Il saturimetro si chiama così perché misura la saturazione di ossigeno dell’emoglobina presente nel sangue arterioso periferico. In sostanza, questo strumento ci aiuta a capire se i polmoni assumono abbastanza ossigeno dall’aria che respiriamo, oppure se stanno facendo troppa fatica.
Contemporaneamente, il dispositivo misura anche la frequenza cardiaca (i cosiddetti bpm). Quello più pratico e più utilizzato è lo strumento da dito. È costituito da una sonda che raccoglie ed elabora i dati e un display, che riceve e mostra queste informazioni. Due componenti racchiuse in una sorta di “pinza”, che viene applicata appunto al dito o, in alternativa, al lobo dell’orecchio. Per la sua facilità d’uso, totalmente indolore, può essere adoperato anche a casa su persone di qualsiasi età, dai neonati agli anziani.
Il saturimetro è utile per individuare velocemente disfunzioni respiratorie. In questo caso è utile alle persone affette da patologie come asma o bronchite cronica, a chi soffre di apnee notturne, ma anche ai fumatori. Utilizzarlo in questo periodo di pandemia può essere utile per monitorare la saturazione dell’ossigeno e aiutarci quindi a intervenire tempestivamente nel caso in cui ci siano problemi di tipo respiratorio.
Dopo un’accurata igiene delle mani, si inserisce un dito nella pinza, aprendola fino in fondo: con l’avvio dell’interruttore, la sonda legge la parte centrale dell’unghia e trasmette le informazioni al display, dove saranno visibili dopo pochi secondi. Qualche accorgimento: il dito deve essere caldo, unghie non troppo lunghe e senza smalto. La misurazione deve essere svolta da seduti, senza un’eccessiva esposizione alla luce.
SINTESI DI: Il saturimetro: cos’è e come funziona, Paola Pedemonte, www.altraeta.it, 09-02-2021
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