Maria Cristina Fattori. Laureata Dams, ex bibliotecaria ora è diventata il capo animazione di una casa di riposo nel quartiere Garbatella a Roma, città in cui vive. Partecipa al Concorso 50&Più per la prima volta.
La perdita dei propri genitori, anche se anziani, è un dolore terrificante, ti fa sentire in prima linea senza più nessuna protezione. Per quanto devastante è però un evento inevitabile che, prima o poi, la vita ti mette di fronte. Lo mettiamo in conto sin da quando siamo bambini, e con terrore, cerchiamo di allontanarne il pensiero.
Perdere un fratello o una sorella è un’altra cosa. -Se ne va un nostro pari nella gerarchia familiare-, ci- sentiamo esposti ed è come- se- ci mancasse- un complice con il quale abbiamo condiviso le vicende della nostra infanzia.
Stamattina mi sono svegliata con un velo di malinconia che, col passare delle ore, si è trasformato in un pizzico di angoscia. Ma non faccio nulla per mandarlo via, anzi cerco in tutti i modi di trattenerlo: è come se volessi nutrire la mia anima del dolore che provo per la tua inaspettata scomparsa. Oggi è così, non posso farci nulla, e allora ho deciso di ripercorrere i ricordi, come se questo mi aiutasse a sentire di meno la tua assenza.
Allora sai che faccio? Ti porto a passeggiare per le strade che ci hanno visti insieme tante volte e così ti racconto qualche storia, che sicuramente non conosci.
Vieni con me, dammi la mano e insieme uniamoci ai festeggiamenti del quartiere. Sì, perché tu non lo sai, ma oggi è il compleanno della Garbatella, compie 100 anni e tutto il quartiere si appresta a festeggiare. E pensare che una volta, quando dicevi che eri della Garbatella, ti prendevano tutti per un “borgataro”. Ma oggi le cose sono cambiate e la Garbatella è diventata un quartiere di moda, piena di locali e quando giri per le strade, in mezzo a questi villini, ti sembra di vivere in un’altra epoca, fuori dal caos a cui siamo abituati.
Garbatella, che strano nome, ma si dice – non so se è verità o leggenda – che si chiama così perché verso la metà dell’Ottocento, in Via delle Sette Chiese, viveva una ragazza che gestiva una locanda, una ragazza così garbata e così bella che i clienti la chiamavano Garbatella.
Vieni, ti faccio vedere questa bellissima fontana, simbolo del quartiere: la Fontana di Carlotta, rappresentata da questa faccia di donna scolpita nella pietra dalla quale sgorga uno zampino dì acqua fresca. La chiamano la fontana degli innamorati perché le coppiette- si danno sempre- appuntamento qui.
Oggi la Garbatella è diventato uno dei quartieri di Roma più alla moda, pieno di giovani che la sera affollano i locali della movida. Dai, non fare quella faccia, la movida è un termine che oggi usano i giovani per dire che vanno a divertirsi, a bere in un’osteria o a vedere un film in Piazza Brin! Questa è la movida!
Pensa che anche il cinema si è interessato alla Garbatella, e se prendiamo la discesa qui davanti arriviamo al “Bar dei Cesaroni” in Piazza Giovanni da Triora. Come dici? Chi sono i “Cesaroni?”. Ehi dico; va -bene che-ora vivi in un altro mondo, ma se tu non avessi guardato solo le partite di calcio sapresti che i “Cesaroni” sono i protagonisti di una fiction che tanto successo ha riscosso qualche anno fa in televisione!
E non è finita: qui nel quartiere, ci hanno girato i loro film Nanni Moretti, Ettore Scola e Pierpaolo Pasolini! Che stupida che sono, stavo dimenticando il grande Alberto Sordi che nel 1951 è stato il protagonista del film Mamma mia che impressione! girato alla “chiesoletta”, in via delle Sette Chiese 101.
Insomma, alla Garbatella non manca niente! Ci stanno pure Santa Galla, San Filippo e San Francesco! No, non sono i santi protettori, sono le tre chiese del quartiere, chiese importanti, che a mezzogiorno fanno a gara per chi suona più forte le campane. E la domenica, la gente del quartiere, indossa il vestito buono e va alla messa. Quando esce, è tradizione, comprare i dolci nella pasticceria vicina a Santa Galla, che non mi ricordo mai come si chiama!
Di solito si pensa che la Garbatella sia abitata solo da persone anziane, insomma da vecchi, invece è piena di ragazzini, per loro la Garbatella è un paradiso! Vieni, prendiamo questa strada che arriviamo a Piazza Longobardi, ti faccio vedere la Casa dei bimbi, la chiamano “l’asiletto”, e nelle belle giornate, si sentono le grida dei bambini che giocano nel giardino della scuola, così piccoli fanno una tenerezza! Invece, i più grandicelli vanno alla scuola elementare in cima a quella salita, subito dopo gli archi, la Cesare Battisti. Una volta si chiamava Michele Bianchi e nel 1936 venne la Regina Elena a portare i regali della befana ai bambini…. era bellissima e a nostra madre, che stava in prima fila, le fece persino una carezza!
Sei stanco, lo so, lo intuisco dal tuo passo affaticato, ma dai facciamo un ultimo sforzo, arriviamo in Piazza Bartolomeo Romano, famosa per il suo teatro, il Palladium, una volta ci si andava a vedere l’avanspettacolo, oggi è parte dell’Università.
Ora torniamo a casa ma prima ti voglio far vedere un’ultima cosa in Via delle Sette Chiese. Eccoci arrivati: questa è la “mia” casa di riposo. Senza che ridi, non è ancora arrivato il momento per la casa di riposo, ma questa è un posto magico, che frequento spesso perché mi riconcilia l’anima col cuore. Appartiene alle Suore Discepole di Gesù Eucaristico, un ordine fondato negli anni Venti del Novecento da Don Raffaello delle Nocche, vescovo di Tricarico, un paese in provincia di Matera. È un istituto importante, punto dì riferimento per gli anziani del quartiere e per i loro familiari.
Quante cose sono cambiate negli ultimi anni, ma il fascino di Garbatella, con la sua storia, i suoi villini e la sua romanità, è rimasto sempre lo stesso.
Passeggiare con te mi ha fatto bene, l’angoscia se ne è andata, la malinconia si è vestita di tenerezza, la magia del quartiere mi ha placato l’anima. Sì, lo so che ora devi andare e che mi lascerai la mano, ma so anche che tornerai a trovarmi e sappi che io sarò qui ad aspettarti.