Mentre il Parlamento è in stallo, il presidente della Regione Toscana Giani promulga la legge sul fine vita medicalmente assistito. Il Governo ha ora 60 giorni di tempo per ricorrere davanti ai giudici della Consulta. Come funziona il procedimento in dettaglio
Il fine vita resta un argomento difficile da affrontare. Il 14 marzo 2025 il presidente della Regione Toscana ha promulgato la legge n. 5/2025 che, per prima in Italia, disciplina le modalità del fine vita assistito in Italia. La Toscana è così la prima regione italiana a concretizzare l’approvazione di una legge nel rispetto delle condizioni stabilite dalle sentenze della Corte Costituzionale n. 242/2019 e n. 135/2024. Il 27 marzo se ne parlerà alla Conferenza delle Regioni per trovare delle linee guida unitarie su tutto il territorio nazionale.
Via libera al fine vita, la legge che fa discutere
Il 17 marzo è stata pubblicata sul Bollettino regionale la prima legge italiana che disciplina e procedure per i cittadini toscani affetti da malattie incurabili che desiderano accedere a questa pratica, finora considerata tabù in Italia. Nonostante le sentenze della Corte Costituzionale del 2019 e del 2024 abbiano sancito il diritto al fine vita a determinate condizioni, anche in assenza di una legge nazionale. Da questa data il Governo ha 60 giorni per ricorrere alla Consulta contro la normativa.
Da aprile le prime richieste, ecco come funziona
Le prime richieste di fine vita medicalmente assistito di cittadini toscani potranno essere presentate da aprile. I primi casi “ufficiali” saranno gestiti prima dell’estate. Le ASL toscane hanno 15 giorni per istituire le commissioni mediche che valuteranno le richieste di suicidio assistito. L’intero processo, come stabilito dalla legge regionale, richiederà 37 giorni dalla presentazione della domanda. Venti giorni per la valutazione della commissione, 10 per l’individuazione del medico e 7 per la somministrazione del farmaco.
Le regioni verso una linea comune
L’iniziativa della Toscana potrebbe innescare una reazione a catena, spingendo le altre Regioni a regolamentare il suicidio assistito. L’obiettivo è evitare disparità territoriali e stabilire una linea comune, in attesa di un intervento del Parlamento. In caso contrario, la Toscana potrebbe diventare un punto di riferimento per pazienti di altre Regioni, che potrebbero cercare di accedere al suicidio assistito dopo aver incontrato ostacoli nelle loro ASL di residenza.
Regioni in pressing, il Senato frena
È probabile che le Regioni faranno pressione sul Governo e sul Parlamento per l’approvazione di una legge nazionale. Nonostante i richiami della Corte costituzionale a legiferare sul fine vita, il Parlamento non ha ancora emanato una legge che garantisca ai malati il diritto all’autodeterminazione. Al Senato, le commissioni Giustizia e Sanità hanno elaborato una bozza di testo, ma l’accoglienza è stata tiepida. La maggioranza propone di aggiungere un quinto criterio ai quattro già stabiliti dalla Suprema Corte per l’accesso al suicidio assistito: l’obbligo di inserire il paziente in un percorso di cure palliative.
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