Dopo la conferma da parte del ministro Speranza della fine dello stato di emergenza, il Consiglio dei Ministri ha varato il calendario delle riaperture. Ma – attenzione – non è ancora un “liberi tutti”.
«Vogliamo aprire il prima possibile», aveva annunciato Mario Draghi circa un mese fa, preannunciando la tanto attesa road map delle riaperture. E oggi l’Esecutivo ha deciso: dal 31 marzo si cambia. Con la fine dello stato di emergenza cesserà anche l’obbligo del Super Green Pass sul lavoro e nei trasporti. Con il nuovo decreto anti Covid infatti sarà sufficiente esibire il certificato base (senza la terza dose) o un tampone negativo. Sempre a partire da quella data si potrà consumare e fare sport all’aperto senza il fatidico certificato verde. Servirà ancora il tampone nei posti con più assembramento: dagli stadi (che torneranno al 100% di capienza) ai concerti.
Novità per gli over 50
Ma soprattutto gli over 50 – che avevano l’obbligo del vaccino fino al 15 giugno – torneranno al lavoro con il vecchio Pass rilasciato con il solo tampone negativo. Le novità riguardano anche la scuola, dove non saranno previste più quarantene per intere classi e in dad andranno solo gli studenti positivi. Addio anche all’obbligo di Ffp2 in classe – resterà però nei trasporti, bus, treni e aerei -, mentre più in generale si dovrà continuare a ricorrere alla mascherina al chiuso ancora per qualche settimana. Prossimo step il 1° maggio – ma le Regioni hanno chiesto di anticipare al 15 aprile – quando potrebbe infine essere eliminato anche il green pass base in tutte le attività al chiuso.
La curva è in risalita, ma il virus fa meno paura
L’uscita e i tempi della pandemia vengono definiti in un momento delicato di risalita dei contagi accompagnata però – questo il segnale positivo – da una diminuzione dei casi di malattia severa. Secondo gli ultimi dati, infatti, continua a rallentare la pressione sugli ospedali, anche se il trend dovrà essere ulteriormente verificato poiché i ricoveri si verificano in media 7-10 giorni dopo i contagi. Un andamento certificato anche dall’Oms, che nell’ultima settimana parla di +8% di casi nel mondo, ma -17% di decessi.
La spinta della guerra sul nuovo decreto anti Covid
Un allentamento troppo repentino delle strategie di contenimento del virus fin qui attuate, avverte Walter Ricciardi, sarebbe stato un errore gravissimo, foriero del rischio di una risalita dei contagi in estate. Per questo, “le mascherine” al chiuso “devono restare, così come anche il certificato verde”.
È indubbio che stiamo andando verso un graduale rilassamento delle misure di sicurezza. Una spinta alla quale non è estranea la guerra sul fronte orientale europeo. La necessità di nuove aperture è infatti funzionale alla ripresa economica e al bisogno di sicurezza dei cittadini, per sollevare il morale reso ancora più basso dallo stato di incertezza e di ansia generato dal conflitto.
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