri, fino a quando la malattia le fa perdere tutte le sue certezze. In un primo momento cerca di ribellarsi a ciò che le sta accadendo, in maniera abbastanza inutile, e poi lo accetta, crescendo, nonostante la sua vita stia finendo», racconta Galiena. L’attrice dice di essersi abbandonata al personaggio, senza però lasciarsi spaventare dai temi importanti e delicati che affronta Giorni felici: «Quando decido di interpretare un ruolo lo faccio fino in fondo. Qui parliamo di malattia e fine vita, ma non possiamo girare lo sguardo dell’altra parte. Bisogna parlare di certi argomenti anche al cinema». Poi pensando a cosa farebbe in una situazione del genere, spiega: «Se succedesse a me onestamente non so come reagirei. Ma credo che debba essere la persona malata a decidere come morire. Poi, naturalmente, entrano spesso in gioco le persone che hai vicino e ti amano. Io credo che la vita sia sacra come la morte, che è l’unica cosa che non conosciamo. È il luogo dal quale nessun viaggiatore è mai tornato, diceva Amleto. Facciamo in tempo a capire che cosa significhi la vita, che finisce. Ma dobbiamo accettarlo».
Anche Nero interviene sul fine vita: «Posso capire la scelta di un malato di voler morire, anche se onestamente non so come mi comporterei in una situazione del genere. Sarebbe sicuramente un duro colpo. Io sono un attore, un regista, uno sceneggiatore, un produttore. Continuo a fare questo mestiere da oltre sessant’anni con grande passione. Senza di quella non potrei andare avanti. Per me sono fondamentali anche la libertà e la voglia di continuare a sognare, ciò che fa il pubblico quando va al cinema a vedere un film». C’è chi vive nel passato come Antonio, e chi nel presente e guardando al futuro come Margherita. Due personaggi distanti, che sapranno trovare un punto di contatto. «Antonio è un uomo depresso, innamorato dei ricordi e della sua vita passata con la sua ex moglie – spiega ancora Galiena -. Nonostante abbiano visioni differenti, però, insieme riescono a ritrovarsi, grazie al loro amore e all’accettazione del momento che stanno vivendo in una fase così avanti della loro vita. La vera conquista per entrambi è non aver perso nel corso del tempo questo grande sentimento che li legava». E Nero aggiunge del suo personaggio, costruito più su silenzi e sguardi, che parole: «Antonio è un uomo fallito, che ha vissuto sempre tra le nuvole e non si è occupato quanto avrebbe dovuto neppure del figlio. Solo ora ha capito gli errori che ha fatto e cerca di rimediare tornando in quella casa in punta di piedi per provare a riconciliarsi con l’amore della sua vita. Il mio personaggio è un uomo che cerca una seconda possibilità e lo fa pensando alla bellezza di un sentimento come l’amore». E riguardo a questo, l’attore 82enne aggiunge: «Credo sia questo un aspetto molto bello del film, il fatto che si possa parlare di un sentimento così alto e importante anche quando si è anziani. Ho impiegato un po’ di tempo prima di dire di sì al progetto. Simone mi ha rincorso, ha avuto pazienza di aspettarmi e alla fine gli ho dato fiducia. I giovani vanno aiutati e sostenuti».
Nero rivela di essersi sentito vicino al personaggio di Antonio, per ciò che sta vivendo nel suo privato con Vanessa Redgrave, dalla quale nel 1969 ha avuto il figlio Carlo Gabriel. «Mia moglie è malata. Recentemente sono stato ospite in una trasmissione della Rai, in cui lei è intervenuta con un video messaggio dicendo che la sua vita è arrivata ormai alla fine e che io merito di vivere ancora per molto – racconta commosso -. Io e lei ci siamo innamorati che eravamo giovanissimi. Le nostre strade si sono divise e per molto tempo abbiamo vissuto vite separate, anche con altre persone. Poi abbiamo deciso di tornare insieme. La nostra vita è stata piena di momenti bellissimi, fantastici. E tutto questo è stato possibile solo grazie all’amore che abbiamo provato e continuiamo a provare l’uno per l’altra. Se questo sentimento è vero e forte, non finisce mai».
SIMONE PETRALIA
Simone Petralia nasce in provincia di Messina il 6 febbraio 1988. Esordisce come attore nello spot Bagutta “La moda è come un film” e nel videoclip “The first last kiss” del gruppo musicale Vanilla Sky. Nel 2011 ha lavoratocome assistente alla regia per Pupi Avati nella serie TV Un matrimonio, trasmessa su Rai 1. Ha scritto e diretto diversi cortometraggi: da studente di cinematografia realizza L’ultimo cielo (2011), accompagnato dall’omonimo brano di Max Gazzè, Solo un bacio (2012), presentato in concorso al Giffoni Film Festival 2012, Buongiorno Viola ( 2013) ed Emmanuel (2014), presentato in concorso al Social World Film Festival 2014. Quest’ultima opera ha ricevuto i premi per la migliore sceneggiatura e la migliore attrice protagonista. Nel 2015 ha realizzato il suo primo lungometraggio per il cinema, Cenere, presentato in concorso al Social World Film Festival 2016, ottenendo il premio per il miglior attore protagonista.
ANNA GALIENA E FRANCO NERO FINO ALL’ULTIMO RESPIRO
L’amore al tempo della SLA raccontato in “Giorni felici”
Il film di Simone Petralia, nelle sale dall’11 dicembre, è stato presentato al 24° Festival del Cinema Europeo di Lecce
Margherita (interpretata magistralmente da Anna Galiena) è un’attrice di fama internazionale, con una carriera ricca di successi e riconoscimenti alle spalle. Vive a Roma in un appartamento ricco di ricordi, spesso in compagnia della sua agente Michela (Antonella Ponziani), di alcuni amici (tra questi, Serena e Ramiro, interpretati da Maria de Medeiros e Marcello Mazzarella) e di suo figlio Enea (Marco Rossetti), musicista infelice. A breve, Margherita sarà impegnata a Los Angeles nelle riprese di un film diretto da un giovane regista americano. Improvvisamente viene colpita da problemi fisici e gli esami rivelano una grave forma di sclerosi, la SLA. Ad assisterla arriva Antonio (interpretato col suo antico “cipiglio da valoroso” da Franco Nero), il suo ex compagno, regista insoddisfatto e padre di Enea. A causa della malattia, Margherita deve rinunciare al film e si ritrova in poco tempo impossibilitata a muoversi. Antonio e Margherita, che sono stati separati per tanti anni, affrontano la realtà presente, cercando di mantenere viva la dignità e l’amore che li ha uniti. E insieme decidono di scrivere il grande finale della loro vita.
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