In occasione del 4 gennaio, data di nascita di Louis Braille, si celebra la Giornata Mondiale dell’omonimo alfabeto: il sistema che ha cambiato completamente il modo di vivere di migliaia di persone con disabilità visiva, consentendo loro di scrivere, leggere e comunicare per iscritto. L’alfabeto Braille venne messo a punto dal suo inventore nella prima metà del XIX secolo. Il parigino, infatti, a soli tre anni perse la vista in seguito ad un incidente e cominciò a frequentare l’Istituto dei Ciechi di Parigi, uno dei primi istituti al mondo per non vedenti.
Qui i ragazzi sviluppavano alcune abilità pratiche che avrebbero consentito loro di trovare un impiego e, allo stesso tempo, imparavano a leggere grazie ad un rudimentale metodo di scrittura in rilievo. Appena adolescente, Braille ideò un codice alfabetico che prevedeva l’utilizzo di 6 punti posizionati con criterio all’interno di uno spazio corrispondente a quello del polpastrello del dito indice. Il metodo, dopo aver dato prova della sua efficacia, venne riconosciuto come alfabeto di riferimento per i non vedenti di tutto il mondo.
Ad oggi, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità sono circa 1,3 miliardi le persone con problemi visivi, di cui 36 milioni affette da cecità totale. Per loro il Braille è uno strumento essenziale per il raggiungimento di una piena autonomia e per favorire l’integrazione nel tessuto sociale, scolastico, lavorativo e culturale.
In Italia, in particolare, i ciechi sono circa 360.000 e sono oltre 1,5 milioni gli ipovedenti composti per circa il 60% da over 50. Un dato che sembra destinato a salire nei prossimi dieci anni fino a raggiungere un aumento del 25% di non vedenti a causa di patologie legate all’invecchiamento come la degenerazione maculare, il glaucoma e la retinopatia diabetica.
Proprio per sensibilizzare i senior su questi temi, pochi anni fa, Fondazione Senior Italia in collaborazione con Novartis ha dato vita alla campagna Prospettive Nuove, sviluppata sul web con articoli di approfondimento e divulgata attraverso newsletter e social network. Il materiale informativo è stato distribuito anche all’interno dei Centri Sociali per Anziani di Roma per prevenire e riconoscere i sintomi delle principali malattie dell’occhio.
Un altro tipo di sensibilizzazione è quella proposta dall’Istituto dei Ciechi di Milano con il percorso Dialogo al Buio. Una mostra di oltre un’ora nella totale oscurità che si differenzia da un’esposizione tradizionale per il fatto che i visitatori esplorano gli ambienti circostanti affidandosi esclusivamente ai sensi del tatto, dell’udito, dell’olfatto e del gusto. Si passa per alcune ambientazioni che richiamano situazioni di vita quotidiana, come bere una tazza di tè o fare una passeggiata in giardino, da scoprire attraverso i sensi e il dialogo con la guida non vedente. L’ultima tappa della visita è all’interno di un bar dove, sempre nell’oscurità più totale, si commenta l’esperienza vissuta. Una visita che può disorientare, ma che offre anche l’occasione di scoprire nuove dimensioni e lo spunto per riflettere sul mondo da una prospettiva diversa.
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