Secondo le statistiche del Governo giapponese, nel 2019, sono stati 414 gli incidenti mortali causati da guidatori sopra i 75 anni. Gli automobilisti di età superiore agli 85 anni sono stati responsabili di 72 di essi. Nel paese del Sol Levante il 25% degli ottuagenari guida nonostante l’età e, negli ultimi 10 anni, gli incidenti gravi causati dai senior sono aumentati del 6%.
Problemi dell’invecchiamento che richiedono soluzioni
Il problema non è considerato di secondo piano. Il Giappone invecchia rapidamente. Gli over 70 costituiscono il 20% della popolazione e raggiungono quota 26,18 milioni. Di questi, circa 5.826.673 hanno una patente di guida regolarmente in corso.
Secondo i dati, nel giugno del 2019, i guidatori anziani si sono resi responsabili di oltre il doppio degli incidenti causati dai giovani. Molti degli incidenti fortunatamente sono di lieve entità. Spesso si tratta di collisioni contro un marciapiede o un segnale stradale. Solo nella metà dei casi si parla di scontri con esiti gravi.
Attualmente, gli automobilisti giapponesi sopra i 75 anni vengono sottoposti a particolari test cognitivi ogni tre anni, al momento del rinnovo della patente. Una legge del 2017 stabilisce controlli molto stretti sulla salute fisica e cognitiva. In caso di sospetta demenza, il guidatore deve rivolgersi al medico per analisi più specifiche prima del rinnovo. Qualora venisse riscontrata la diagnosi, la patente viene sospesa o ritirata.
Una patente limitata per i senior?
Oggi, per ridurre i pericoli, si sta chiedendo l’adozione di strumenti di sicurezza. Primo fra tutti il sistema automatico di frenata. È suggerita inoltre l’applicazione di sensori in grado di rilevare gli ostacoli nelle vicinanze del veicolo.
Secondo i rapporti della Polizia stradale, molti incidenti sono infatti causati da semplici errori, come premere il pedale dell’acceleratore invece del freno. Errori ai quali non si esclude siano estranei i fenomeni collegati all’invecchiamento, come il declino cognitivo e la diminuzione della vista.
Per questo, Polizia e Ministero dell’Interno stanno valutando la possibilità di prevedere una patente limitata per i senior. In base ad essa potranno guidare solo veicoli dotati dei sistemi di sicurezza sopra indicati e dovranno circolare solo in determinate strade e in orari prefissati.
Un nuovo dibattito anima la società giapponese
In Giappone è la stessa opinione pubblica inizia ad interrogarsi sull’opportunità di continuare a guidare oltre una certa età. Non a caso, lo scorso anno, nel Paese ha preso il via una campagna per la sicurezza sulle strade. In conseguenza della sensibilizzazione ottenuta circa 600.000 ultra settantacinquenni hanno restituito la patente.
Alcune società automobilistiche – molto sensibili al tema – hanno persino previsto una vera e propria “cerimonia di riconsegna delle chiavi”. Durante questa viene festeggiato pubblicamente, con tanto di palco, il guidatore anziano al termine del suo ultimo viaggio al volante.
L’importanza di una mobilità a misura di anziano
Bisogna però ammettere che molti anziani sono costretti a guidare perché soli o perché vivono in zone poco urbanizzate. Dunque, sarebbe opportuno creare anche un ambiente che non renda più necessario l’uso della macchina privata per gli spostamenti. Al contrario, bisognerebbe prevedere una rete di trasporti pubblici – autobus o treni – efficiente e sicura. E magari tariffe di taxi agevolate per gli over. Un problema comune oggi a molti Paesi. Ma perché questo accade in Giappone più che in altri Paesi?
La cultura della macchina in una società che invecchia
Le autorità riconoscono l’impatto del problema demografico – basso tasso di nascite e longevità – sul settore del trasporto.
Quella giapponese è la società automobilistica per eccellenza. La trasformazione è avvenuta durante il cambiamento demografico foriero di una società più longeva. Le auto infatti sono diventate parte essenziale della vita delle persone negli Anni ’70, quando hanno soppiantato treni e biciclette, i tradizionali mezzi di trasporto. All’epoca si era in pieno boom economico con le città che diventavano a misura di auto, dotandosi di strade larghe e parcheggi. Contemporaneamente ospedali, centri commerciali e servizi pubblici, per mancanza di spazio, venivano trasferiti in periferia. Oggi quella generazione, nata nell’immediato dopoguerra, sta invecchiando. Ma la macchina resta uno strumento tanto importante da non poterne farne a meno. Anche quando la salute inizia a vacillare.
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