Sono circa 2,3 milioni le persone anziane in Lombardia, il 23,3% della popolazione regionale. Si tratta di un dato in linea con quello nazionale. Presto gli anziani over 65 potranno contare su un Garante con il compito di occuparsi dei loro diritti.
L’istituzione di un Garante dei diritti degli anziani in Lombardia si avvicina al traguardo, proprio come già accaduto in Sicilia e Toscana. Ha ricevuto il via libera a maggioranza nella commissione Affari istituzionali della Regione. Presto, dopo la discussione e approvazione in via definitiva in una delle prossime sedute consiliari, questa figura sarà realtà. Si tratta di un importante passo avanti nella tutela di una fascia di popolazione in crescita. Gli anziani possono trovarsi in situazioni di vulnerabilità, perciò una figura dedicata ai loro diritti può fare la differenza nella qualità di vita.
Accesso all’assistenza e ai servizi e controllo contri gli abusi fra le funzioni del Garante
Il Garante regionale per i diritti delle persone anziane in Lombardia sarà un punto di riferimento per chi ha bisogno di assistenza o è in difficoltà. Il suo compito sarà ascoltare, intervenire e promuovere il benessere degli anziani. Questo attraverso le mansioni che gli sono state attribuite. A cominciare dalla promozione e monitoraggio dell’effettiva applicazione dei diritti degli anziani, indipendentemente dalla loro situazione economica o sociale.
Il garante sarà chiamato a svolgere un ruolo attivo nella tutela degli anziani. Dovrà verificare la parità di accesso ai servizi, prevenendo e contrastando abusi e maltrattamenti, segnalando tempestivamente ogni criticità e denunciando i reati di propria competenza, anche su segnalazione dei diretti interessati.
Costruire una rete di collaborazione con Istituzioni e Terzo Settore
Attraverso la costruzione di una solida rete di collaborazione con il Terzo Settore, il Garante dovrà promuovere una sinergia tra pubblico e privato. Questo per garantire una tutela integrata e di qualità dei diritti degli anziani. Oltre a ciò avrà il compito di promuovere iniziative per la trasmissione dei saperi verso le nuove generazioni, anche in ambito lavorativo. Questo non solo servirà a valorizzare l’esperienza e la saggezza degli anziani, ma a creare un ponte tra generazioni e a rendere la trasmissione del sapere tradizionale e delle competenze acquisite nella vita un valore aggiunto per la società.
Per ottimizzare le risorse e creare un ente “esteso”, capace di tutelare le fasce più deboli della popolazione, le competenze del Garante per i diritti degli anziani saranno attribuite all’attuale Garante per la tutela dei minori e delle fragilità. Inoltre, collaborerà strettamente con il Difensore regionale per una maggiore tutela dei diritti.
Un panorama frastagliato quello dei Garanti regionali in Italia
Al di là della costellazione di figure appartenenti alle amministrazioni locali, allo stato attuale sono la Sicilia e la Toscana ad aver istituito la figura del Garante della persona anziana a livello regionale.
Nel Lazio – che dispone già di una Legge sull’Invecchiamento Attivo – l’istituzione di un garante regionale per gli anziani è da qualche tempo al centro di proposte e dibattiti politici. La situazione è simile a quella del Piemonte dove – anche qui – si discute l’opportunità di istituirla. In Sardegna, soprattutto nell’ultimo periodo, l’argomento è tema di approfondimento tra le forze politiche e tra queste ultime e la società civile. In Basilicata, invece, è stata presentata una bozza di legge regionale circa due mesi fa.
Lo scorso febbraio, la Valle d’Aosta ha visto una proposta sia per una Legge sull’Invecchiamento Attivo che sul garante degli anziani. In Calabria all’inizio dell’anno è stata richiesta una richiesta una interlocuzione per far sì che la Regione attivi la figura del “Garante degli Anziani”. La Puglia, sul finire del 2021, ha presentato una proposta di legge per la tutela, attraverso l’istituzione di un Garante regionale, degli over 65 lì residenti. In Emilia-Romagna l’importanza di dotarsi di questa figura è in corso di dibattito. Anche la Liguria, nei primi mesi del 2024, ha visto affacciarsi una proposta di legge sul tema.
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