Alcuni disturbi e malattie cerebrali nascono da alterazioni che possono verificarsi nelle regioni profonde della materia grigia. Sono patologie come il morbo di Alzheimer, il dolore cronico, la depressione, la dipendenza da sostanze stupefacenti e la schizofrenia.
Un consorzio di ricerca europeo, guidato dall’IIT-Istituto Italiano di Tecnologia, svilupperà nuove tecnologie per accedere a quelle regioni grazie alle proprietà della luce. In tal modo si potranno rivelare le disfunzioni molecolari e cellulari alla base dell’alterazione. Con questi nuovi strumenti si potranno studiare e trattare una serie di disturbi neurologici in modo diretto, poco invasivo e molto efficace.
Il progetto “Deeper”
Il progetto, chiamato Deeper – Deep Brain Photonic Tools for Cell-Type Specific Targeting of Neural Diseases -, ha ricevuto un finanziamento di circa 5,7 milioni di euro per i prossimi 4 anni dall’Unione Europea. Coinvolge 12 istituti e Università partner, tra cui 2 aziende, in 8 diversi Paesi europei.
L’impatto delle patologie studiate è già significativo sulla salute pubblica. Si prevede poi che aumenterà in futuro, anche per l’invecchiamento della popolazione. Il consorzio di ricerca ha quindi l’obiettivo di comprendere meglio le cause dei disturbi cerebrali. Pertanto, andrà ad osservare più in profondità quelle aree del cervello solitamente di difficile accesso. I nuovi dispositivi fotonici permetteranno di evidenziare le alterazioni anatomiche e funzionali.
Per farlo, i ricercatori svilupperanno una nuova classe di strumenti. Si tratta di sensori ottici molecolari, sonde cerebrali minimamente invasive, microscopi ed endoscopi di nuova generazione. Questi saranno in grado di sfruttare la luce per agire direttamente sul tessuto neuronale. Si avranno così immagini ad alta risoluzione e si potrà intervenire in modo preciso sull’attività neuronale. Il dettaglio raggiunto sarà a livello molecolare e cellulare.
SINTESI DI: Fasci di luce per studiare i segreti del cervello, www.agi.it, 28-01-2021
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