La seconda serata del Festival di Sanremo ha registrato uno share del 62,3%. Sul palco del teatro Ariston oltre alla musica anche la rivolta in Iran e la condizione delle carceri minorili. A ricordare la storia del festival della canzone italiana anche Al Bano, Gianni Morandi e Massimo Ranieri.
Ha registrato il 62,3% di share la seconda serata del Festival di Sanremo con 10.544.000 spettatori. Al fianco di Amadeus, conduttore e direttore artistico della kermesse canora, Gianni Morandi e Francesca Fagnani, giornalista e ideatrice della trasmissione ‘Belve’. Sul palco dell’Ariston si è esibito un trio d’eccezione: il festival ha riunito dopo anni Al Bano, Massimo Ranieri e Gianni Morandi in un’unica voce.
Morandi, Al Bano e Ranieri: la storia del Festival di Sanremo
Armonia, entusiasmo e allegria. Impossibile vivere sentimenti diversi da questi assistendo all’esibizione di Morandi, Al Bano e Ranieri che – per la prima volta nella storia – si sono ritrovati sullo stesso palco per intonare i più celebri successi delle loro carriere. Tra i brani interpretati: Andavo a cento all’ora, Se bruciasse la città, Mattino, Rose rosse, Scende la pioggia, Felicità. Sul finale: Perdere l’amore, cantata con Ranieri da tutto il teatro, Morandi che emoziona con Uno su mille e a chiudere Al Bano con È la mia vita [QUI LE PAGELLE DELLA SECONDA SERATA].
Il carcere minorile di Nisida entra a Sanremo
E per la prima volta a Sanremo anche il carcere minorile di Nisida (Napoli) diventa parte del Festival. Lo fa attraverso il monologo della giornalista Francesca Fagnani, autrice del programma Belve che, con la raccolta delle testimonianze dei detenuti del carcere minorile di Nisida, ha raccontato uno spaccato sociale. Le sue parole hanno denunciato la mancata attuazione della funzione rieducativa del carcere.
Un estratto del monologo: “In Italia il carcere serve a punire il colpevole e non a rieducare. Un importante magistrato ha detto sono contrario ad uno schiaffo in carcere o in caserma. Il detenuto non deve passare per vittima. Non va picchiato perché lo Stato non può applicare le regole della sopraffazione. Se chi esce dal carcere non è migliore di quando ci è entrato è un fallimento. Ho chiesto a dei detenuti adulti cosa cambierebbero della loro vita. Quasi tutti hanno risposto: ‘sarei andato a scuola. Lo stato non può esistere solo per l’attività di repressione. Lo stato dovrebbe essere più attraente, più sexy della delinquenza. In Italia la prigione serve solo a punire il colpevole non a recuperare’”.
Il Festival di Sanremo guarda all’Iran e porta sul palco i diritti umani
I diritti umani, la repressione iraniana e la lotta alla discriminazione sono arrivati sul palco dell’Ariston nelle parole di Drusilla Foer, già co-conduttrice della scorsa edizione, e Pegah Moshir Pour. È l’attivista iraniana a chiedere:
“Esiste un Paradiso Forzato? Ahimè sì… Come altro si può chiamare un luogo dove il regime uccide persino i bambini? Dal 16 settembre 2022, da quando Mahsa Jina Amini, una ragazza colpevole solo di essere sospettata di non indossare in modo corretto il velo, è stata uccisa dalla polizia morale, il popolo iraniano sta sacrificando con il sangue il diritto a difendere il proprio paradiso”. Dopo la musica, Drusilla Foer ha posto le sue domande all’attivista che – attraverso le risposte – ha evidenziato le differenze sociali tra i due paesi: Italia e Iran.
I ‘fuori programma’ della seconda serata
Anche durante la seconda serata del Festival, come per la prima, ci sono stati dei ‘fuori programma’. Mercoledì sera è stata la volta di Fedez, rapper irriverente che dalla periferia di Rozzano si è imposto nella scena musicale italiana, a creare lo scandalo. Ha cantato un freestyle di Salmo, stracciando la foto del vice ministro Bignami che lo ritrae vestito da nazista. Ha spiegato: “Me ne assumo tutta la responsabilità”. A regalare un altro ‘fuori programma’ è stato il comico Angelo Duro quando, durante il suo monologo, è rimasto in mutande sul palco dell’Ariston.
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