Quanta acqua consumiamo (e sprechiamo) nel nostro Paese? Come la tuteliamo? Quali sono le nostre abitudini in merito? Nella Giornata Mondiale dedicata a questa preziosa risorsa l’agenzia di ricerche Ipsos ha realizzato l’indagine “Acqua nelle nostre mani”, uno studio sul rapporto tra noi italiani e “l’oro blu”. E sono proprio gli over 50 i più attenti a non sprecarla.
Il 2020 ha portato grandi stravolgimenti. Ha spazzato via quanto teneva banco quotidianamente nell’opinione pubblica. L’emergenza sanitaria ha “spento la luce” su tutto ciò che non è virus e problematiche connesse. Una delle vittime illustri è proprio l’ambiente e la sua tutela. Basta vedere l’esilio “mediatico” che da oltre un anno sta attraversando il problema del surriscaldamento globale. Se in periodo pre-Covid gli appelli di Greta Thunberg avevano accesso i riflettori sul tema, ora la preoccupazione per l’epidemia attrae (nel bene e nel male) gli sforzi di tutti.
“Acqua nelle nostre mani”, un Rapporto per risvegliare le coscienze
Sebbene non sembri esserci spazio che per il Covid, c’è chi ha deciso di parlare di tutela dell’acqua. In concomitanza con la Giornata Mondiale dell’Acqua 2021, infatti, una nota azienda di prodotti per la casa ha deciso di proseguire il suo impegno iniziato lo scorso anno. Grazie alla collaborazione con l’istituto di ricerca Ipsos è nato così il Rapporto Acqua nelle nostre mani, un modo per informare sui nuovi modelli di consumo che salvaguardano questa risorsa. La ricerca, condotta a gennaio 2021 su un campione rappresentativo di oltre 1.000 persone, ha scattato una fotografia molto interessante.
Un anno di pandemia ci ha fatto dimenticare la cura dell’ambiente
Anche un approccio più accorto alla “risorsa acqua” sembra aver subito uno stop. Secondo il Rapporto Ipsos solo 1 italiano su 4 dice di essere stato attento ai suoi consumi idrici nel 2020. E questo sebbene sia stato un anno trascorso soprattutto in casa. L’attenzione è cresciuta di appena il 2% in un anno, passando dal 73% del 2020 al 75% del 2021. Discorso inverso per i consumi di elettricità e gas. In questi due casi è salita rispettivamente del 9% (dal 77% del 2020 all’86% del 2021) e del 10% (dal 79% del 2020 all’89% del 2021).
Qualcosa migliora nel nostro rapporto con l’acqua
Il Rapporto consente di fare alcuni paragoni rispetto all’anno precedente, sia positivi che negativi. Prendiamo il caso dei possessori di lavastoviglie, circa 16,7 milioni di italiani. Fra questi è aumentato del 4% in un solo anno, passando dal 26% del 2020 al 30% del 2021, il numero di coloro che non sciacquano i piatti a mano prima di riporli nella macchina.
In numeri vuol dire che le famiglie che hanno smesso di sciacquare i piatti prima di metterli in lavastoviglie sono passate da 4,3 a 5 milioni. Tradotto: un risparmio d’acqua di ben 38 litri ad ogni lavaggio. Calcolato su una media di uso della lavastoviglie di 4,56 volte in una settimana, vuol dire oltre 6 miliardi di litri d’acqua risparmiati in un anno. Giusto per capirci: sono circa 2.500 piscine olimpiche.
Siamo molto disinformati e poco preoccupati
Ci sono però anche gli aspetti negativi, non potevano mancare. Il primo è che abbiamo una scarsa percezione della realtà. Anche nel 2021, infatti, solo 2 italiani su 10 pensano che la scarsità d’acqua sia un problema generalizzato. Il 70% crede addirittura che si tratti di un problema che investe solo alcune aree del Paese e solo in alcuni periodi dell’anno. C’è poi una “hit parade” delle preoccupazioni ambientali degli italiani. Solo il 12% si definisce preoccupato per il problema dell’acqua. Questo contro il 51% per la presenza di materiali plastici nei mari, il 49% per l’inquinamento atmosferico e il 44% per la gestione dei rifiuti.
Ma non è solo questo. Abbiamo persino scarsa consapevolezza del consumo personale d’acqua. Il 48% degli intervistati si è detto convinto che il consumo personale sia uguale o inferiore a quello dei concittadini europei. In realtà i dati ci dimostrano come quello il nostro sia purtroppo il più alto in Europa. Abbiamo un dato medio pro-capite secondo l’Istat di circa 220 litri d’acqua al giorno, contrariamente alla media europea di 165 litri.
Gli over 50, sono proprio loro i più attenti a non sprecare “l’oro blu”
Il World Resources Institute ci ha avvertiti: nel 2040 l’Italia affronterà una situazione molto critica di stress idrico. L’11% dei cittadini intervistati pensa si tratti di previsioni non veritiere e che, anzi, siano solo utili a diffondere paura tra le persone. Da parte sua, un 52% del campione ritiene che ci sia ancora tempo per invertire la tendenza e che le previsioni sul 2040 siano troppo pessimistiche. Ma un più ridotto 22% le considera veritiere e si aspetta che possa accadere anche prima.
Quello che però potrebbe stupire di più è vedere, attraverso i dati, che gli adulti risultano essere più attivi dei giovani nel ridurre ogni giorno lo spreco d’acqua: il 77% contro il 66%. Nel complesso infatti il 93% degli intervistati si considera molto attento all’ambiente, ma con diverse sfumature. I giovani, ad esempio, sembrano meno attenti al tema. Con l’avanazare dell’età la sensibilità aumenta. Si attesta infatti al 59% nella fascia d’età 18-34, al 60% in quella 35-44, al 68% tra i 45-54 e tocca ben il 77% nella fascia 55-65.
Chi deve farlo e come bisogna agire per salvaguardare l’acqua?
Sembriamo avere le idee un po’ più chiare per quanto riguarda il senso di responsabilità. Secondo il Rapporto tutti devono partecipare per ridurre l’impatto su una risorsa così preziosa. Il 68% del campione sostiene che sono i cittadini quelli che possono fare di più: devono ridurre o migliorare i loro consumi. Per il 58% sono gli enti pubblici ad avere il ruolo più importante: devono occuparsi della manutenzione del sistema idrico. Il 54% attribuisce ai governi la responsabilità: devono punire chi non adotta comportamenti corretti. Infine, il 50% prende di mira le aziende: devono impegnarsi di più per migliorare i processi produttivi.
Sono soprattutto i singoli individui che devono provare dunque a cambiare la situazione. Come? Il Rapporto Ipsos ci dice anche questo. Nell’ultimo anno gli italiani sembrano aver adottato alcuni comportamenti utili: chiudere il rubinetto quando non serve (73%), fare docce più brevi (39%), usare lavatrice e lavastoviglie a pieno carico (rispettivamente 65% e 44%, segnando un +3% rispetto al 2020).
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