La diffusione dell’influenza stagionale insieme alle sottovarianti di Omicron hanno reso alcuni farmaci difficili da reperire. Il motivo non è soltanto l’aumento dei contagi, ma anche l’eccesso di richiesta di tanti che per prevenire tendono a fare incetta di medicinali, pur senza reali necessità.
Secondo l’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, mancano 3.200 farmaci da banco, in particolare antibiotici e antinfiammatori. Per questo il Ministero della Salute ha avviato un’indagine e istituito un tavolo di lavoro permanente per evitare che la situazione attuale si ripeta.
Nell’elenco dell’Aifa figurano medicinali comuni come Moment, Neo Borocillina, Nurofen, Spididol, Tachipirina, Efferalgan, Tachifludec e l’antibiotico Amoxicillina. Secondo Farmindustria le cause sono da ricercare in parte alle difficoltà di approvvigionamento dovute alla situazione internazionale e in parte ai contagi in aumento. Non ci sarebbero comunque ragioni per giustificare la corsa al farmaco, dovuta spesso ad ansie immotivate. Le sindromi influenzali di tipo virale, che quindi non si curano con un antibiotico, guariscono grazie alla capacità di risposta del nostro sistema immunitario, e dunque i noti farmaci da banco sono utili solo per rendere meno gravosi i sintomi, ma non sono risolutivi per accelerare la convalescenza.
Il parere dei medici di famiglia
“L’invito ai cittadini è quello di non abusare dei medicinali e di fare sempre riferimento al medico di famiglia”, ha dichiarato Silvestro Scotti, segretario della Fimmg, Federazione italiana medici di medicina generale, intervistato da Adnkronos. “Molti dei farmaci in carenza sono quelli più utilizzati in un periodo come questo, con una stagione influenzale intensissima, ossia antibiotici, antipiretici, qualche antibiotico. Ma di fronte a queste difficoltà di approvvigionamento non possiamo meravigliarci se alcuni cittadini ricorrono al pronto soccorso sperando di avere risposte, aggravando la pressione sulle strutture.”
Farmaci difficili da reperire: nessun allarme secondo l’Aifa
“Non c’è n allaurme reale sulla carenza di farmaci in Italia”, ha dichiarato Giorgio Palù, presidente dell’Aifa, dopo l’istituzione del tavolo di lavoro del Ministero della Salute. “I farmaci di cui c’è vera carenza, degli oltre 3 mila che Aifa pubblica sul sito, sono 30. Dei 300 che importiamo dall’estero, questi sono realmente essenziali perché non trovano un corrispettivo prodotto da un’industria italiana. Ma si tratta di medicinali che vengono usati in sala operatoria, mentre per antinfiammatori, cortisonici, miorilassanti e antibiotici abbiamo sempre valide alternative.”
Farmaci difficili da reperire: le cause secondo i farmacisti
Il problema comunque esiste, secondo la Fofi, Federazione ordini farmacisti italiani, ed è dovuto ad una serie di concause, dal picco dell’influenza in Italia, all’aumento dei casi Covid in Cina che sta richiedendo un maggior utilizzo di principi attivi nel paese e sta rallentando la produzione, passando per il caro energia e l’aumento dei costi delle materie prime. Quindi la difficoltà non è solo italiana.
“Le aziende italiane sono bravissime a produrre farmaci ma ci vogliono i principi attivi prodotti soprattutto in India e Cina”, ha commentato Andrea Mandelli, presidente della Fofi. “È difficile prevedere quando questa situazione cesserà in tutto il campo industriale sul tema dell’energia. Quello che possiamo fare noi farmacisti è invitare i clienti a non girare da una farmacia all’altra amplificando la richiesta e quando possibile consigliare un farmaco alternativo della stessa classe terapeutica. Cerchiamo di non comprare farmaci per farne incetta, perché prenderne uno che non serve sottrae la possibilità di cura a qualcuno che ne ha bisogno.”
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