Si celebra il 1° Ottobre la Giornata Internazionale delle Persone Anziane, una ricorrenza designata dall’Onu per mantenere accesi i riflettori sul tema della Terza Età. Non è di certo un segreto che in tutta Europa ci siano milioni di persone anziane. Sembrerebbe che nel mondo, ogni secondo, due persone celebrino il loro sessantesimo compleanno, per un totale annuo di 58 milioni di sessantenni. Nel 2050 si calcola che gli over 60 saranno circa due miliardi, a fronte dei 900 milioni del 2015.
L’aumento dell’aspettativa di vita è stata senza dubbio una delle più importanti vittorie dell’umanità, resa possibile grazie ai passi da gigante compiuti in materia di alimentazione, sanità e istruzione. La società del benessere ha reso possibile un’assistenza sanitaria diffusa, dando una forte accelerazione alle scoperte compiute dalla medicina.
La longevità dovrebbe rappresentare, dunque, il trionfo dello sviluppo economico, eppure oggi non è proprio così. Nella società odierna, caratterizzata da tempi frenetici e da una tecnologia in continua espansione, sembra che una parte degli anziani fatichino a trovare il loro posto. Perché è difficile tenere il passo della quotidianità, adeguarsi ai ritmi veloci, ci si sente un po’ alieni e, a volte, si desidererebbe soltanto rallentare, godersi il tempo, assaporarlo. Ed invece accanto a loro c’è anche chi perde facilmente la pazienza: sono figli, nipoti, parenti, o semplicemente amici che non hanno “tempo” per ascoltare, perché troppo immersi nel tam tam giornaliero. Ed ecco allora che ci si rifugia nella memoria, nel ricordo dei tempi andati, perché spesso il presente fa paura, e fa paura anche chiedere aiuto, quando se ne ha bisogno.
Lavorare tutti insieme per migliorare la qualità dell’invecchiamento, per far sì che la Terza Età non sia qualcosa che resti ai margini della società ma, al contrario, ne diventi il perno. Il dibattito su questo argomento è iniziato nel lontano 1982, ma è soltanto il 14 Dicembre 1990, con la risoluzione 45/106, che l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite decide di designare il 1° Ottobre come la Giornata Internazionale delle Persone Anziane.
Non un monito, non un campanello d’allarme, ma qualcosa di più. Spesso ci si dimentica, infatti, del ruolo attivo che molti senior svolgono nel modellare la società del domani. Tra loro ci sono volontari infaticabili, attivisti per una vita intera e sostenitori pieni di entusiasmo che abbracciano delle cause e le portano avanti con passione e dedizione. Bisognerebbe prendere esempio da loro, riconoscerne le doti e celebrarli, non soltanto in occasione del 1° Ottobre.
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