Esiste un legame tra disabilità e povertà, ma ancor di più tra disabilità e isolamento sociale: tanto che le famiglie non chiedono contributi economici, ma servizi “umanizzati”.
Disabilità, povertà, isolamento: è sulla correlazione tra queste tre dimensioni che accende un faro Cbm Italia – organizzazione umanitaria impegnata nella prevenzione e cura della cecità e della disabilità nel Sud del mondo e in Italia – insieme alla Fondazione Emanuela Zancan Centro Studi e Ricerca sociale, nella prima indagine dedicata proprio al legame tra condizione di disabilità e impoverimento economico e culturale. Lo studio “Disabilità e povertà nelle famiglie italiane” viene diffuso in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità del 3 dicembre 2023.
“Ci siamo chiesti quale sia la portata del legame tra disabilità e povertà nel nostro Paese”, racconta Massimo Maggio, direttore di CBM Italia. “Da qui l’idea di questa ricerca sociale che desideriamo mettere a disposizione di tutti coloro che si occupano di disabilità, come strumento utile per favorire la cultura dell’inclusione”. A livello europeo l’indagine Eurostat relativa al 2022 evidenzia come anche in Italia il 32,5% delle persone con disabilità sono a rischio povertà più delle persone senza disabilità (22,9%). L’indagine si è svolta attraverso un questionario, somministrato a 272 persone, di cui 57 coinvolte anche in interviste qualitative.
Giornata internazionale delle persone con disabilità: i numeri della ricerca
Quasi 9 famiglie su 10, tra quelle intervistate, vivono un disagio economico soggettivo, cioè riconoscono di arrivare a fine mese con difficoltà. Dal punto di vista oggettivo, il 62% non è in grado di affrontare una spesa imprevista di 500 euro; 2 su 3 non possono permettersi una settimana di vacanza l’anno; più di 4 su 10 si sono trovati in arretrato con il pagamento delle bollette; 1 su 5 ha avuto difficoltà a comprare il cibo necessario al sostentamento della famiglia; quasi 1 su 3 non ha avuto soldi nell’ultimo anno per spese mediche (visite e medicinali). Le quote si aggravano se la persona vive nel sud del Paese, i genitori sono giovani, il livello educativo è basso, non fanno parte di associazioni a sostegno della disabilità.
L’isolamento
Le famiglie coinvolte nello studio percepiscono e vivono in una condizione di isolamento: una su 6 non riceve alcun supporto dalle istituzioni e una su 4 non può contare su una rete informale fatta di amici, parenti non conviventi o volontari. Oltre il 70% è privo di rete amicale di supporto (materiale e immateriale) e il 55% non partecipa ad associazioni di supporto alla disabilità, quote che aumentano dove si registra un basso livello educativo. Racconta uno dei familiari intervistati: “Siamo diventati un po’ disabili anche noi, perché la nostra vita e la socializzazione non è come dovrebbe essere per persone della nostra età, perché ovviamente la disabilità ci limita, dobbiamo seguire i suoi ritmi e non possiamo stare con i nostri”.
Sarà per questo che 9 su 10 non chiedono contributi economici, bensì servizi rivolti sia alle persone con disabilità sia ai familiari, che siano in grado di promuovere interventi “umanizzati” e quindi più efficaci per mettere al centro la persona con disabilità, accompagnarla nelle sue esigenze e promuovere le risorse e le capacità. In sintesi, per una presa in carico globale. Le maggiori richieste riguardano gli ambiti dell’assistenza sociosanitaria (39%) e sociale (37%), aiuti nella mobilità (25%). E il 23% chiede più opportunità ricreative e di socializzazione.
Conclude Massimo Maggio: “Da anni parliamo di quanto debba essere sostenuto e alimentato il protagonismo delle persone con disabilità. Ora, le voci delle famiglie che abbiamo ascoltato ci confermano che il disagio sociale e culturale è più opprimente di quello economico. I servizi umanizzati che vengono richiesti devono entrare nel progetto di vita delle persone, per questo dobbiamo pensarli partendo dal riconoscere le risorse ed evidenziare il valore delle famiglie, per ridurre lo stigma e creare opportunità di inclusione”.
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