Le sfide legate all’invecchiamento della popolazione sono arrivate persino al G20 della Salute. Ad Okayama, in Giappone, dove l’evento si è svolto tra il 19-20 ottobre scorso, è stata nuovamente sottolineata la necessità di consentire ai senior un invecchiamento in buona salute, un accesso a servizi di qualità e l’esercizio dei propri diritti senza discriminazioni d’età.
È per questo che, a conclusione dei lavori, anche le politiche per l’invecchiamento hanno trovato spazio nei punti del capitolo intitolato “Risposta all’invecchiamento della popolazione”, dal numero 22 al 33 del documento finale firmato dalle nazioni partecipanti. Possono essere suddivisi in due blocchi di 6 punti l’uno: il primo relativo all’invecchiamento attivo e in buona salute e il secondo alla demenza.
Quanto alla prima parte del documento, l’invecchiamento della popolazione è definito un fenomeno globale a livello sociale ed economico. L’invecchiamento attivo e in buona salute è considerato un prerequisito per garantire l’inclusione e la crescita sostenibile, ma per ottenerlo si ipotizza un aumento del bisogno di assistenza sanitaria di base e a lungo termine e della forza lavoro destinata a sostenere una popolazione più vecchia. Tra gli altri principi contenuti nei primi 6 punti, si è ribadito che gli anziani non devono essere discriminati ma rispettati e abilitati a esercitare i propri diritti e a contribuire pienamente alla società. Per quelli con problemi di disabilità si richiama la necessità di includerli e sostenerli anche con la fornitura di servizi sociali e sanitari in linea con la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità delle Nazioni Unite (punti 22-23).
Un’altra priorità è l’estensione dell’aspettativa di vita sana e della qualità della vita fra i pilastri delle politiche sanitarie. Come? Promuovendo la prevenzione, il controllo e la gestione di malattie (trasmissibili e non) e sensibilizzando su stili di vita sani, promuovendo un’alfabetizzazione sanitaria (punto 24). Il G20, infatti, ha riconosciuto il ruolo svolto dall’invecchiamento in buona salute nel mercato sociale, del lavoro e in economia, sostenendo la necessità di politiche multisettoriali e di coesione politica in questa direzione (punto 25).
Sempre a sostegno di un invecchiamento attivo e in buona salute (punto 26), il G20 ha ribadito l’esigenza di supportare tecnologie innovative digitali per l’uso dei dati sanitari, in base alle legislazioni nazionali e ai regolamenti sulla protezione dei dati. Ha inoltre richiamato la risoluzione WHA69.3 dell’Oms per l’elaborazione di una proposta di invecchiamento in buona salute nel decennio 2020-2030 e prevede di includere nel documento i temi della sicurezza, dell’utilizzo conveniente ed efficace della tecnologia digitale e dell’innovazione (punto 27).
I punti dal 28 al 33 sono stati integralmente dedicati alla demenza, ormai percepita come una emergenza globale. Nel Comunicato si può leggere, al punto 28, che la demenza è una sfida comune con significativi impatti sulla salute, sulla qualità della vita, sull’economia e sull’intera società. Gli ultimi dati dell’Oms parlano di cinquanta milioni di persone diagnosticate e dieci milioni di nuovi casi l’anno con costi economici equivalenti all’1,1% del prodotto interno lordo (Pil) globale. Una situazione che impegna (punto 29) a sviluppare e attuare piani d’azione nazionali multisettoriali, adottando approcci integrati sulla demenza, in linea con il piano d’azione globale (decisione WHA70 -17, Health Response to Dementia 2017-2025) per migliorare la qualità dell’assistenza e la qualità della vita delle persone con demenza, delle loro famiglie e dei loro caregiver.
Si avverte forte anche l’esigenza (punto 30) di affrontare i fattori di rischio e le determinanti sociali della demenza attraverso nuovi studi, migliorandone la rilevazione, la diagnosi e gli interventi, sviluppando percorsi assistenziali e potenziando i fornitori di servizi sanitari e di assistenza primaria, rafforzando l’assistenza sanitaria di base.
Altri obiettivi (punto 31) sono quelli di realizzare ambienti adatti all’età e alla demenza, aumentando la consapevolezza del problema per prevenire e superare lo stigma: le cure dovranno essere centrate sulla persona e integrate, incoraggiando l’impegno di tutte le parti interessate, comprese le comunità, le famiglie e i caregiver. Sempre in questo ambito si punta verso una diagnosi precoce della demenza e si approva il ruolo dell’Osservatorio Globale sulla Demenza dell’Oms per rafforzare il monitoraggio, la ricerca e l’innovazione sulla demenza (punto 32). Infine, si vuole continuare a condividere le esperienze e le migliori pratiche in atto nei vari Paesi e promuovere l’apprendimento reciproco in forum multilaterali regionali o globali, sulla base di iniziative esistenti (punto 33).
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