In caso di arresto cardiaco ogni minuto di ritardo nell’intervento di defibrillazione riduce del 10% la sopravvivenza. Per questo avere a disposizione un defibrillatore nel minore tempo possibile può davvero fare la differenza nei soccorsi
Per questo è nato il progetto “From sky to heart”, che prevede il trasporto dell’apparecchio sui luoghi di emergenza tramite l’uso di un drone, oltre alla formazione e alla sensibilizzazione sul tema.
Il progetto
Finanziato dalla Cassa di risparmio di Terni e Narni e promossa da diverse associazioni territoriali come Pandora Aps e L’aiutarella, From sky to heart conta su oltre 200 partners fra pubblico e privato, e ha già coinvolto la Regione Umbria con decine di migliaia di attività, eventi nelle piazze, nelle scuole, nei centri sportivi, con l’istruzione di oltre 1.600 volontari sul campo.
L’evento inaugurale
Il 5 settembre la popolazione di Acquasparta, in provincia di Terni, potrà assistere dal vivo al primo esperimento di consegna di un defibrillatore a distanza. Nel cortile di Palazzo Cesi sarà installato un maxischermo per seguire in diretta il volo del drone dotato di Dae, defibrillatore semiautomatico esterno, che raggiungerà un’area di montagna a Poggio Azzuano, dove sarà simulato un arresto cardiaco su un uomo anziano. In questo esperimento, autorizzato dall’Ente Nazionale per l’aviazione civile Enac, e in collaborazione con il soccorso pubblico 112, si dimostrerà come questa tecnologia di trasporto a distanza possa essere cruciale in caso di soccorsi in aree impervie e difficili da raggiungere in tempi brevissimi con mezzi di trasporto tradizionali. L’evento sarà trasmesso anche in diretta streaming.
L’arresto cardiaco e l’importanza di un intervento rapido
Ogni anno sono circa 400 mila gli arresti cardiaci che si registrano in Europa, dei quali 60 mila in Italia. Solo nel 58% dei casi, chi assiste a un episodio di questo tipo è in grado di intervenire fattivamente sulla persona colpita con manovre salvavita, come il massaggio cardiaco o le ventilazioni; ancora più bassa la percentuale di coloro che sanno utilizzare un defibrillatore, il 28%.
Quando avviene in ambiente extra ospedaliero, l’arresto cardiaco ha una percentuale di sopravvivenza molto bassa, di circa l’8%, perché il tempo medio di intervento è troppo lungo, fra i 12 e i 15 minuti, mentre per evitare danni cerebrali, la prima scarica con il defibrillatore dovrebbe essere somministrata entro 3 minuti.
Eppure il tasso di utilizzo dei defibrillatori in Italia prima dell’arrivo dei mezzi di soccorso è del 6,4%, contro la media europea del 15-20%.
Il defibrillatore semiautomatico e automatico
I moderni dispositivi di defibrillazione semiautomatici e automatici sono utilizzabili anche da personale non medico e non formato, perché sono macchine in grado di determinare se il paziente è in arresto cardiaco da fibrillazione ventricolare/tachicardia ventricolare, attraverso l’analisi dell’elettrocardiogramma, e solo in questo caso erogano la scarica elettrica.
Questi dispositivi sono dunque sicuri e consentono un intervento più rapido, prima che arrivi il soccorso professionale, garantendo una maggiore possibilità di sopravvivenza al paziente.
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