Franca Fiordalice.
Consulente aziendale con l’hobby della fotografia, ama scrivere per raccontare ciò che la circonda. Partecipa al Concorso 50&Più per la settima volta; nel 2014 ha ricevuto la Menzione speciale della giuria per la fotografia, nel 2015 ha vinto la Farfalla d’oro per la fotografia e nel 2016 la Superfarfalla. Nel 2019 ha ricevuto la Menzione speciale per la poesia. Vive a Roma.
Questa mattina aprendo la finestra della mia camera, mi ha accolto una bellissima giornata, il cielo azzurro il sole con il suo solito sorriso, pronto ad accogliere la primavera alle porte.
Sono uscita sul terrazzo e ho guardato per strada non c’era nessuno e la cosa mi ha meravigliato poi mi sono ricordata del periodo che stiamo vivendo, infine ti ho guardato per essere rassicurata, tu eri come al solito lì davanti a me.
Sono anni che ti conosco, sei stata la scuola dei miei figli e poi dei miei nipoti, col tempo siamo diventate amiche, il tuo cuore batteva unisono con quello dei ragazzi che uscivano ogni giorno da scuola, il tuo cuore batteva con le urla dell’ultimo giorno di scuola, ti vedo ancora con le orecchie tappate per il ballo di fine triennio, oggi però ti ho vista con occhi diversi, triste, silenziosa, le tue serrande erano abbassate il portone serrato, dopo tanti, ma tanti anni, ti sentivi sola, senza i tuoi ragazzi, che da 60 anni e forse più ti avevano fatto compagnia, prima come alunni poi come ex poi come genitori e nonni, ormai sei diventata una di famiglia, anzi vista l’età una nonna acquisita diversamente giovane grazie a loro.
Un po’ di acciacchi ci sono ad una certa età, il tetto che non regge alla pioggia è quasi di routine, gli alberi che con la vecchiaia si allungano e devono essere curati dai Parrucchieri comunali che per venire a tagliarli si devono pregare.
Anche tu eri pronta ad accogliere la primavera, ma ti hanno messa in ferie forzate, cara vecchia amica questo cambiamenti di programmi destabilizzano noi arcigiovani ma vedrai ce la faremo!
Hai gli occhi chiusi e se potessi avvicinarti scoprirei anche qualche lacrima nascosta, non te la prendere ci auguriamo tutti che passerà e passerà presto, per ora dobbiamo solo avere pazienza.
Però il Preside dovrebbe farti aprire gli occhi, scusa le tapparelle, così potresti partecipare alla vita della piazzetta, già dimenticavo, per vedere qualcuno devi aspettare quelli che vanno al supermercato e se un raggio di sole ti potesse fare da specchio potresti vedere Ciro che aspetta il passaggio degli amici del bar che poi verranno da te, ma inutilmente…!
Forse hai saputo della notizia dalla campana della chiesa di San Pio V, quella che ti avvertiva dell’arrivo dei ragazzi, per qualche tempo anche lei andrà in ferie ed è per questo che è triste, la gente non parteciperà alla Santa Messa perché tutti, ma proprio tutti non potranno uscire di casa.
Non dobbiamo però essere tristi, queste restrizioni non compromettono la nostra libertà, il nostro nemico è il coronavirus è simile ai tanti mostri dei film di fantascienza, lui non può entrare nelle nostre case, ma ci aspetta perfido, insieme all’amico che ci vuole portare a cena, al compagno che è pronto per andare a sciare o quello che ti vuole salutare alla stazione prima di prendere l’ultimo treno.
Lo so quello che pensi non hanno senso civico! A te lo chiedono quando ci sono le elezioni e non dici mai di no, perché la libertà e la democrazia richiedono senso civico ad oltranza.
Cara vecchia amica, tranquilla la primavera ti regalerà ancora le grida dei ragazzi, i suoni del ballo di fine triennio, forse il male non viene sempre per nuocere, i ragazzi quando torneranno a scuola saranno contenti di rivedersi, il bullo avrà scoperto di essere un ragazzo come tanti e conoscendolo i suoi compagni lo apprezzeranno grazie al gruppo di classe su Skype.
Un groviglio di altri pensieri mi passano nella mente ormai satura, questo sarà il tempo per dipanarli.
Se apri un occhio e guardi verso il mio terrazzo, mi troverai seduta ad ammirare quello che mi circonda e che fino ad oggi non ho mai visto, perché la mia vita come quella di tanti altri correva più veloce delle lancette dell’orologio.
Un abbraccio virtuale
Franca