Il 3 dicembre è la giornata internazionale delle persone con disabilità. Una ricorrenza importante, che è stata istituita dalle Nazioni Unite nel 1981, per accendere i riflettori su un tema che spesso rimane nell’ombra: i diritti delle persone con disabilità.
Un obiettivo, oggi, attuale più che mai: anche l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, infatti, si fonda sui principi che presuppongono che nessuno sia lasciato indietro. L’obiettivo è quello di rafforzare i servizi sanitari nazionali e migliorare le strutture che possano permettere un effettivo accesso ai servizi per tutte le persone.
Giornata internazionale delle persone con disabilità: l’assistenza
Ed è proprio in una giornata come questa che assume ancora più risalto il Rapporto “Anziani e disabili: un nuovo modello di assistenza”. Uno studio realizzato dalla Fondazione per la Sussidarietà (FPS), in collaborazione con il Cesc (Università degli Studi di Bergamo), Crisp (Università degli Studi di Milano), Politecnico di Milano e Università degli Studi di Parma. A cui hanno partecipato anche la Fondazione Don Gnocchi e Fondazione Sacra Famiglia.
La ricerca mostra il ruolo chiave del settore no profit che, in Italia, copre quasi la metà dell’offerta di posti letto per anziani e disabili (49%), in aumento rispetto a 10 anni fa (42%). Lo stesso incremento non viene rappresentato nel pubblico dove, anzi, si segnala una diminuzione, dal 30% al 25% odierno.
Inoltre, l’Italia si attesta come penisola “senior”: con 13,8 milioni di anziani, infatti, vantiamo uno dei livelli più elevati al mondo di popolazione over 65. Siamo al 23%, contro una media del 20% nell’Unione Europea. E si tratta di un numero che, in futuro, è destinato a salire. Per quanto riguarda coloro che convivono con disabilità grave, invece, si contano circa 3 milioni e 100 mila persone, il 5,2% della popolazione.
A fronte di un numero così elevato di persone che avrebbero bisogno di assistenza, però, il rapporto evidenzia un deficit nel nostro paese. In Italia, infatti, la spesa per il “long term care” (LTC) è lo 0,7% del prodotto interno lordo, molto inferiore ad altri paesi europei: in Francia ed in Gran Bretagna è il 2,4%, in Germania il 2,2%.
La centralità del fare rete
Lo studio condotto da FPS evidenzia dunque la necessità di pensare ad un nuovo sistema, più efficiente, in grado di mettere in rete i servizi e di valorizzare il ruolo dei medici di base e del volontariato.
Appare sempre più necessario rafforzare l’assistenza domiciliare, e allo stesso tempo rendere le RSA delle strutture più accoglienti. Fondamentale, inoltre, integrare i servizi territoriali con l’assistenza sanitaria, andando oltre l’attuale frammentarietà e standardizzazione.
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