È quello che si potrebbe definire il “moderno” borseggio: in Italia il furto d’identità continua a mietere vittime e nel mirino ci sono soprattutto senior e over.
Secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio Crif – Mister Credit relativi ai furti di identità e alle frodi creditizie, solo nell’ultimo anno nel nostro Paese sono stati più di 27mila i casi per un danno stimato che va oltre i 135 milioni di euro.
Purtroppo si tratta di una tendenza in crescita. Nel 2017, infatti, le truffe sono state 26.600 e sono soprattutto le persone meno giovani ad esserne colpite: dall’analisi emerge che le frodi sono in crescita tra gli over 60 (+14,7%), mentre si è ridotta l’incidenza nella fascia di età tra 31 e 40 anni (-7,6%), così come tra gli under 30 (-3,5% rispetto al 2017). La fascia più colpita resta quella tra i 41 e i 50 anni, vittima di circa un quarto delle frodi.
Se poi parliamo di cifre, i raggiri con un importo tra i 3mila e i 5mila euro risultano più che raddoppiati (erano il 9,3% del totale nel 2017, nel 2018 sono passati al 19,6%). Restano, invece, più o meno invariate le frodi con importo superiore a 20mila euro, pari a circa il 10%. La distribuzione delle frodi per sesso conferma che la maggioranza delle vittime, cioè il 61,6%, sono uomini.
Spesso ci si accorge del furto d’identità per caso, magari andando in banca a chiedere un mutuo o un prestito e scoprendo così di essere già intestatari di un finanziamento. Oppure: cominciano ad arrivare all’improvviso solleciti per le rate scadute di un prestito mai richiesto. Peggio ancora: ci si ritrova ad essere inseguiti dalle società di recupero crediti. La vittima comprende allora in modo traumatico che i dati riportati sulla propria carta d’identità o sulla propria busta paga, sono stati utilizzati per chiedere denaro volto ad acquistare le cose più svariate.
Secondo l’Osservatorio Crif, tra i beni e i servizi acquistati con un prestito fraudolento, il primato va agli elettrodomestici (circa il 33%), seguono auto e moto (l’11,8%), l’arredamento (9,9%), le spese per la casa (9,7%) e i prodotti di elettronica, informatica e telefonia (8,5%).
Basta poco per finire in queste situazioni surreali. È sufficiente, ad esempio, perdere il documento d’identità o gettare nella spazzatura, senza aver avuto cura di distruggerle opportunamente, carte che riportavano dati delicati, come residenza, estremi di nascita, tipo di impiego e importi guadagnati. La carta d’identità, rubata o contraffatta, è il documento che i ladri utilizzano più spesso: lo stesso Osservatorio Crif ne conferma l’uso preponderante in quasi l’80% dei casi, seguito dalla patente (18%).
Se i ladri che si introducono nelle abitazioni per rubare oggetti di valore, sono sempre più interessati ai dati riservati come le password degli account di posta elettronica e dei social network, i pin dei conti correnti e delle carte di credito, anche il Web non scherza. È un terreno pericoloso: occhio alle mail che richiedono dati personali e mai abbassare i livelli di protezione della privacy sui social.
Ma c’è un modo per “far scattare la trappola” con chi usa la nostra identità (e i nostri soldi!) per ottenere un prestito: ad esempio, un sms collegato all’uso della carta di credito o sistemi di “alert” che avvisano se viene richiesto un finanziamento a nostro nome. Questi servizi possono essere attivati in accordo con la propria banca e possono evitare sgradite sorprese. Cosa si può fare, poi, se si scopre di essere vittima di un furto d’identità? L’Aduc – Associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori – invita a denunciare innanzitutto l’accaduto. In secondo luogo, bisogna provare a fare una visura e poi disconoscere il prestito tramite Pec o raccomandata alla banca. In genere, è sufficiente avviare questo tipo di procedura.
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