Dei 466 milioni di euro stanziati per l’autonomia e l’inclusione delle persone con disabilità grave e senza sostegno familiare, solo 240 sono stati effettivamente trasferiti alle regioni.
È quanto emerge dall’analisi condotta dalla Corte dei Conti sulla gestione del Fondo dopo di noi. Nel documento, la magistratura contabile ha rilevato che il numero dei beneficiari è stimato solo in modo indiretto e parziale, fra i 100 e i 150 mila. Inoltre, ha messo in evidenza la mancanza di strumenti idonei ad arginare i ritardi e superare le inadempienze nei tempi programmati.
Solo 8.424 persone risultano aver beneficiato effettivamente delle prestazioni erogate, con una situazione territoriale eterogenea e differenze fra Nord e Sud.
La prima lacuna emersa riguarda i criteri per stabilire la quantificazione delle risorse, che dal 2016 al 2022 sono stati quantificati in 466 milioni di euro. Inoltre, si è considerato solo il numero potenziale dei destinatari, individuati con metodo indiretto. Ovvero attraverso i dati delle pensioni di invalidità con indennità di accompagnamento e senza prendere in considerazione i bisogni individuali da soddisfare.
Le risorse del Fondo Dopo di Noi
Tutte le risorse stanziate fino al 2021, pari a circa 390 milioni di euro, sono state assegnate alle Regioni. Quelle del 2022, invece, non sono ancora ripartite. Dall’analisi delle risorse trasferite è emerso un ritardo diffuso nell’utilizzo rispetto ai tempi di assegnazione. É da considerare, però, che il sistema prevede la possibilità di incassare le somme assegnate solo all’avvenuto impiego di quelle ricevute nell’anno precedente. Tuttavia, non tutte le Regioni hanno trasmesso la relativa rendicontazione oppure lo hanno fatto con molto ritardo.
Gli interventi
Non solo la distribuzione delle risorse non è avvenuta completamente, ma gli interventi realizzati non hanno nemmeno coperto la reale utenza di potenziali destinatari, anche a causa della mancata individuazione della platea dei beneficiari risultata troppo generica.
Le raccomandazioni della Corte
La Corte dei Conti ha quindi richiesto un pronto impegno a tutti i soggetti istituzionali coinvolti affinché mettano in campo sistemi di controllo efficaci. Al Ministero per le disabilità è stato chiesto di individuare la platea dei possibili beneficiari dei progetti del Fondo Dopo di noi. Questo potrebbe avvenire con l’aiuto delle associazioni rappresentative delle persone con disabilità e delle loro famiglie, per definire i bisogni e indirizzare la programmazione delle risorse alle esigenze concrete.
L’invito alla Presidenza del Consiglio dei ministri è di assicurare campagne informative per diffondere la conoscenza della legge e delle altre forme di sostegno pubblico per le persone con disabilità grave, oltre a sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi dell’inclusione sociale.
La Legge sul Fondo Dopo di noi
Entrata in vigore nel 2016, le Legge sul Fondo prevede misure di assistenza, cura e protezione in favore delle persone con disabilità gravi. In particolare di colore che non possono più contare sull’aiuto dei propri genitori o dei familiari più prossimi. La legge si compone di 10 articoli e l’Istituzione del Fondo per l’assistenza è prevista dall’articolo 3. Le finalità del Fondo sono, invece, disciplinate dall’articolo 4. Prevedono l’attivazione e il potenziamento di programmi di intervento per favorire percorsi di supporto alla domiciliarità in abitazioni che riproducano le condizioni relazionali della casa familiare, e che tengano conto delle migliori opportunità offerte dalla tecnologia, al fine di impedire l’isolamento della persona con disabilità grave; la realizzazione di interventi di emergenza per far fronte a problemi abitativi, incentivando anche soluzioni di co-housing e forme di mutuo aiuto.
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