Negli Anni ’80 la Fiapa, Federazione Internazionale delle Associazioni delle Persone Anziane, per dare maggiore voce e forza alle loro istanze. 50&Più è tra i fondatori. La Fiapa offre un punto di vista importante per capire come rispondere alle sfide attuali e future poste dall’invecchiamento. Ne seguiamo la storia e l’evoluzione, insieme alle azioni messe in campo e ai progetti per il futuro.
È un dato di fatto che la sensibilità al tema dell’invecchiamento della popolazione e alle molte sfaccettature della condizione anziana sia andata crescendo negli anni, di pari passo con il progressivo invecchiamento della popolazione. Entro il 2050, nel mondo gli over 60 saranno 2 miliardi (il 22% della popolazione globale), mentre in Italia la popolazione over 65 sarà più di un terzo del totale. Parliamo, quindi, di una fetta importante di cittadini che crescerà numericamente e che richiede attenzione, risposte e azioni mirate.
Ma quando si è cominciato a parlare di condizione anziana a livello istituzionale e internazionale e attraverso quali organismi? Un esempio interessante lo abbiamo con la Fiapa – la Federazione Internazionale delle Associazioni delle Persone Anziane – in francese Fédération internationale des associations de personnes âgées – che nasce a Parigi il 26 settembre 1980 su iniziativa di circa 60 associazioni provenienti da Francia, Belgio, Italia e Spagna.
Negli anni la Fiapa diventerà un interlocutore autorevole sulle tematiche legate all’anzianità: riconosciuta come pubblica utilità, la Fiapa è un’organizzazione internazionale non governativa (Ingo), con status consultivo, il più alto delle Nazioni Unite. A livello europeo, ha uno status partecipativo alla Conferenza delle Ingo al Consiglio d’Europa a Strasburgo. Siede ai tavoli di consultazione insieme a Onu (Organizzazione delle Nazioni Unite), Unesco (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura), Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità), Consiglio d’Europa e Unione Europea.
Con sede a Parigi come uffici, oggi la Fiapa conta 52 membri e rappresenta Paesi di tutto il mondo come: Belgio, Camerun, Colombia, Congo, Costa d’Avorio, Cina, Francia, Guadalupa, Italia, Madagascar, Mali, Malta, Marocco, Martinica, Mauritius, Messico, Ruanda, Russia, Senegal, Spagna. Dal punto di vista organizzativo, assicura il coordinamento tra i suoi diversi membri attraverso cinque hub regionali: Europa, Asia, Africa, America Latina, Oceano indiano.
Questi i numeri della federazione: 52 membri ripartiti in 35 Paesi, tra cui la Russia e la Cina con i suoi 289 milioni di aderenti. I suoi membri sono per la maggior parte federazioni nazionali che raggruppano associazioni nazionali, regionali e locali (oltre 10.000 associazioni locali). Nel suo complesso, la Fiapa rappresenta oltre 302 milioni di persone anziane di tutti i continenti.
Se la dimensione della Fiapa è aumentata, la sua missione è rimasta la stessa: “promuovere e difendere i diritti e gli interessi delle persone anziane nella società, eliminando ogni forma di disparità tra i cittadini dovuta all’età, soprattutto nei diritti e nei doveri”. Per quasi 40 lunghi anni Fiapa ha favorito la partecipazione degli anziani a progetti, messo a loro disposizione informazioni e documentazione sulla condizione anziana, facilitato contatti o scambi di esperienze tra associazioni di Paesi diversi attraverso l’organizzazione di incontri e simposi locali, nazionali e internazionali, partecipato ai tavoli internazionali sull’invecchiamento, e monitorato e denunciato eventuali violazioni della Carta dei diritti fondamentali dei cittadini europei.
Ma come nasce l’idea della Fiapa? Lo abbiamo chiesto a Sonia Guaragna, segretario generale della Federazione. «Le associazioni degli anziani hanno preso coscienza della necessaria solidarietà che lega gli anziani oltre le frontiere; come le altre categorie sociali, esse avvertono la necessità di una collaborazione a livello internazionale in cui si situano nuovi centri decisionali che intervengono in settori sempre più ampi. Infine si aggiunge la volontà delle associazioni di mettere in comune la propria esperienza grazie al reciproco arricchimento che ne trarranno per meglio servire i loro soci».
La Fiapa ha un punto di osservazione internazionale. L’Italia presenta qualche peculiarità?
L’Italia è il secondo Paese al mondo per percentuale di persone anziane. Rappresenta quindi un contesto interessante da osservare e con cui confrontarsi in tema di anzianità.
Ci racconta un progetto di cui la Fiapa è particolarmente fiera?
Sicuramente un tema a noi caro è l’impegno a lottare contro i maltrattamenti inflitti agli anziani. Come esempio posso ricordare i lavori svolti dalla Fiapa sulla prevenzione degli abusi nei confronti degli anziani e, in particolare, gli abusi finanziari; dal punto di vista della comunicazione, abbiamo realizzato 21 spot televisivi che possono essere trasmessi nel mondo.
Quali sono i grandi temi che l’Europa deve a parer suo affrontare oggi rispetto al tema dell’invecchiamento?
Ne cito cinque: la lotta contro l’ageismo e il cambiamento di paradigma, la discriminazione legata all’età, il ruolo attivo delle persone anziane nella società, lavorare più a lungo e l’accesso alle cure. Dal 1980 ad oggi le attività della Fiapa si sono moltiplicate e specializzate. Un’iniziativa che merita di essere ricordata è la costituzione dell’Osservatorio mondiale sull’invecchiamento, proposta in forma congiunta da Fiapa e Onu in occasione della 41a sessione della Commissione per lo sviluppo sociale, tenutasi a New York dal 10 al 21 febbraio 2002. L’obiettivo dell’Osservatorio era quello di avviare un censimento permanente ed aggiornato sui bisogni delle persone anziane nel mondo, che permettesse di monitorare le politiche in atto a loro favore e prevedere misure in grado di garantire i diritti fondamentali agli anziani, in particolare le persone in situazioni di particolare fragilità.
Qualche novità sugli anni in corso?
Il festeggiamento dei 40 anni della creazione della Fiapa a Roma nel mese di novembre 2020 con il tema del concetto dell’età. Con il gruppo di lavoro non limitato sull’invecchiamento mondiale che si tiene a New York, la Fiapa vuole ottenere la creazione di uno strumento internazionale vincolante per promuovere e proteggere i diritti delle persone anziane. Inoltre, uno dei grandi temi da affrontare nel futuro sarà quello delle persone anziane in situazioni di calamità naturale.
A questo riguardo la Fiapa porta avanti un progetto per la ricostruzione di una casa di riposo nella Dominica che era stata distrutta. Sono già state avviate attività di formazione per le popolazioni che vivono le catastrofi naturali e per i professionisti che accompagnano gli anziani attraverso gruppi di parola sul tema dello stress post traumatico. Abbiamo anche il progetto di formazione richiesto dalla Cina per le persone che si occupano dell’assistenza a domicilio degli anziani. Con Cuba stiamo collaborando per lo sviluppo di cooperazione a livello geriatrico e gerontologico. Infine, in Senegal, abbiamo in prospettiva un congresso panafricano sulla condizione anziana.
Il 2020 sarà un anno particolare per la Fiapa: festeggerà i suoi 40 anni di attività e lo farà a Roma insieme a 50&Più, che è stata tra i fondatori della Federazione.
«Il quarantennale della Fiapa coincide con un rinnovato impegno politico e di rappresentanza dell’associazione. Si apre una nuova fase in cui 50&Più può portare ulteriore e nuovo contributo». Lo dichiara Gabriele Sampaolo, segretario generale di 50&Più, a cui chiediamo qual è lo spirito che accomuna 50&Più alla Fiapa nella visione dell’anzianità. «La Fiapa è particolarmente attiva sul coordinamento tra le associazioni, sullo scambio di conoscenza per promuovere una cultura dell’anziano e sulla difesa degli anziani, particolarmente quelli con maggiori fragilità. 50&Più ha tutto questo nel suo statuto. Fin dalla sua fondazione, il cuore della Fiapa è stato il valore dello scambio e delle esperienze che vede vari Paesi diversi anche per i percorsi fatti. Ci sono Paesi che hanno temi più urgenti rispetto a quello dell’anzianità e quindi da loro l’anzianità non è ancora un tema prioritario. A livello globale, però, vediamo che si va verso l’invecchiamento: sono quindi importanti non solo lo scambio delle esperienze e il riconoscimento delle migliori pratiche – ce ne sono tante e diverse in tutto il mondo -, ma è importante anche lo scambio culturale, perché è da qui che si ha la misura del valore che è riconosciuto all’anzianità. Ci sono Paesi, ad esempio quelli orientali come Giappone e Cina, dove l’anziano è sacro: le feste più importanti nel corso dell’anno sono quelle riservate agli anziani. È dal confronto che ci si alimenta reciprocamente dei valori che riguardano l’anziano. Ne deriva quanto sia importante stare insieme: stando insieme il confronto avviene in modo più spontaneo e autentico».
Il dibattito sulla condizione anziana è ormai maturo e articolato e questo è testimoniato anche dal numero di associazioni attive sui senior.
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