Si celebra oggi, 13 novembre, la Giornata mondiale della gentilezza. Per l’occasione, Infojobs – la piattaforma leader in Italia per la ricerca di lavoro online – ha stilato un vademecum. Si tratta di cinque semplici regole per essere gentili al lavoro anche quando non ci va
La Giornata mondiale della Gentilezza si celebra oggi in tutto il mondo per promuovere il potere positivo di questo comportamento. La data del 13 novembre è stata scelta perché ricorda il giorno d’inizio della conferenza del World Kindness Movement: l’appuntamento di Tokyo nel 1997 che ha portato alla firma della Dichiarazione della Gentilezza.
La Giornata della gentilezza
I Paesi aderenti al Movimento sono attualmente 27: tutti sono chiamati a deliberare opinioni, principalmente, su sviluppo sostenibile in una Assemblea Generale che ha adottato il motto “guardare oltre noi stessi e oltre i confini di Paesi, etnie, religioni e culture”. La sede italiana nasce a Parma nel 2001 e mutua il proprio slogan (la gentilezza è rivoluzionaria) da una canzone di Claudio Baglioni. Nel corso degli anni sono aumentate le iniziative e l’attenzione verso il tema della gentilezza grazie anche al consolidamento di empatia, tolleranza e rispetto degli altri.
Il vademecun della gentilezza firmato Infojobs
Con oltre 6,5 milioni di utenti registrati, Infojobs – la piattaforma leader in Italia per la ricerca di lavoro online – ha stilato un vademecum con cinque semplici regole, per essere gentili al lavoro anche quando non ci va. Lo ha fatto in occasione della Giornata mondiale della gentilezza. Eccole:
1. Riflettere e (solo) poi commentare (con le parole giuste): quando il cattivo umore è dominante, tutto sembra negativo e anche situazioni come la macchinetta del caffè rotta, diventano una fonte di polemica. Da qui si inizia un’escalation di nervosismi che rischiano di riversarsi anche nel dialogo con capo e colleghi, con conseguenze pericolose. Per evitare tutto ciò, meglio contare fino a 10 e non far trasparire un eccesso di disappunto. Puntare al dialogo costruttivo è la soluzione. O, a volte, anche il silenzio!
2. L’espressione facciale vale più di mille parole: siamo molto fieri di noi stessi quando riusciamo a trattenerci da quel commento poco carino ad un’osservazione che in una giornata “no” diventa insostenibile. Ma attenzione: anche se siamo bravi a trattenere le parole, la mimica facciale è espressione dei nostri pensieri e fa emergere in modo evidente ciò che non diciamo a chiare lettere.
3. Se oggi “non reggo” il mio capo… capitano giorni in cui proprio non si è d’accordo con le decisioni prese dal proprio capo, pur rispettandone l’autorevolezza. Se questi punti di vista discordanti si verificano quando si è nervosi, il rischio di lanciarsi in commenti a caldo con toni accesi è dietro l’angolo. La soluzione? Lasciamo sedimentare quello che non ci piace e ripensiamoci in un secondo momento, valutando pro e contro. Non siamo comunque convinti? Parliamo con il capo ma in un momento successivo e più disteso; il dialogo è il punto di forza di una relazione, anche professionale.
“Fare squadra è la chiave del successo”
4. Se oggi “non reggo” i miei colleghi… voce alta, mail su mail di richieste, telefono che squilla in continuazione. Tutto questo, nelle giornate “no”, diventa motivo di frizione con i colleghi. Non gettiamo al vento tutto l’impegno profuso a creare un buon team solo a causa di una luna storta! Ricordiamo invece, che fare squadra è la chiave del successo. E probabilmente con i colleghi si può anche chiedere una pausa, un momento di “isolamento”, perché sicuramente capita anche a loro di avere una giornata no!
5. Fare ciò che piace: impegni, agende full e umore a terra o nervi a fior di pelle? Per aiutarci a ripristinare un atteggiamento cordiale verso gli altri, dimenticando, almeno per un po’, i problemi, è importante cercare di ritagliarsi un momento per sé, per fare ciò che piace, anche semplicemente una passeggiata o una pausa pranzo particolarmente invitante. E magari anche un lavoro che ci dia serenità: sicuramente tra i tanti progetti e attività c’è qualcosa che meglio si addice al nostro bisogno del momento e che è in grado, almeno un po’, di migliorare il nostro umore.
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