Ultimamente in Italia il consumo dei cerali in chicco è notevolmente aumentato, arricchendosi di nuovi prodotti “esotici” di origini africane o mediorientali. È il caso del fonio, un cereale coltivato in Africa da migliaia di anni, da poco iscritto tra i novel food, i nuovi cibi introdotti in Europa.
Il fonio, un cereale amico dell’ambiente e del cuore
Pierre Thiam è uno chef senegalese che ha aperto un ristorante a New York, dove il fonio fa da protagonista. Thiam ha scritto persino dei libri per celebrare questo antico alimento, definendolo “il cereale perfetto per l’agricoltura”. Il fonio infatti ha un impatto ambientale limitato, richiede poca acqua e cresce bene anche in terreni aridi. Si “autodifende” producendo delle sostanze che tengono lontani i parassiti, rivelando così anche un’anima bio.
Non solo: il fonio ha un indice glicemico basso. Quindi è adatto a chi soffre di diabete, ma è anche ricco di ferro, perfetto dunque in caso di anemie. Inoltre, grazie a due aminoacidi, la cistina e la metionina, disintossica il fegato e l’organismo. Con il suo contenuto in flavonoidi e l’apporto di luteolina e apigenina, potenti antiossidanti, contrasta l’invecchiamento delle cellule e dei tessuti. Ma soprattutto, grazie alla presenza di magnesio e potassio, essenziali per l’elasticità delle pareti dei vasi sanguigni, è utile nel prevenire i problemi cardiocircolatori.
Il teff, il chicco amico delle donne
Sempre dall’Africa arriva il teff, coltivato da migliaia di anni sugli altopiani etiopi. Le sue qualità nutritive hanno conquistato celebrità del calibro di Madonna e Gwyneth Paltrow. In effetti, povero di sodio e ricco di potassio, questo cereale è utile per contrastare l’ipertensione arteriosa nella menopausa. Inoltre, grazie al calcio, stimola lo sviluppo delle ossa, contrastando l’osteoporosi. L’alta concentrazione di fosforo e fitoestrogeni, infine, lo rende consigliabile per mantenere l’equilibrio ormonale.
Il sorgo, la pianta cammello
Ma c’è una graminacea, detta “pianta cammello”, capace di resistere agli ambienti più aridi del pianeta. È il sorgo, un concentrato di fibre utili a stimolare la regolarità intestinale, soprattutto se consumato in abbinamento a verdure dal sapore amaro. Un altro elemento a suo favore è la capacità di tenere sotto controllo il diabete. Nel sorgo, infatti, la presenza di tannini inibisce l’assorbimento di amido e agevola la regolazione dei livelli di insulina e di glucosio nel sangue.
Il freekeh, da umile cereale a presidio slow food libanese
Il freekeh è originario del Libano. Si raccoglie a mano prima della maturazione e – ancora umido – si lascia seccare al sole. Successivamente, viene tostato su rami secchi. Solo a questo punto, i chicchi vengono ripuliti a mano e messi nuovamente a essiccare. Questo processo interrompe la maturazione e permette la conservazione, dando al chicco quel suo caratteristico sentore tostato e leggermente affumicato. Il procedimento, inoltre, lo rende ricco di fibre, vitamine, proteine e calcio, molto più del grano duro maturo. Tutti buoni motivi per farne un presidio slow food. Tra i suoi pregi, non è da sottovalutare la capacità di fornire un elevato potere saziante e di ridurre il rischio di diabete per il basso contenuto glicemico. Infine, grazie alla presenza di minerali, proteine e antiossidanti (calcio, ferro, zinco, potassio, vitamina B e probiotici), il freekeh offre un’efficace azione energizzante, utile per contrastare la stanchezza fisica e mentale.
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