Un inaspettato ritrovamento sulla nuova linea ferroviaria ad alta velocità Napoli-Bari aggiunge un tassello al patrimonio archeologico italiano. Cos’è l’archeologia preventiva
Le Ferrovie dello Stato hanno scoperto e messo in sicurezza in Campania autentici tesori del passato. Un villaggio dell’età del Rame in località Gaudello; un tratto di basolato dell’antica via Appia nel comune di Maddaloni; un santuario di epoca ellenistico-romana, ricco di materiale votivo, a Ponte (BN). Questi sono solo alcuni dei ritrovamenti archeologici rinvenuti durante i lavori effettuati lungo le tratte Napoli-Cancello, Cancello-Frasso e Telese-Vitulano. Il progetto prevede la velocizzazione della tratta Napoli-Bari, per integrarla con il Core Corridor “Scandinavia – Mediterraneo”.
L’importanza dell’archeologia preventiva
Tra gli altri reperti portati alla luce durante i lavori delle Ferrovie dello Stato, anche una villa romana riemersa nel comune di Solopaca e numerose sepolture di cultura campana con ricchi corredi funerari. Oltre a monete, oggetti in terracotta e statuine in bronzo. Il ritrovamento è avvenuto grazie all’approccio delle Ferrovie dello Stato all’archeologia preventiva. Quel settore della ricerca archeologica che concilia la tutela del patrimonio con le esigenze di grandi opere infrastrutturali, che comportano lavori di scavo. Così da garantire che la realizzazione di nuove linee ferroviarie avvenga in modo sostenibile, senza compromettere la ricchezza storica dei territori.
Non solo ferrovie: le scoperte di Anas
Le azioni di tutela prevedono un iter di approfondimento dei contesti archeologici, con la realizzazione di studi territoriali, indagini e scavi in estensione. Fino alla valorizzazione attraverso ricostruzioni virtuali, pubblicazioni, convegni e musealizzazioni. Ferrovie dello Stato fa parte con Anas di Archeolog. Il suo scopo è di contribuire al restauro, alla conservazione e alla valorizzazione dei reperti archeologici venuti alla luce durante la realizzazione e la manutenzione delle infrastrutture stradali e ferroviarie. Nella zona di Colfiorito, durante la realizzazione della SS 77 Val Di Chienti, è stata individuata una necropoli di mq. 1150. Lo scavo ha permesso di riportare alla luce 75 tombe ad inumazione del tipo a fossa.
(immagine in apertura statuetta maschile in terracotta di età ellenistica)
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