Gli esperimenti condotti in California sulle nuvole per diminuire l’impatto dei cambiamenti climatici potrebbero causare nuove ondate anomale di calore in Europa
A sostenerlo sono gli scienziati dello Scripps Institution of Oceanography di San Diego, che hanno realizzato uno studio pubblicato su Nature Climate Change e che chiedono una regolamentazione più stringente sull’ingegneria climatica.
Lo schiarimento delle nuvole marine
Si tratta di una tecnica nata negli anni Novanta nel National Center for Atmospheric research di Boulder, in Colorado, che consiste nel vaporizzare le nuvole sopra gli oceani con il sale estratto dalle acque marine, in modo che riflettano di più i raggi solari e mitighino l’impatto del calore.
Secondo gli studiosi, però, i rischi sono ancora difficili da prevedere: le simulazioni mostrano che se nel breve periodo questa procedura potrebbe raffreddare la costa pacifica degli Usa, a lungo andare potrebbe avere l’effetto opposto, ossia quello di aumentare le temperature in altre regioni della Terra, in particolare in Europa.
La causa sarebbe il rallentamento della circolazione atlantica, una corrente interna all’Oceano che permette all’acqua calda di spostarsi dal sud al nord e viceversa, mantenendo un equilibrio climatico.
Altri esperimenti climatici
La California non è l’unico Stato che sperimenta queste tecniche di geoingegneria, perché anche l’Australia sta utilizzando lo schiarimento delle nuvole marine per cercare di raffreddare la grande barriera corallina ed evitare che il surriscaldamento globale ne metta a rischio la sopravvivenza. A Dubai invece si sta conducendo l’inseminazione delle nuvole, provocando piogge controllate attraverso l’inserimento di sali e sostanze chimiche.
La geoingegneria
Negli ultimi anni si stanno sperimentando soluzioni ingegneristiche per contrastare il surriscaldamento globale, nonostante la maggior parte degli scienziati sia concorde nel definire la decarbonizzazione come l’unica soluzione realmente incisiva.
Oltre agli Usa, anche la Cina ha investito nel settore, spendendo fra il 2012 e il 2017 1,34 miliari di dollari, cosa che ha allarmato l’India, che teme le ripercussioni di interventi di questo tipo sui monsoni e sui periodi di siccità.
L’allarme degli scienziati
Lo scorso anno il New York Times ha pubblicato un saggio di Chukwumerije Okereke, scienziato del Center for Climate Change and Developement in Nigeria, intitolato “Il mio continente non è il vostro laboratorio climatico”. Nel libro Okereke sostiene che tutte queste pratiche di geoingegneria potrebbero peggiorare la situazione, portando ad ulteriori aumenti delle temperature, e facendo pagare il prezzo più alto ai paesi poveri. In una totale assenza di regolamentazione.
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