Bernie Ecclestone, il noto miliardario patron della Formula 1, ha annunciato alla stampa qualche giorno fa che diventerà padre in estate. Tutto questo appena tre mesi prima del suo novantesimo compleanno.
Ecclestone è oggi al suo terzo matrimonio. L’ultima moglie, Fabiana Flosi, un’avvocatessa in carriera di 44 anni, si è dichiarata felicissima della prossima maternità. Come se non bastasse, l’imprenditore inglese – che ha già 3 figlie da due precedenti matrimoni – da quando la sua primogenita Debora a 65 anni è divenuta nonna, è anche bisnonno.
Dalla sua fattoria in Brasile – terra della sua ultima compagna – ha commentato la notizia con un laconico: «Da quando sono in pensione ho avuto tempo per fare pratica». E ha concluso sostenendo che: «Quando arriva un figlio non c’è alcuna differenza tra avere 29 o 89 anni». Quando il suo bambino sarà nato, Ecclestone potrà considerarsi tra i 10 padri più anziani di tutti i tempi.
Genitori in tarda età: padri e madri “over”
Ma Ecclestone e sua moglie non rappresentano un caso isolato di genitori in tarda età. Grazie all’aspettativa di vita che si allunga verso i 90 anni, al miglioramento delle condizioni di salute e alla fertilità prolungata, la genitorialità in età avanzata è sempre più diffusa, non più appannaggio di ricchi e famosi.
Secondo i dati dell’Eurostat, l’Istituto di statistica della Comunità Europea, diffusi nel 2019, i bebè del Vecchio Continente arrivano quando le mamme sono ormai “mature”. Sale infatti in tutta Europa l’età media delle donne che mettono al mondo il primo figlio.
Le mamme al primo parto nel 2017 avevano 29,1 anni contro i 28,7 del 2013. Le più giovani al primo parto sono le mamme di Bulgaria, Romania e Lettonia (tra i 26 e i 27 anni); le più avanti d’età le mamme di Irlanda, Grecia, Spagna, Lussemburgo (tra i 30 e i 31 anni). L’Italia batte tutti, con una media superiore a 31,1 anni per il primo figlio. Un vero record di “vecchiaia”.
Ma lo slittamento di età riguarda anche gli uomini: ad esempio in Svizzera, negli ultimi 20 anni, il numero di uomini sopra i 50 divenuti padri è addirittura triplicato, passando dai 625 del 1996 ai 1.855 del 2016. Inoltre, nel 2016, 22 uomini sono diventati padri dai 70 anni in su.
Nel 2016, l’età media delle donne che hanno partorito è stata di 31,8 anni mentre venti anni fa era di 29,5 anni. Le statistiche tuttavia mostrano che le madri anziane (ultracinquantenni) restano ancora un’eccezione, con soli 33 casi nel 2016.
Uno sguardo al di là dell’Oceano
Diamo uno sguardo ora al Nuovo Continente. Uno studio condotto dai ricercatori dell’Università di Stanford, in California, ha analizzato i dati di nascita degli Stati Uniti nel periodo compreso tra 1972 e 2015: i padri sono ormai in media di 3,5 anni più anziani rispetto ai loro omologhi dei primi Anni ’70.
E la percentuale di padri over 40 è più che raddoppiata: da circa il 4% del 1972 si è passati al 9% del 2015. Il trend, al quale non si è sottratto neppure Donald Trump, è in linea con quanto accade anche tra le donne americane.
Le spiegazioni di un fenomeno in crescita
Diverse ragioni possono essere alla radice di questo fenomeno: la consapevolezza del sovraffollamento del pianeta; l’aumento della longevità; le alte aspettative nella vita di coppia e la difficoltà nel trovare la persona giusta.
Ma c’è anche la tendenza a cambiare partner quando le cose non vanno bene e il conseguente aumento dei divorzi, a cui fanno seguito seconde o terze nozze.
La pianificazione familiare poi diventa sempre più tardiva: le donne studiano più a lungo, molte hanno un impiego e non sentono il desiderio di avere figli in giovane età. Aumenta, di conseguenza, anche l’età dei padri.
Spesso, poi, nelle famiglie che si costituiscono con un secondo o terzo matrimonio, irrompono i figli delle unioni precedenti. E così, nelle “famiglie allargate”, si esce dagli schemi dettati dal cosiddetto “orologio biologico”.
Di conseguenza l’amore, la sessualità, l’istinto a procreare sembrano non appartenere più ad un solo momento della vita.
Ma la società attuale offre un altro lato della medaglia: la precarietà lavorativa, la difficoltà a conciliare maternità e lavoro, il debole sostegno dei sistemi di welfare.
L’instabilità economica e la mancanze di politiche diffuse per il benessere dell’infanzia rischiano, in tal modo, di far scattare l’orologio biologico anche quando un figlio è fortemente desiderato. Diventare allora genitori in tarda età non sembra più essere tanto “anormale”.
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