Alcune associazioni di pazienti con Alzheimer hanno lanciato un appello ai ministri in occasione del G7 salute 2024, riuniti ad Ancona: “Agire al più presto per una risposta globale sostenibile”
La demenza deve essere collocata al primo posto nell’agenda politica globale. E i paesi Ocse devono dare il buon esempio. È l’appello consegnato dai rappresentanti di alcune associazioni di pazienti ai ministri della Salute del G7, riuniti ad Ancona nei giorni scorsi. La “sfida globale” è stata presentata da Davos Alzheimer’s Collaborative (DAC), insieme all’European Brain Council, alla Global CEO Initiative on Alzheimer’s Disease, all’Associazione Italiana Malattia di Alzheimer e a Fondazione Prada.
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G7 Salute 2024
Espandere la collaborazione globale e intersettoriale: “La cooperazione tra i governi, il settore privato, le comunità scientifiche, le fondazioni filantropiche, le organizzazioni internazionali e altri soggetti deve essere ampliata – si legge nell’appello – per garantire che le scoperte arrivino anche in ambienti con risorse limitate. Il modello della Task Force congiunta Finanza-Salute del G20 sulla prevenzione e la preparazione alle pandemie dovrebbe essere preso in considerazione per affrontare la malattia di Alzheimer e la demenza”.
Investire nel sistema sanitario
Investire nella preparazione del sistema sanitario: “I governi devono rafforzare i sistemi sanitari con le risorse, le capacità e i percorsi necessari per sfruttare le terapie più recenti, dallo screening cognitivo alla diagnosi precoce, passando per la diagnosi accurata, fino alla prevenzione, al trattamento e all’assistenza”.
Creare le condizioni per una diagnosi precoce e accurata: alla luce della provata efficacia dell’intervento precoce, servono “sforzi significativi per semplificare l’individuazione e la diagnosi, utilizzando biomarcatori ematici e altre tecnologie, a partire dal livello di assistenza primaria e lungo tutto il percorso clinico”.
Accelerare le cure per l’Alzheimer
Accelerare lo sviluppo e la fornitura di cure per l’Alzheimer: “Le nuove terapie modificanti la malattia sono molto promettenti, ma devono essere abbinate alle giuste politiche e capacità per un accesso diffuso nelle prime fasi della malattia”, si legge nell’appello.
Promuovere la ricerca, l’accesso e l’equità in tutto il mondo: “I governi, i ricercatori, il settore privato e le altre parti interessate devono garantire che le scoperte sull’Alzheimer siano accessibili alle persone in ogni paese e comunità. Questo inizia con la ricerca su popolazioni diverse e globali, lavorando per ottenere soluzioni e strategie scalabili che siano efficaci e accessibili per i Paesi a tutti i livelli di risorse”.
La sfida ai Paesi del G7
L’importanza fondamentale di un impegno globale per una sfida globale è stata evidenziata da George Vradenburg, presidente fondatore del DAC: “La scienza e l’industria stanno iniziando a fornire terapie rivoluzionarie che modificano la malattia e altre sono in arrivo – ha detto – Ora dobbiamo fare in modo che queste innovazioni raggiungano le famiglie che ne hanno bisogno. Il mondo dipende dai Paesi del G7, che devono guidare l’aumento degli investimenti nella ricerca sull’Alzheimer e creare quadri politici e modelli di assistenza sanitaria per garantire che la diagnosi precoce e i trattamenti efficaci siano universalmente ed equamente disponibili in ogni Paese, sia per i ricchi che per i poveri”.
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