Le associazioni del settore lanciano l’allarme con una lettera al governo. Anche fra le mura domestiche gli anziani a rischio: secondo il report Istat sui consumi energetici delle famiglie, sono fra coloro che utilizzano di più riscaldamenti e condizionatori.
La crisi dell’energia non risparmia le RSA. Le case di cura potrebbero arrivare a pagare 12 euro in più al giorno a posto letto. Questo significa, ogni 100 ospiti, un costo annuale di 438mila euro in più. È quanto denunciano le associazioni Aris, Anaste, Agespi e Uneba, che hanno deciso di inviare una lettera al governo per attirare i riflettori sulla questione.
Per le RSA i costi per l’energia aumenteranno fino al 100%
Secondo le associazioni, quest’anno le strutture sociosanitarie dedicate agli anziani e ai più fragili si troveranno a dover fronteggiare un aumento dei costi dell’energia del 90-100% rispetto al 2021. Da qui, la richiesta di un “urgente e deciso intervento a livello governativo con lo strumento ritenuto più opportuno e praticabile per frenare questi rincari”.
Il rischio è che ci sia un “generalizzato e pesante incremento delle rette sociali a carico dei cittadini o dei Comuni”. E non solo. “Per molte strutture di medie e piccole dimensioni – evidenziano le associazioni -, molto diffuse sul territorio nazionale, potrebbe trattarsi addirittura di una congiuntura tale da comprometterne la possibile sopravvivenza, impoverendo ulteriormente l’offerta già insufficiente di posti letto nell’ambito delle fragilità”.
Gli anziani fra i più esposti all’aumento dei prezzi dell’energia
Intanto, l’Istat certifica che sono gli anziani ad avere maggior bisogno di energia anche fra le mura domestiche, e dunque ad essere particolarmente esposti alla crisi dei prezzi dell’energia. Lo fa analizzando i consumi energetici delle famiglie italiane nel 2021. Secondo il report Istat, infatti, lo scorso anno abbiamo tenuto accesi i riscaldamenti in media 8 ore e mezza al giorno, i condizionatori più di 6 ore. Ma i tempi aumentano se nelle famiglie sono presenti persone over 65.
L’impianto autonomo il preferito dagli italiani. Poco diffusa l’energia più pulita
Quasi tutte le famiglie hanno impianti o apparecchi (fissi o portatili) per il riscaldamento dell’abitazione e per l’acqua calda sanitaria (rispettivamente il 98,6% e il 99,6%). Oltre due terzi delle famiglie (71,2%) utilizzano un unico sistema per il riscaldamento e la produzione dell’acqua calda. In caso di più apparecchi, il sistema preferito per il riscaldamento dell’abitazione è l’impianto autonomo, presente nel 65,7% delle case per il riscaldamento e nel 72,6% per l’acqua calda. Il 48,8% delle famiglie dispone di un sistema di condizionamento.
Fra le fonti di alimentazione, la principale è il metano, sia per il riscaldamento (68%) che per la produzione di acqua calda (69,2%). Rispetto al 2013, cresce lentamente l’uso di energia più pulita come quella elettrica e le biomasse: la prima alimenta l’8,5% dei sistemi di riscaldamento e il 16% per la produzione di acqua calda; le biomasse alimentano il 15% dei sistemi di riscaldamento e il 5,5% dei sistemi di produzione di acqua calda. Ancora residuale, anche se emergente, l’uso dell’energia solare nella produzione di acqua calda (1,4%).
Più dell’83% delle famiglie con over 65 accende il riscaldamento tutti i giorni in inverno
Quanto usiamo gli impianti energetici? Oltre tre quarti delle famiglie (78,5%) mantengono il riscaldamento acceso quasi tutti i giorni durante i mesi freddi, ovviamente soprattutto al Nord (88,6%) e nei comuni di montagna di piccole dimensioni (fino a 50mila abitanti), dove l’85,1% delle famiglie lo accende tutti i giorni. L’accensione quotidiana è più frequente (83,4%) nelle famiglie dove è presente almeno un anziano (65 anni e più).
Le abitazioni sono riscaldate in media per 8 ore e 33 minuti al giorno, con picchi di 10 ore e 25 minuti nel Nord-Est. La persona anziana che vive da sola ha l’orario medio di accensione massimo (9 ore e 9minuti) rispetto agli altri tipi di famiglie 8 ore e 26 minuti).
L’impianto centralizzato è quello acceso più a lungo (9 ore e 58 minuti) rispetto agli altri tipi di riscaldamento: l’impianto autonomo viene acceso quasi 2 ore in meno (8 ore e 19 minuti) e gli apparecchi singoli vengono utilizzati nell’arco della giornata 7 ore e 58 minuti.
E in estate? Quasi un terzo delle famiglie ha il condizionatore sempre acceso
Cosa succede in estate? Passiamo al condizionatore, posseduto da quasi una famiglia su due (48,8%). Dal 70% di famiglie in Veneto al 4,7% in Valle d’Aosta. Il 28,5% delle famiglie dotate di condizionamento accende il sistema tutti i giorni o quasi nei mesi caldi. Sono principalmente le famiglie che abitano nei comuni più piccoli (fino a 50mila abitanti), ma non di montagna. Inoltre l’utilizzo quotidiano aumenta al crescere del numero dei componenti, dalle famiglie con un solo componente (25,5%) alle famiglie con cinque componenti o più (31,8%). Se in famiglia c’è almeno un bambino fino a sei anni, l’utilizzo quotidiano è più alto della media (33,5%); nelle famiglie monocomponente con un anziano (65 anni e più) raggiunge il 27,8% e tocca il minimo (23,6%) quando l’unico componente della famiglia ha meno di 65 anni.
I condizionatori restano accesi in media 6 ore e 17 minuti al giorno. Le famiglie con almeno una persona anziana accendono i condizionatori quasi 30 minuti in meno rispetto alle restanti famiglie. Nel pomeriggio gli anziani soli (65 anni e più) li accendono per circa 20 minuti in più delle restanti famiglie, mentre li accendono di meno la notte.
Difficile rinunciare ai grandi elettrodomestici
Tra i grandi elettrodomestici, quasi nessuno rinuncia più a frigoriferi e lavatrici (presenti rispettivamente nel 99,5% e 97,3% delle famiglie). La metà (50,2%) possiede la lavastoviglie, il 15,2% ha anche l’asciugatrice (separata dalla lavatrice) e il 27,3% il congelatore esterno al frigorifero. Il Nord-Est è l’area geografica con la maggiore diffusione di questi elettrodomestici, trainato dalla Provincia Autonoma di Bolzano. Lavastoviglie e lavatrice sono più presenti nelle famiglie numerose o con bambini.
Le buone prassi: lampadine a risparmio energetico e doppi infissi
Quasi la metà delle famiglie (45,2%) possiede ancora almeno una lampadina tradizionale, il 95,8% almeno una lampadina a risparmio energetico. Queste ultime rappresentano la gran parte delle lampadine presenti nelle abitazioni (80,7%) e sono più diffuse al Sud.
In Italia il 61,1% delle famiglie ha installato i doppi (o tripli) vetri in tutte le finestre e porte-finestre dell’abitazione. “Un elemento dell’abitazione che influenza molto i consumi energetici – spiega l’Istat – poiché il loro numero, il materiale di cui sono fatti e la presenza di doppi vetri condizionano molto la dispersione di calore nell’abitazione”. La variabilità territoriale è notevole, con valori massimi nelle regioni del Nord-Est (70,8%) e minimi nel Sud (51%) e nelle Isole (43,2%). Il materiale più diffuso è il legno, soprattutto nelle regioni settentrionali. I materiali metallici sono maggiormente utilizzati nel Mezzogiorno.
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