Italia terzultima in Europa per i generici, aumenta l’acquisto dei farmaci di fascia C. Antidiabetici, viagra e benzodiazepine tra i più gettonati
Nel 2023 gli Italiani spendono per i farmaci 36,2 miliardi di euro, di cui il 68,7% rimborsato dal SSN. Sono i dati del Rapporto OsMed, redatto dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), che calcola in 1.899 le dosi di medicinali ogni 1000 abitanti consumate giornalmente nell’anno. Per quanto riguarda l’assistenza territoriale pubblica e privata, vendute confezioni di farmaci per quasi 2 miliardi. La spesa per i farmaci acquistati dalle strutture pubbliche è stata pari a 16,2 miliardi di euro e ha registrato una crescita dell’8,4% rispetto al 2022. Le Regioni con i valori di spesa pubblica più elevati sono la Campania (317,44 euro pro capite) e l’Abruzzo (310,64 euro pro capite). In generale nelle Regioni del Sud si consuma e si spende mediamente di più rispetto al Nord e al Centro per i farmaci erogati in regime di assistenza convenzionata.
Antidiabetici per dimagrire
Non stupisce l’impennarsi dei farmaci antidiabetici usati anche per dimagrire lanciati dai vip e sui social. Quelli a base di semaglutide registrano un aumento di spesa del 60,1% e dei consumi del 26,4%, mettendone a rischio la disponibilità per chi ne ha davvero bisogno. Analoga situazione per le gliflozine, che registrano un aumento di spesa del 60,1% e dei consumi del 65,6%. Da rilevare che AIFA nel 2024 ha autorizzato l’immissione in commercio nella Fascia C dei prodotti non rimborsabili il Wegovy, in farmacia da luglio, medicinale a base di semaglutide ma con specifica indicazione terapeutica per la perdita del peso.
Benzodiazepine e viagra, in cima alla classifica
Aumenta la spesa dei farmaci di fascia C pagati dai cittadini, che nel 2023 hanno speso 7,1 miliardi, +9,8% rispetto al 2022. Il 54% della spesa (3,8 miliardi) è relativo a medicinali con obbligo di ricetta, il restante 46% a prodotti di automedicazione. Le categorie di farmaci di classe C con ricetta più acquistati sono le benzodiazepine, i contraccettivi orali e i farmaci per la disfunzione erettile, per i quali sono stati spesi 250 milioni di euro. Tra i farmaci di automedicazione FANS antinfiammatori e antidolorifici, come l’ibuprofene e il diclofenac per un totale di 416,3 milioni di euro.
La spesa dei cittadini anziani
Aifa conferma che il consumo di farmaci aumenta con l’età fino alla fascia 80-84 anni, per poi ridursi leggermente nella fascia di età uguale o superiore agli 85 anni, con una spesa pro capite pari a 662,3 e 629,3 euro rispettivamente. La spesa media per gli over è stata di 563,4 euro (613,6 negli uomini e 524,1 nelle donne), in aumento dell’1,5% rispetto al 2022. Quasi l’intera popolazione anziana (97,2%) ha ricevuto nel corso dell’anno almeno una prescrizione farmacologica e il 68,0% degli utilizzatori di età pari o superiore ai 65 anni ha ricevuto prescrizioni di almeno 5 diverse sostanze (in caso di politerapia cronica) e circa uno su tre (28,5%) ha assunto almeno 10 principi attivi diversi.
Gli italiani non amano i farmaci generici
La spesa farmaceutica totale italiana – 612 euro pro capite -, è sopra la media dei Paesi europei che è stata pari a 384 euro ma inferiore a quella della Germania (673 euro), dell’Austria (672 euro) e del Belgio (627 euro). Inoltre, l’Italia è al terzo posto nella spesa per i farmaci generici\equivalenti rispetto agli altri Paesi europei. Aifa evidenzia che i farmaci generici sono passati nel consumo dal 9% del 2011 al 31,2% del 2023, ma la crescita negli ultimi 5 anni è stata limitata e il consumo resta basso.
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