Sergio Mattarella, accettando nuovamente l’incarico di Presidente della Repubblica, è stato un esempio per tutti: un “sì” dettato da equilibrio e senso del dovere
Sergio Mattarella è stato il secondo Presidente della Repubblica nella storia d’Italia, dopo Giorgio Napolitano, ad essere eletto due volte alla più alta carica dello Stato. Ha accettato un incarico – e un impegno – che non aveva cercato e da cui si era con eleganza congedato. Ma non solo: l’ha fatto regalando un’autentica lezione di dignità alla politica e al Paese.
Infatti, Sergio Mattarella aveva fatto intendere molto chiaramente il desiderio di dedicare i prossimi anni alle proprie passioni, ai propri interessi e alla propria famiglia. Quando la chiamata del Parlamento è arrivata con un’elezione che non lasciava dubbi, ha risposto con equilibrio e grande senso del decoro. Non a caso, mentre sette anni prima (il 3 febbraio 2015) la parola più usata del suo discorso di insediamento era stata “speranza”, il termine che è più spesso tornato nel seguitissimo – e applauditissimo – intervento alle Camere del 2022 è stato, per l’appunto, “dignità”.
Dignità, un concetto straordinario, che possiede – si potrebbe dire così – una connotazione “statica”: la dignità che discende dal ricoprire un certo ruolo o avere una certa posizione (si dice, infatti, anche “dignitario”). Ma anche una parola che implica un significato “dinamico”: acquistiamo dignità con le scelte che facciamo, con le azioni che compiamo.
Così, essere Presidente della Repubblica, la prima carica dello Stato italiano, è un ruolo che di per sé comporta grande autorità, con la corrispondente dignità, ma il modo in cui questo si svolge, le parole che si scelgono, i gesti e l’attitudine danno al concetto sostanza e attuazione. E, fatte le dovute proporzioni con il Quirinale, a tanti capita che proprio quando vorrebbero dedicarsi al proprio tempo la vita richieda un piccolo grande sforzo in più, un impegno supplementare che non avevamo messo in conto, una nuova prova dopo aver dato molto.
Davanti a queste chiamate della vita, invero, non sempre abbiamo la scelta di rispondere o meno. Tuttavia, se a volte – pensiamo, ad esempio, alle sfide legate alla salute – non è possibile sottrarsi, una scelta c’è sempre: possiamo infatti scegliere “come” fare, cosa dire, che persona essere quando le cose non vanno nella direzione che avevamo auspicato, desiderato o incoraggiato. E la migliore maniera per reagire è senza dubbio la strada indicata dal nostro Presidente della Repubblica: quella della dignità. Lo è soprattutto per la generazione dell’esperienza, quella dei 50 e più, che ai più giovani può e deve trasmettere una cosa su tutte: l’esempio. Il buon esempio, che non è nei buoni consigli, ma sta nel mettere in pratica il rispetto per sé e per gli altri in ogni stagione della nostra vita.
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