Vietate, poi riammesse in piccole dosi, ma sempre guardate con sospetto e infine riabilitate. E questa volta il verdetto potrebbe essere definitivo.
Stiamo parlando delle uova, rimaste a lungo in cima alla lista nera dei cibi nemici del cuore in quanto ricche di colesterolo e recentemente, invece, assolte perché le prove per condannarle sono troppo deboli.
L’ultimo studio a spezzare una lancia a favore di tuorlo e albume è stato pubblicato sull’autorevole rivista di nutrizione The American Journal of Clinical Nutrition e potrebbe forse mettere una pietra tombale sulla cattiva fama delle frittate.
Sì, perché l’indagine è stata condotta su un campione particolarmente numeroso di individui seguiti per un tempo lungo, come poche volte prima era stato fatto. Inoltre, gli effetti del consumo di uova sulla salute sono stati analizzati a livello globale.
I ricercatori canadesi del Population Health Research Institute (Phri) della McMaster University e dell’Hamilton Health Sciences hanno infatti raccolto informazioni sulle abitudini alimentari e sulla salute cardiovascolare di 177mila individui di 50 Paesi dei sei continenti.
Incrociando i dati non è emersa alcuna associazione statisticamente significativa tra il consumo di uova e l’aumento del colesterolo nel sangue o gli eventi cardiovascolari come infarto e ictus. In media i partecipanti mangiavano, al massimo, un uovo al giorno. Quindi tutto lascia pensare che, limitandosi a queste dosi, la salute non ne risenta.
Le uova sono una fonte ricca di proteine di elevata qualità, sono ampiamente disponibili, convenienti e la loro produzione ha un basso impatto ambientale rispetto ad altre fonti di proteine animali. Nonostante questi vantaggi, i cardiologi hanno sempre raccomandato di limitare il consumo a meno di 3 uova a settimana per evitare un accumulo di grasso nel sangue. Negli ultimi anni, tuttavia, molti studi hanno dimostrato che gli alimenti in generale, e le uova in particolare, hanno un impatto trascurabile sul colesterolo nel sangue (incide molto di più la sedentarietà).
E proprio dalle analisi del sangue delle persone coinvolte nell’indagine è emerso che ad un aumento del consumo di uova non corrispondeva un aumento della concentrazione di colesterolo né un maggior rischio di malattie cardiovascolari.
«Un consumo moderato di uova, pari a un uovo al giorno, nella maggior parte delle persone non aumenta il rischio di malattie cardiovascolari né di mortalità, neanche se le persone hanno familiarità con il diabete. Non è stata trovata alcuna associazione tra il consumo di uova e il colesterolo nel sangue», ha affermato Mahshid Dehghan a capo dello studio.
C’è da fidarsi di questo studio? Per rispondere alla domanda la prima cosa da sapere è chi ha finanziato la ricerca. Così si scopre che gli sponsor sono enti pubblici e non aziende produttrici di uova che hanno tutto l’interesse a dimostrare la sicurezza degli alimenti che commerciano. Quindi, sotto questo aspetto, la ricerca è affidabile.
Inoltre, l’ampiezza del campione e la differente provenienza delle persone coinvolte rendono l’indagine epidemiologica molto credibile. Insomma, forse siamo arrivati a un verdetto definitivo: la cattiva fama era immeritata e un uovo al giorno non fa male a nessuno, neanche a chi ha una storia di malattie cardiovascolari o metaboliche.
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