A causa del cambiamento demografico si lavora sempre più a lungo ma con l’età aumenta il rischio delle malattie professionali.
L’invecchiamento della forza lavoro, legata all’aumento della speranza di vita e al crollo delle nascite, è una sfida sociale ed economica per l’Italia e per le principali economie industrializzate. L’aumento dei livelli di occupazione e il prolungamento della vita lavorativa delle persone rappresentano importanti obiettivi delle politiche nazionali ed europee. L’Inail affronta l’argomento con un’analisi delle malattie professionali in relazione all’età (dati Malprof), dimostrando un aumento della loro incidenza negli over 55.
Il quadro occupazionale in Italia
Per l’Oms è anziano il lavoratore che ha superato i 55 anni d’età. Oggi i lavoratori in età avanzata sono parte crescente della forza lavoro (e necessari ai fini della transizione generazionale), ma, per lo stato di salute, la loro gestione è divenuta una priorità della Sanità pubblica. A metà degli Anni ’90, l’Italia era contraddistinta da una scarsa partecipazione dei lavoratori anziani, soprattutto se oltre i 60 anni, con pochissime donne e meno del 20% degli uomini ancora al lavoro a quest’età. Le successive riforme, innalzando l’età per la pensione di vecchiaia a 67 anni e quella di anzianità a 42, hanno frenato l’uscita dal lavoro. Nel 2021 si è registrato così un balzo da circa 1,8 milioni a circa 3,7 milioni di lavoratori anziani, in particolare tra le donne (dal 10,6% al 20,9% della forza lavoro).
Le banca dati di Malprof
L’invecchiamento della popolazione lavorativa fa sì che molti lavoratori, soprattutto se non godono di una buona salute, diventino inidonei alle proprie mansioni, in particolare se faticose o impegnative. Conseguentemente risultano aumentate nelle fasce di età più avanzate anche le malattie correlate al lavoro. Per l’analisi dello stato di salute dei lavoratori over 55 l’Inail ha fatto riferimento alla banca dati del sistema di sorveglianza Malprof. Questo, nato nel 1999, è attualmente finalizzato a studiare le relazioni tra le malattie segnalate alle Asl e le attività svolte dai lavoratori per fasce di età.
Le malattie professionali più diffuse tra gli over 55
In 10 anni le malattie professionali degli over 55 sono passate dal 40,7% del 2010 al 57,2% del 2020. In ottica di genere, la proporzione rivela un incremento per gli uomini dal 44,3% al 62,6% (+41%) e per le donne dal 29,3% al 45,7% (+56%). I lavoratori più anziani sono soggetti a malattie croniche come tendinopatie – legate al sovraccarico o ad infortunio -, problemi ai dischi vertebrali e perdita di udito. Non sono poi immuni da tumori gravi, sia perché a lungo sottoposti alle esposizioni, sia per la non tempestiva associazione della malattia con l’attività lavorativa al momento della diagnosi.
Operai e artigiani in cima alla lista
I comparti più a rischio riguardano i marinai di coperta, le vetrerie, le costruzioni aereonavali, gli impianti chimici, e petrolchimici, e i cementifici. A seguire, gli agricoltori, gli impiegati nella lavorazione dei metalli, gli artigiani del cuoio e i meccanici (ma non se nelle linee di montaggio industriale), gli allevatori. Segue poi tutta una serie di lavoratori impiegati in edilizia e costruzioni. Tutte le informazioni sui rischi dei lavoratori anziani sono utili per progettare programmi e campagne di sensibilizzazione su specifiche misure di prevenzione. L’obiettivo è migliorare la sicurezza e la salute di una fascia di lavoratori sempre più rilevante nella società di oggi e di domani.
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