La fine del mercato tutelato dell’energia lascia ancora molti dubbi nei consumatori. Come muoversi in un settore, quello del gas, secondo il Codacons.
Con la fine del mercato tutelato del gas, in tanti si sono trovati a fare i conti con novità non del tutto comprensibili. E sebbene sia passata ormai qualche settimana dal passaggio al libero mercato, per tanti restano numerosi gli interrogativi. “La fine del mercato tutelato del gas è considerata da alcuni una sciagura perché di fatto la protezione dell’Autorità dell’Energia viene a mancare, se non nella verifica del rispetto delle regole”, ci ha detto Gianluca Di Ascenzo, presidente Codacons.
Un grande cambiamento
Una protezione, quella dell’Autorità dell’Energia che, finora – per molti cittadini – ha significato maggiore salvaguardia rispetto a bollette che invece adesso, nel mercato libero, rischiano di risentire di qualche scossone. E nel mare magnum del mercato libero il consumatore può sentirsi disorientato considerando che ci sono centinaia di venditori e si può fare fatica a comprendere a chi rivolgersi.
Tariffa placet
Quel che è certo è che, oggi, chi non abbia optato per un’opzione specifica – e fatte salve le categorie vulnerabili – gli italiani si troveranno con un venditore che fornirà loro una tariffa cosiddetta placet variabile che durerà dodici mesi e che si potrà comunque, in qualsiasi momento, cambiare in caso si volesse optare per una fornitura a prezzi diversi.
Ma il cambiamento, esattamente in cosa consiste? “Mentre prima la tariffa veniva definita mensilmente dall’Autorità dell’Energia nel mercato tutelato, ora l’offerta a prezzo variabile è definita dal venditore”, spiegano dal Codacons.
Come funziona
Lo stesso Codacons che ha calcolato come per un consumo di circa 1.400 metri cubi l’anno – che è il consumo medio delle famiglie – l’aumento delle tariffe a prezzo fisso sarebbe pari a circa 1.905 euro l’anno con una spesa di circa 242 euro in più rispetto al precedente mercato tutelato. Un aumento considerevole per chi decidesse di passare, dunque, a una tariffa fissa. Cosa diversa per chi abbia optato per una tariffa variabile che si troverebbe con una spesa annua di circa 1.620 euro.
Eppure, sebbene il mercato libero sembri garantire un risparmio – lieve, s’intende -, esistono numerose incognite da tenere in considerazione: “Le offerte sono tante sul mercato – ha spiegato ancora Di Ascenzo -, gli operatori sono centinaia, quindi occorre analizzare attentamente quali siano le nostre abitudini di consumo. Solo in questo modo, in teoria, la tariffa variabile potrebbe convenire”. Ma oltre a ciò bisogna anche avere una certa capacità di seguire l’andamento dei mercati.
Pro e contro del mercato libero del gas
Con la tariffa fissa sappiamo quanto spendiamo e quindi non è necessario rincorrere le speculazioni sul mercato del gas, ma la spesa può essere più alta; con la variabile, si può usufruire della concorrenza correndo, però, il rischio di spendere mese per mese anche delle somme maggiori rispetto a chi paga una tariffa fissa.
Dove guardare
Dove può guardare, allora, il consumatore? Può consultare il comparatore dell’Autorità che è il Portale Offerte in cui si inserisce il Cap, il consumo medio annuo (si trova nella bolletta) e su questa base vedremo tutte le offerte che sono comunicate all’Autorità. È bene sapere, però, che ce ne sono tante altre che non sono inserite in questo portale.
Il consiglio
Un consiglio utile per tutti è sicuramente quello di “leggere attentamente tutte le condizioni – sottolineano dal Codacons -. Non guardare solamente il prezzo, ma vedere se ci sono delle clausole e delle penali”. E badate bene: “La tariffa variabile potrebbe risentire di qualcosa di simile a quanto accaduto nel mondo bancario con i mutui. Ossia, le bollette che schizzano e il consumatore, prima di poter cambiare fornitore, comunque si troverebbe a pagare di più”. Ecco perciò che, in vista del passaggio al mercato libero anche per la fornitura di elettrica (da luglio 2024), meglio muoversi per tempo.
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