Franca Fiordalice. Consulente aziendale, ormai in pensione, con l’hobby della fotografia, ha scoperto durante il periodo del covid la scrittura. Dal 2011 partecipa al Concorso 50&Più, nel 2014 ha ricevuto la Menzione speciale della giuria e nel 2015 ha vinto la Farfalla d’oro per la Fotografia; nel 2016 la Superfarfalla, nel 2019 la Menzione speciale della giuria per la poesia e nel 2021 la Menzione speciale della giuria per la prosa. Vive a Roma.
Lucia inserì la chiave nella serratura e una mandata fu sufficiente, perché la porta si aprisse. Amedeo entrò per primo nella stanza, si avvicinò alla finestra alzò la serranda e la luce e il caldo di quella giornata di luglio, la inondarono. Quello, dunque, sarebbe stato l’inizio di un amore nato per caso o la conclusione di una splendida follia?
Ormai non era più una bambina, si era lasciata dietro le spalle tutto ciò che era stato fino allora normale e corretto, per inserirsi in quella parte di società fuori regola, che amava la libertà e odiava le ipocrisie, stava per iniziare un nuovo capitolo della sua vita, questa volta però, con la persona che aveva scelto contro tutto e tutti.
Quel giorno, Gustavo si era iscritto ad un torneo di tennis, Lucia prevedeva una giornata noiosissima, così decise di raggiungere i suoi vecchi amici al mare.
Li aveva appena incontrati e stava ordinando un aperitivo, quando un lampo di flash in pieno giorno sorprese il gruppo. Un gesto sicuramente inopportuno, pensò Lucia, chi si era permesso di scattarle una foto?
“Mi scuso e mi presento, sono Amedeo Palmi, l’ho trovata incantevole, per questo mi sono permesso di scattarle una foto”, concluse.
Chi aveva parlato, non poteva avere più di trent’anni, era difficile non notarlo, il suo aspetto rifletteva in pieno il modo arrogante con cui si era presentato.
Lucia dal canto suo era stata educata a non reagire in situazioni inaspettate, rimase fredda e sorridendo di rimando: “lo sa che potrei requisirle la pellicola?”. Amedeo si fece una grossa risata e continuò porgendole la macchina fotografica, “non rovini questa opera d’arte, non me la faccia cancellare!”. Effettivamente la foto aveva saputo cogliere la sua espressione sorpresa, mettendo in risalto; la perfezione del suo ovale e suoi capelli color miele.
Non poteva comunque accettare tanta arroganza, bruscamente senza parlare le riconsegnò la macchina e voltandogli le spalle raggiunse gli altri.
Amedeo dal canto suo, rimise gli occhiali e come nulla fosse, continuò a prendere il sole sul lettino, sorseggiando una bibita gelata.
Da qualche giorno, sono ricoverata in clinica per un attacco di asma, o qualcosa di simile, sembra un albergo, ma nonostante tutti i confort, l’unica amica che mi fa compagnia è la solitudine.
Ho sentito bussare, era il medico, ha con sé l’ultima tac, si è seduto accanto al mio letto e sta cercando di spiegarmi la diagnosi, ma io non lo ascolto, so benissimo cosa mi vuol dire…Mi parla tranquillo, forse è lo stesso tono che usa con i figli, quando racconta loro le favole, ma questa non è una favola, è la mia storia!
Lucia non aveva mai creduto al caso, la sua vita era stata sempre programmata, pensata, organizzata da suo padre e pigramente lei l’aveva accettata. Da lui aveva ereditato la passione per la musica, e appena fu in grado aveva continuato ad arricchire la raccolta di dischi, con pezzi di nicchia, difficili da trovare in commercio; portandoli nella nuova casa, le sembrava di averlo accanto.
Amedeo, invece aveva poco da trasferire, e spesso pontificava- un reporter ha per casa il mondo nelle fotografie che scatta.
La giornata si stava concludendo e la comitiva stava per sciogliersi, quando dalla cabina, accanto alla loro, uscì Amedeo, che sorridendo, per farsi perdonare invitò lucia a prendere qualcosa al bar.
Non era preparata a tale richiesta e nonostante tutte le risposte diplomatiche insegnatele dal padre, disse semplicemente “con piacere grazie!”.
Amedeo era di compagnia: allegro gentile e presto Lucia si accorse, che per lui stava provando qualcosa, che fino allora non aveva mai provato.
Così mentre Amedeo, conosciuto da poco, saliva nella scala degli affetti, Gustavo da tempo suo assiduo accompagnatore, perdeva punti.
Anche Gustavo capiva che qualcosa era cambiato e, nonostante ciò, una sera le propose di sposarlo. Lucia rispose con un abile: “ci devo pensare”.
“Che significa ci devo pensare”, urlò il padre imbestialito, “significa, che non sposerò Gustavo”, rispose tranquilla.
Anche donna Alfonsina cercò di farla ragionare: “quale vita pensi ti potrà offrire! Quel povero Gustavo ti vuole bene e sta soffrendo per la risposta che le hai dato!”. Il no di Lucia, insomma, era sembrato a tutti un tradimento.
Sicuramente è duro dover accettare certe sentenze, senza l’appoggio di qualcuno che ti stringe la mano, a casa sarebbe stato diverso, della buona musica, e la presenza di Amedeo mi avrebbero aiutata. Il medico è stato chiaro, l’intervento forse potrebbe migliorare la situazione.
Vivevano insieme, e di comune accordo, avevano stabilito di non creare legami convenzionali, lui aveva sofferto per la separazione dei suoi, Lucia, da parte sua, aveva assistito all’ingerenza del padre sulle scelte di donna Alfonsina che dipendeva totalmente dalle decisioni del generale.
I reportage portavano sempre più spesso Amedeo a rimanere lontano anche qualche mese da casa, Lucia aveva ripreso a frequentare le vecchie amicizie, aveva riallacciati i rapporti con la madre, mentre il generale, saltuariamente, spinto dalla moglie, incontrava la figlia.
Lucia sopportava sempre di meno la mancanza di Amedeo e a volte si ritrovava a dubitare della scelta che aveva fatto, affrettatamente.
Quella sera Amedeo, era rientrato prima del solito, e Lucia notò stampato sul suo volto quello strano sorriso, che normalmente preannunciava qualche novità.
Stringeva in mano un pacchetto dall’aspetto serio Lucia tardò a prenderlo quasi volesse capire cosa fosse prima di scartarlo.
“Ma è una macchina fotografica!”, esclamò stupita.
“Sì mia cara e fra una settimana tu ed io partiamo per il Brasile, mi hanno commissionato un importante servizio e tu mi farai da assistente!”. Ancora una volta Amedeo era. riuscito a stravolgere la sua vita.
“Un’altra idiozia del tuo fotografo”, la gelò il padre, eppure Amedeo l’aveva rassicurata, “sei amante dei dettagli, l’occhio fotografico arriverà!”.
Con il tempo l’entusiasmo per la fotografia crebbe, l’amore che aveva avuto da sempre per la musica contribuì a fargliela amare in ugual misura, luce colori ed emozioni erano la sinfonia delle sue fotografie.
Amedeo era stato un buon insegnante e lei una ottima allieva, ormai non lavoravano più insieme e solo occasionalmente si ritrovavano a casa.
Lucia era talmente presa dalla nuova attività, che non faceva più caso al nido vuoto, però non poteva rinunciare ad ascoltare i suoi vinili.
Non riesco a dormire, sono agitata, hanno iniziato la preparazione per l’intervento, domani sarò la prima!
Amedeo invece, era diventato silenzioso, nervoso, e quel giorno tornando a casa, non aveva il suo solito sorriso, “Mi hanno offerto un incarico fisso a Londra al Daily Telegraph”, disse tranquillo a voce bassa, quasi non volesse ascoltarsi, “ho accettato l’incarico e mi trasferisco: tu vieni con me?”. Lucia non rispose, però entrambi, capirono e rimasero in silenzio.
Le forze mi stanno abbandonando, sento le palpebre sempre più pesanti, che mi costringono a chiudere gli occhi. Intorno a me si è fatto buio, non sento più nulla, una figura mi viene incontro, e ne riconosco il sorriso. Mi sento tranquilla, perché ancora una volta, sarà Amedeo ad indicarmi la strada.