In Italia ci sono in media 8,5 badanti ogni 100 persone sole con 60 e più anni. Notevoli le variazioni a livello regionale. Il 64,3% di coloro che hanno una persona non autosufficiente all’interno della propria famiglia hanno dichiarato di esserne anche il caregiver. È quanto emerge dallo studio La fatica delle famiglie: una difficile articolazione della domanda di cura, realizzato dal Censis per Assindatcolf.
In Italia si contano 8,5 badanti ogni 100 persone sole con 60 e più anni. Le variazioni a livello regionale sono significative. La Sardegna, ad esempio, registra il dato più alto (24,5%), seguita da Toscana (13,5%), Marche (13,4%), Friuli-Venezia Giulia (12,7%), ed Emilia-Romagna e Umbria (11,9%). In Lombardia il numero è di poco superiore alla media nazionale (8,7%), mentre nel Lazio il dato è inferiore (7,0%). Fanalino di coda sono, però, le regioni del Mezzogiorno, come Sicilia, Calabria e Basilicata, con circa 3 badanti ogni 100 persone sole anziane.
È quanto emerge dallo studio La fatica delle famiglie: una difficile articolazione della domanda di cura, realizzato dal Censis per Assindatcolf, associazione nazionale dei datori di lavoro domestico, nell’ambito del Rapporto 2025 “Family (net) work – laboratorio su casa, famiglia e lavoro domestico”. L’indagine è stata realizzata dal Censis su un campione di oltre 2.300 famiglie datrici di lavoro domestico.
Quanti sono in Italia i caregiver di un familiare non autosufficiente
In Italia, secondo l’indagine, il 64,3% di coloro che hanno una persona non autosufficiente nella propria famiglia hanno dichiarato di esserne anche il caregiver. Le principali mansioni svolte con regolarità riguardano soprattutto la gestione delle pratiche amministrative, con il 90,7% che dichiara di occuparsene sempre. A seguire l’accompagnamento a visite mediche o terapie (75,3%), il supporto emotivo e la presenza continua durante il giorno o la notte (30,6%) e l’assistenza diretta nella somministrazione dei pasti o nell’igiene personale (20,5%).
Per il 74% dei caregiver la condivisione degli spazi annulla la privacy
Nonostante le opinioni favorevoli rispetto all’eventuale condivisione degli spazi, come i modelli di co-housing e co-living quale risposta ai bisogni delle famiglie (il 78% ritiene che possa ridurre i costi di assistenza e supporto, l’83,5% che favoriscano l’inclusione contrastando la solitudine), per il 75,4% del campione la mancanza di fiducia o privacy rende difficilmente adottabili queste soluzioni, o anche la scarsa conoscenza (il 36,8%), tanto che il 35,9% delle persone preferisce affidarsi a soluzioni private, come il ricorso alle badanti o a servizi retribuiti.
In Italia servono politiche di supporto economico e formazione per badanti e caregiver
“La fotografia scattata dal Censis restituisce un quadro chiaro del ruolo cruciale del lavoro domestico e dell’assistenza familiare in una società sempre più anziana e frammentata – ha detto Andrea Zini, presidente di Assindatcolf -. Le badanti e i caregiver, spesso invisibili nel dibattito pubblico, sostengono un sistema di welfare familiare che altrimenti rischierebbe di collassare. Serve un riconoscimento più concreto del loro contributo, con politiche di supporto economico, formazione adeguata e misure per ridurre lo stress e il peso emotivo di chi si prende cura degli altri”.
Stress e limiti di tempo, i fattori che pesano di più
Dall’indagine realizzata dal Censis per Assindatcolf, emerge anche che la maggior parte degli intervistati concorda sul fatto che essere caregiver limiti il tempo disponibile per il lavoro o per altre attività personali (89,2%), con una percezione più marcata tra le donne (93,4%) rispetto agli uomini (82,9%). Anche lo stress psicologico è riconosciuto dalla grande maggioranza degli intervistati (88,3%), e riguarda il 91,1% delle donne e l’84,7% degli uomini.
In foto sede Censis dal sito www.censis.it
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