Famiglie sempre più piccole: è questo il futuro dell’Italia. Nel 2040 si stima che il 39% delle famiglie italiane sarà costituito da persone che vivono da sole
Siamo difronte ad una demografia delle famiglie sempre più asfittica in Italia. Gli ultimi dati Istat mostrano che le tipologie di famiglie sono in aumento e sempre più diversificate, ma si assiste anche ad una progressiva diminuzione del numero dei componenti.
Già oggi il 63% delle famiglie ha al massimo due componenti, e fra queste le monocomponente sono il 36,9%, ossia la maggioranza. Le famiglie considerate numerose, con cinque membri, sono il 3,3% del totale, quelle composte da sei persone sono l’1%. Le persone che vivono da sole hanno raggiunto quasi i 9 milioni, e il numero medio dei componenti è attualmente di 2,3, a fronte dei 2,6 di vent’anni fa e dei 4,5 del 1861, anno dell’Unità d’Italia.
Le nuove famiglie
I single, le famiglie monogenitoriali, le libere unioni e le coppie coniugate ricostituite sono oggi il 40% del totale, e hanno superato i 10 milioni. L’aumento delle nuove famiglie non è uniforme in tutta Italia, ma è più diffuso nel Nord, dove raggiunge il 42%, rispetto al Sud (qui l’incidenza è del 33%).
I single non vedovi sono 5 milioni 767mila, seguiti dalle libere unioni che hanno superato il milione e 600mila, e dalle madri sole che raggiungono il milione e mezzo. Le coppie ricostituite al secondo o al terzo matrimonio sono poco più di 860mila e i padri soli 334mila.
Le libere unioni sono ormai l’11% delle coppie ma, a differenza del passato, non rappresentano quasi più una forma familiare transitoria in vista del matrimonio, e non sono più formate in maggioranza da separati e divorziati. I matrimoni intanto continuano a diminuire e il rito civile ha superato quello religioso nel 2018. Anche le unioni civili di coppie dello stesso sesso sono cresciute del 22% dal 2019 a oggi.
Nel frattempo ha ricominciato a crescere il numero dei giovani, soprattutto ragazze, fra i 18 e i 34 anni che vivono nella famiglia d’origine (63,3%), spesso a causa della mancanza di lavoro o di un’occupazione precaria.
Un cambio di valori e condizioni
Il cambiamento della società attraversa dunque l’assetto delle famiglie, per motivi demografici, economici e socio-culturali. L’aumento della vita media delle persone e l’invecchiamento progressivo della popolazione ha portato ad avere più famiglie monocomponente soprattutto fra gli anziani, in prevalenza donne; mentre l’aspetto economico frena i giovani dall’avviarsi a una vita indipendente.
Dietro all’aumento di separazioni e divorzi, e alla costituzione di nuove famiglie, ci sono invece motivi legati ai valori, a un processo di secolarizzazione e di maggiore affrancamento dalla cultura dell’indissolubilità delle unioni.
Nuove famiglie, nuovi bisogni
Il processo di cambiamento sociale in atto evidenzia anche la comparsa di nuovi bisogni di welfare per i cittadini, che tenga conto del gap di genere nella ricerca del lavoro, dell’autonomia mancata di tanti giovani, del benessere psicofisico degli anziani, sempre più numerosi ma in solitudine.
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