Un ricordo del maestro Federico Fellini nell’opera e nelle parole di sua nipote Francesca, che con il corto “La Fellinette” ha vinto il “Premio Speciale 75” ai Nastri d’Argento 2021.
Nel 1971, Federico Fellini, regista di indimenticabili capolavori, disegna su un foglio di quaderno una piccola bambina. È lei, la Fellinette, che prende vita e si anima in questo cortometraggio con cui la nipote ha voluto rendergli omaggio, nel 2020, a 100 anni dalla nascita.
Un’animazione, ad opera di Studio Ibrido, che sulla spiaggia di Rimini incontra in live action, nel gran tendone del Circo Paniko, attori del calibro di Ivano Marescotti e Milena Vukotic, sino a finire per mano dell’inconfondibile sagoma dalla sciarpa rossa di zio Federico.
Prodotto da Davide Montecchi per Meclimone Produzioni Cinematografiche e realizzato con il sostegno del Mibact e dell’Emilia Romagna Film Commission, il lavoro si è aggiudicato in giugno il “Premio Speciale 75” alla 75esima edizione dei Nastri d’Argento. A scrivere e dirigere “La Fellinette”, Francesca Fabbri Fellini, 56 anni, che qui ci parla dell’opera e dello zio.
Lo zio Federico
«Lo zio Federico era il fratello di mia mamma, Maria Maddalena. Lei era la più piccola dei tre fratelli. Federico e Riccardo se ne erano andati via da Rimini che erano ancora giovani e mia mamma era invece rimasta in casa con nonna, Ida Barbiani. Non hanno lasciato che partisse per Roma come i due maschi, anche se lei avrebbe tanto voluto iscriversi all’Accademia di Arte Drammatica. In seguito, a metà degli anni ’90, in nemmeno una manciata d’anni, girò almeno 12 parti tra film e serie tv, tra cui ad esempio “Viaggio di Nozze” con Carlo Verdone. Sarebbe stata un’altra Anna Magnani, se non avesse rispettato il volere della nonna, rimanendo in casa a far da madre e moglie. Quanto a me, oramai sono l’ultima Fellini in vita. Non ho figli ed è venuta a mancare anche mia cugina Rita. Il cognome di mia mamma – che ho aggiunto a quello di mio babbo nel 2003 – sparirà con me.»
Quei momenti insieme
«Ricordo che lo zio Federico tornava spesso qui a Rimini a trovare la mamma. Ne ho memoria come di una persona estremamente carina nei miei confronti e molto spiritoso. Era un vero piacere ritrovarsi, spesso a tavola tutti insieme, in casa oppure al Grand Hotel. Su questo ho scritto anche un volume, “A tavola con Fellini, ricette da Oscar della sorella Maddalena”, includendo belle fotografie di quei momenti. Poi rammento con estremo piacere le nostre passeggiate in spiaggia, la nebbia e i gabbiani. Lui amava il mare di inverno, in estate non si metteva mai in costume, né qui né a Fregene. Così ancora oggi il mio impegno è quello di ricordare la sua figura, soprattutto ai giovani, anche grazie al portale Fellinimagazine.com in cui propongo video e interviste, oltre al progetto “Young Image Gallery” per promuovere nuovi talenti.»
La famiglia e il sogno
«Purtroppo il destino me li ha portati via troppo presto, zio Federico e zia Giulietta. Quando sono andata a vivere a Roma avevo 23 anni, ma lui è morto poco dopo, che di anni ne avevo 27. Sono rimasta a Roma una ventina d’anni e poi, nel 2006, sono tornata a Rimini per prendermi cura del mio papà che era rimasto solo. Ho lasciato soldi e carriera – dalla “Vita in Diretta” su Rai1 a un programma dedicato al cinema su Rete 102.5 – perché al primo posto nelle mie priorità è sempre venuta la famiglia. Con la F maiuscola. Ma lo zio Federico mi ripeteva sempre: “Ricordati che esistono due vite: quella ad occhi aperti e quella ad occhi chiusi. L’immaginazione è la forma più alta di pensiero.” E un giorno mi disse: “Buttati e non perdere mai la tua schiettezza, né l’entusiasmo giovanile nel lungo viaggio che si chiama vita, e le cose accadranno come desideri.” Con questo auspicio è nata “La Fellinette”.»
L’omaggio
«La Fellinette è stata un’idea che ha preso corpo a partire dal maggio 2019. Abbiamo girato in settembre e a gennaio 2020 tutto era pronto. Ma certo la pandemia non ha giocato a nostro favore per la promozione e stiamo recuperando ora, in giro per l’Italia, da “Sotto le stelle del cinema” di Bologna al Giffoni Film Festival, sino ai Nastri d’Argento a Roma. Sono certa che allo zio Federico questo mio lavoro sarebbe piaciuto tantissimo. Sarebbe stato orgoglioso di me e di questa mia prova autorale. Tra tanto che lui ha diretto, mancava nel suo percorso creativo proprio un film di animazione. Per questo sono sicura che questo mio omaggio per il centenario dalla sua nascita sia stato il regalo che avrebbe preferito. Non potevo fare di meglio. E poi ho avuto affianco persone straordinarie: una creatura unica come Milena Vukotic, il direttore alla fotografia Blasco Giurato, le musiche di Andrea Guerra. É stato un cast meraviglioso. Questi 12 minuti sono un’opera di poesia pura. Una favola muta, tra sogno e realtà.»
(Foto di copertina ©Graziano Villa)
Dall'infanzia di Francesca Fabbri Fellini al progetto La Fellinette
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