Il connubio tra attività fisica e socializzazione è sicuramente il segreto del successo avuto dal padel. Uno sport che dal 2020 ha avuto un boom degno di nota e l’Italia è il secondo Paese in Europa (prima di noi solo alla Spagna) in questa pratica.
Basti pensare che in Italia i campi dedicati a questo sport sono passati dai 20 del 2013 agli oltre 5mila del 2022. Ma non solo. È anche l’attività fisica più trendy per la generazione silver. Lo testimoniano i gruppi WhatsApp per organizzare gli incontri, che spesso finiscono per coinvolgere intere famiglie dai nonni ai nipoti, e ancor di più i Mondiali Senior di Padel organizzati dall’International Padel Federation.
La storia del padel: da dove nasce
Lastoria del padel inizia molto tempo fa, nel 1969, ad Acapulco, in Messico. Quando Don Enrique Corcuera vuole costruire un campo da tennis nel giardino della sua villa. Eppure, a causa di un muro proprio nell’area designata, lo spazio non è abbastanza ampio. Decide, così, di far costruire un campo di dimensioni ridotte, circondato da muri e reti metalliche utilizzabili come sponde di gioco. L’idea è quella di una palla sempre in movimento, sempre “rigiocabile”. Un nuovo modo di giocare che, nel 1974, trova una svolta quando un amico di Corcuera, l’imprenditore e principe spagnolo Alfonso de Hohenlohe, si innamora di questo nuovo sport e decide di importarlo nel suo famoso Marbella Club Hotel, dove fa costruire dei campi appositi. Un anno più tardi, un ospite miliardario gioca a padel e lo importa in Argentina. È l’inizio di un boom che porterà i due paesi latini ad avere quasi 5 milioni di praticanti ciascuno e a fare del padel il secondo sport nazionale.
Nel 1991, Martin Alejandro Calvelo, colui che aveva portato il padel in Argentina, intraprende un viaggio in Europa dove conosce un italo-argentino trapiantato a Costabissara, vicino alle colline vicentine. Sarà lui il primo a costruire un campo di padel italiano nel circolo tennis della cittadina. Così, nel maggio 1991 vengono costruiti i primi due campi regolamentari in Italia in muratura ed erba sintetica. Nel frattempo, alcuni mesi prima era nata la Federazione Italiana Gioco Padel, muovendo i primi passi sulla strada che avrebbe portato al boom.
Giocare a padel: le regole del gioco
Ma come si gioca? Simile al tennis, il padel è un gioco a coppie il cui campo, di lunghezza inferiore rispetto a quello da tennis, è delimitato ai quattro lati da pareti. La pallina quindi può rimbalzare, restando in gioco. Si gioca con la “pala”, una racchetta più piccola e maneggevole della racchetta da tennis, che ha il piatto rigido, limitando così il rimbalzo e garantendo ai giocatori più controllo sulla pallina (simile a quella da tennis, ma con una pressione interna inferiore). Le partite durano un’ora o un’ora e mezza, in base alla preparazione atletica dei giocatori, e all’intensità della gara.
Uno sport che fa bene ai senior, ma con accortezza
I benefici di questa disciplina sono indubbi: libera adrenalina, ossigena i tessuti e, per i senior, contrasta l’osteoporosi e permette di conservare agilità nel movimento e flessibilità nelle articolazioni. Bisogna, però, prestare attenzione dopo i 50 anni: si deve tenere conto, infatti, dei possibili piccoli traumi per il gomito o il ginocchio. Per evitare spiacevoli inconvenienti, l’ideale sarebbe associare al padel un rinforzo muscolare, con esercizi per i muscoli dell’avambraccio e stretching del polso. È importante anche mantenere un buon tono dei muscoli, con allenamenti costanti con pesi adeguati alla propria età e alla propria preparazione atletica.
Il post gara
Se al termine del match si percepisce dolore al gomito, è consigliabile del riposo e poi mettere il ghiaccio sulla parte interessata 3 volte al giorno per 20 minuti. Se il dolore è acuto e persistente è bene rivolgersi ad un ortopedico. Altro sorvegliato speciale è il ginocchio: i frequenti cambi di direzione, infatti, in un campo di piccole dimensioni, possono determinare traumi distorsivi. In questo caso è importante la fase di preparazione, allenandosi con sequenze di piccoli saltelli, in varie direzioni, prima di entrare in campo. L’ultimo accorgimento poi è quello di reintegrare liquidi e sali minerali al termine della partita.
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